Il giorno dedicato all’amore, San Valentino, ricorda quanto sia importante il sentimento d’amore. Un sentimento universale che c’insegna a capire che i gesti e le attenzioni nel nostro quotidiano sono fondamentali. E così, dalle inziative promosse per San Valentino dedicate agli animali, potremmo trovare uno spunto per porre delle domande su cosa rapprensta un cane nella vita di una persona. Oltre ai benefici dei cani sulla salute sia fisica che psicologica delle persone, i nostri compagni a 4zampe sono creature con le quali imparare a comunicare attraverso altri canali, cominciando da quello del cuore.
Non si tratta di amare i cani più delle persone. Bensì di percepire e di trovare nel canale dell’intuizione, quel sentimento universale che ci rende compassionevoli, amorevoli e solidali.
Questo comporta alcune scelte che spesso non sono facili da prendere e da rispettare. E’ quasi inutile ribadire quanto un animale sia un impegno e per molti anche un sacrificio nel quotidiano. Un cane è un membro della famgilia e per tanto ha delle esigenze specifiche che non possono essere ignorate. Il cane è un compagno di vita e per tutta la vita.
In questo universo di appassionati degli animali, è a volte difficile trovare un senso. Una varietà infinita di sfumature: dai patiti delle razze canine, ai cultori dell’agility, competizioni di bellezze, alimentazione sane fino ai randagi e ai volontari. Ebbene si. Quei poveri pelosi meticci, senza una razza specifica, trovati gettati in un cassonetto o per strada, finiscono dietro le sbarre di un canile o di un rifugio. Anche se vi sono persone che li seguono amorevolmente, ciò non andrà mai a sostutuire il legame tra un cane e il suo padrone.
Quante volte, un utente accorto avrà notato gli appelli stranzianti di animali in cerca di una casa o di uno stallo. Ce n’è davvero di tutti i tipi e il panorama spesso non è dei più confortanti: dal cane anziano abbandonato in canile, al cucciolo trovato nei cassonetti, al randagio investito, al cane che ha vissuto per dieci anni dietro le sbarre di un gelido box. Per non parlare dei cani sequestrati da maltrattamenti o dal traffico illegale dei cuccioli. Cani malati, cani feriti, trovati sul ciglio di una strada investiti, legati ad un albero o lasciati in un bosco.
I canili, come i rifugi o gli stessi volontari, spesso sono sopraffollati e non riescono a rispondere a tutte le richieste di aiuto. Dalle spese da sostenere per le cure e i trattamenti, nel caso di un animale ferito, all’adozione. Si tratta di un iter ormai noto per chi segue le storie e gli appelli di molti cani. I volontari come le associazioni vivono di donazioni e spesso non potendo accogliere i cani, chiedono se qualcuno è disponibile ad accogliere l’animale, fino alla sua adozione o tempo di trovare una soluzione per metterlo al sicuro. A volte ci sono dei cani che sono feriti la cui degenza dovrebbe essere effettuata in un ambiente domestico, pulito, dove l’animale non è esposto a batteri o ad altri pericoli. Nel gergo dei volontari, “stallare un cane” o “lo stallo” significa questo. Provvedere a mettere in sicurezza l’animale, anche per una notte per poterlo poi trasferire in un altro luogo in attesa di trovare per lui una famiglia.
Di sicuro non è facile offire uno stallo e ciò dipende anche dalle condizioni e le esigenze stesse dell’animale. Tuttavia, ciò contribuisce a salvare un cane. Un semplice gesto, un piccolo sacrificio per un’anima indifesa.
Inutile nascondere anche l’ormai luogo comune: “Se stallo il cane poi mi ci affeziono”, come rispondono la maggior parte delle persone. Il rischio c’è, anche che l’animale permanga per diverse settimane. La domanda che sorge spontanea è: “Perchè temere di affezionarsi ad un animale?”.
Tra le altre pratiche ormai diffuse con le quali salvare un cane vi è la cosidetta staffetta. Ovvero si tratta di casi in cui vi è una richiesta di adozione o che l’animale deve esser spostato e portato in un altro luogo. Per farlo esiste la cosidetta staffetta e attraverso gli appelli in tutta Italia, gli amanti degli animali ma anche semplice persone si coordinano tra loro per percorre un tragitto e consegnare il cane a destinazione.
La staffetta può anche essere ideata con un minimo di rimborso spese che spesso i volontari riesco a raccimolare attraverso campagne di raccolta fondi destinati al cane in questione.
Anche in questo caso, la staffetta come lo stallo, non solo contribuisce a salvare una creatura che dipende in tutto e per tutto dall’uomo. Rendersi disponibili, aprirà sicuramente le porte del cuore a chi partecipa.
Di sicuro quando un animale necessita aiuto, la prima cosa da fare è metterlo al sicuro, rivolgendosi anche alle autorità preposte. Quando si trova un cane la prima cosa da fare è chiamare la polizia municipale, il veterinario della Asl o un’associazione. Successivamente controllare il microchip e portare il cane in un luogo sicuro, oppure accertarsi che laddove è stato trovato non corra pericoli e non si allontanti, mettendogli del cibo a diposizione e dell’acqua.
La seconda fase consiste nel capire se l’animale si sia smarrito o sia stato abbandonato: Tramite gli appelli sulle pagine social animali, in rete sui siti specializzati o locandine da affiggere nel quartiere o nelle cittadine in prossimità del ritrovamento. Rendere il più possibile visibile l’appello, con la foto dell’animale, la sua descrizione, circa l’età, la razza, il colore e il luogo in cui è stato trovato, magari integrando anche alcune descrizioni del carattere. Ovvero se il cane è dolce o rimissivo, buono, intimorito, se abituato a stare dentro casa o con altri animali. Condividere gli appelli, contribuisce a ritrovare il padrone oppure una nuova famiglia. Per legge, un cane smarrito potrà essere dato in adozione dopo 60 giorni dal ritrovamento se nessun lo richiede.
Forse si tratta di una delle più belle emozioni che una persona potrà vivere. Recarsi in un rifugio o in un canile e lasciarsi guidare dal cuore. Guardare negli occhi quell’anima gemella che aspettava quel giorno da sempre. L’emozione che scaturisce nel raccogliere un cane o nell’adottarlo va ben oltre alla sensazione del momento. Si trasforma in un sentimento forte, un legame unico e in una complicità che sarà molto rara e preziosa. Così accade anche con gli appelli: ad un tratto, il cuore inizia a battere e dentro di sé una persona sa esattamente che quel cane sarà il suo compagno di vita. Non fa distinzione che si tratti di un cucciolo, di un cane adulto o di un esemplare anziano. Abbandonarsi all’intuizione è sempre la scelta migliore. I sacrifici saranno poi recuperati così come gli ostacoli superati se si tiene fede a quel sentimento d’amore che porta all’adozione. Questo significa “trovare l’anima gemella”.
C.D.
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