I cani e i gatti riconoscono le malattie? Ecco cosa dicono gli studi in merito alla loro capacità di individuare le patologie umane.
Gli animali possono fiutare le malattie? Si tratta di una domanda affascinante, che tutti gli amanti degli animali domestici si sono posti almeno una volta nella vita. Facciamo chiarezza una volta per tutte, scoprendo cosa dice la scienza in proposito. I cani e i gatti riconoscono le malattie? Scopriamolo in questo articolo.
A lungo la scienza ha provato a fare chiarezza rispetto a questa domanda.
Persino la fiction si è interessata al problema. Ad esempio, il Dottor House, nel diciottesimo episodio della serie numero cinque, viene contattato da un’infermiera che è convinta di star per morire.
Nella casa di riposo in cui lavorava, infatti, c’era una gatta di nome Debbie che si accucciava vicino ai pazienti moribondi e aveva scelto proprio la sanitaria.
Il cinico House bolla ovviamente come antiscientifica la tesi; in realtà, però, quando la gatta si avvicina a una persona, quella muore.
Cosa accade? Il felino sceglie i morituri perché sente il calore della febbre alta o delle coperte termiche.
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Dalla finzione alla realtà: un altro gatto, Oscar, attivo alla clinica Steere House di Providence (Stati Uniti), sembrava davvero capace di prevedere quando qualcuno era sul punto di morire.
Le prime ricerche che hanno indagato se i cani e i gatti riconoscono le malattie risalgono a fine anni Ottanta.
In quel periodo, si diffuse la storia di bun Dobermann inglese che individuava i melanomi.
La notizia venne lanciata dalla rivista Lancet nella ricerca dal titolo “Sniffer dogs in the melanoma clinic?” di H. Williams e A. Pembroke.
In Italia, Gianluca Taverna, responsabile della sezione di Patologia prostatica all’ospedale Humanitas mater Domini di Castellanza, ha dato vita a uno studio in collaborazione con il ministero della Difesa e l’Esercito Italiano.
Proprio partendo dalle esperienze precedenti, si addestrarono due pastori tedeschi a rilevare componenti chimici legati al cancro alla prostata nelle urine.
I cani fornivano una diagnosi corretta nel 98% dei casi.
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Si tratta di un dato a dir poco straordinario se si pensa che con la biopsia prostatica e il PSA (antigene prostatico specifico), l’accuratezza è solo del 35%.
Al momento questo è stato uno studio scientifico, che potrebbe avere presto, si spera, un approccio clinico, diventando importante anche nella diagnosi precoce di altre forme tumorali.
Su Psychology Today invece è apparso un articolo che sostiene come il cane possa aiutare anche a prevenire gli attacchi di emicrania.
Altri approcci scientifici spiegano che il miglior amico dell’essere umano è in grado di rilevare il diabete, percependo le variazioni dei livelli di glucosio nel sangue.
In altri casi ancora, l’animale domestico si è rivelato un vero e proprio salvavita. Insomma, lo conferma anche la scienza: cani e gatti riconoscono le malattie.
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