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Cani

I cani contro il diabete sono la nuova frontiera della medicina umana

Precisamente a Roma, 9 novembre 2017 sono in arrivo gli Alert Dog, speciali cani addestrati a riconoscere le crisi ipoglicemiche e iperglicemiche delle persone affette da diabete di tipo 1, con risultati eccezionali soprattutto per i bambini. Lo annuncia Marco Melosi, presidente dell’Associazione nazionale medici veterinari, in occasione della Giornata mondiale del Diabete.

Si tratta di un addestramento particolare che viene dagli Stati Uniti e che sta cominciando a diffondersi anche in Italia. I cani che devono diventare le ‘sentinelle’ del diabete vengono scelti con cura tra i più equilibrati e vengono messi a contatto, nella prima fase dell’addestramento, con diversi tipi di saliva che contengono differenti concentrazioni di glucosio. Quando l’Alert dog ha imparato a riconoscere la concentrazione minore o maggiore rispettivamente sotto e sopra una soglia di allarme, l’addestramento viene allargato al sudore e in generale agli umori del corpo”.

In che modo i cani lavorano con la figura medica?

I cani per diabetici sono addestrati a riconoscere i picchi di glicemia grazie al loro olfatto super fino. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito sono considerati cani di assistenza e possono andare in qualunque posto come accade per cani per ciechi. I cani per diabetici sono in grado di riconoscere le variazioni di glucosio nel sangue e nelle persone affette da diabete di tipo 1.  Si sa ormai che i cani vengono utilizzati per la ricerca di qualsiasi cosa, come persone, denaro, stupefacenti, intercettare rumori di vario tipo. Esistono anche i cani per la cura del padrone, che sono in grado di riconoscere gli stati emotivi e gestire crisi di panico e autolesionismo del padrone.

Nel Leccese, Daniela Cardillo, laureata in tecniche di allevamento del cane di razza ed educazione cinofila, responsabile del programma Greendogs Cani per diabetici si occupa proprio di questo dal 2012. Dopo aver lavorato con Victoria Stilwell, famosa dog trainer americana e protagonista della famosa serie tv «Basta, o io o il cane», ha portato avanti il progetto anche in Italia.

“Il segreto sta chiaramente nell’olfatto, molto più sviluppato rispetto all’uomo. Quando si presenta ipoglicemia o iperglicemia viene rilasciato dal diabetico un particolare odore nella saliva e nel sudore, impercettibile al nostro naso, ma che il cane è in grado di riconoscere se adeguatamente addestrato.”

Il cane addestrato per questo tipo di azioni, deve lanciare l’allarme alla prima persona che ha davanti facendo capire che si tratta di una situazione di pericolo. In genere i casi più seri sono le crisi ipoglicemiche nelle ore notturne, quando passa molto tempo tra una misurazione e l’altra di glucosio, con il rischio di finire in coma glicemico. In base alle esigenze del padrone e del grado di diabete, si addestrerà il cane a riportare ad esempio il kit per la glicemia o ad aprire la dispensa e portare succo di frutta al padrone e nel caso di bambini può avvisare i genitori nel modo che si regola: leccando una mano, saltando sul letto e via dicendo.

Come viene strutturato l’addestramento?

Senza dubbio ogni razza di cane può essere addestrata a questo lavoro, ma studi hanno dimostrato che le razze muso corto hanno più difficoltà  di quelli a canna lunga. Sarà possibile addestrare anche il proprio cane che vive già con noi. È importante che abbia un buon rapporto con il padrone, e che sia motivato a lavorare. Queste caratteristiche sono le prime che vengono valutate in un percorso che dura all’incirca un anno al termine del quale viene fatto un esame. Sotto consiglio del medico veterinario comportamentalista e dell’équipe di medici sarà buona norma rifare l’esame ogni anno. I cani per diabetici sono addestrati anche ad abbaiare o saltare sul letto nel caso in cui il microinfusore vada in allarme e suoni ma il paziente non lo sente.

“L’alert dog può servire anche per quei diabetici adulti che a volte non riescono a riconoscere con certezza che la crisi è in corso: in questo caso il cane sa che deve condurre il padrone a casa nel più breve tempo possibile, se si trova fuori, o fornire segnali di allarme per i familiari” prosegue Melosi

“Anche i veterinari aderiscono perché non tutti i proprietari di animali sanno che il diabete può affliggere anche i loro amici a quattro zampe. Spesso se ne sottovalutano i sintomi e quindi si arriva tardi alla diagnosi e alle cure”. Melosi conclude dicendo che come per il diabete umano, anche il diabete animale può essere curato e tenuto sotto controllo. “L’importante è non indugiare ai primi segnali di cambiamento dei propri animali e rivolgersi a centri e specialisti riconosciuti”.

E voi amici lettori, che ne pensate del sostegno che hanno gli animali, in particolare i cani, nella vita di tutti i giorni e del servizio che svolgono negli ospedali con bambini e anziani attraverso la pet-therapy? Potrebbe essere la svolta che la nostra società richiede, un aiuto concreto da parte di creature nobili come i cani.?

B.M

Beatrice Masi

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Beatrice Masi

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