I cani capiscono le nostre intenzioni: a rivelarlo i dati di uno studio scientifico condotto da un team di ricercatori dell’Università di Göttingen.
I cani, è luogo comune, sono i migliori amici dell’essere umano; ma un sentimento di amicizia così profondo deve giocoforza basarsi sulla reciproca comprensione. Molti amanti dei cani non hanno dubbi sul fatto che i nostri amici a quattro zampe capiscono le nostre intenzioni; ma ora, a sostegno di questa tesi arrivano anche delle evidenze scientifiche.
Chiunque divida la sua vita con un cane è convinto che Fido sia in grado di comprendere appieno cosa qualunque cosa (o quasi) ci passa per la testa.
D’altronde il cane è da millenni il miglior amico dell’essere umano; ed in fondo è la letteratura a tramandare la testimonianza di questo rapporto meraviglioso. Chi può dimenticare le lacrime di Argo, l’unico che riconobbe Ulisse che tornava cambiato nell’aspetto e nell’animo dopo venti lunghi anni ad Itaca?
Certo, per essere profondamente amici occorre pur capirsi; e il cane e l’essere umano parleranno per tutta la vita due lingue diverse, senza aver la possibilità di imparare a parlare quella dell’altro. Ma questo non toglie che si possa imparare ad interpretare ciò che l’altro ci vuole comunicare; qualcuno ha dubbi sul fatto che i cani capiscono le nostre intenzioni?
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Certo, fino a qualche anno, l’affermazione sul fatto che Fido comprenda ciò che vogliamo dirgli poteva essere interpretata anche come una bizzarria, dettata da una suggestione dovuta all’amore per i nostri amici a quattro zampe.
Ma se noi siamo in grado di interpretare il linguaggio del corpo del cane, è molto probabile che anche lui riesca a fare altrettanto.
Ed in fondo è ciò che è riuscito a dimostrare un team di ricercatori dell’Università di Gottingen, con uno studio pubblicato sulle pagine di Scientific Reports. Ebbene, l’esperimento è stato condotto su circa 50 cani, chiamati ad interpretare le reali intenzioni delle persone coinvolte nello studio.
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Ogni cane, singolarmente, veniva posto con lo sperimentatore umano in un ambiente diviso da un plexiglass. La barriera, comunque aggirabile , era caratterizzata da un’apertura centrale, attraverso la quale l’umano poteva passare del cibo al cane.
In alcuni casi, tuttavia, gli alimenti non giungevano all’animale; o per cause (apparentemente) indipendenti dalla volontà della persona (il cibo scivolava di mano, oppure l’apertura era temporaneamente chiusa), o per espresso rifiuto di non dare il cibo.
Ebbene, tutti i cani aspettavano molto di più ad aggirare la barriera in plexiglass per andare a prendersi le cibarie, laddove il ricercatore avesse volontariamente deciso di non passarle all’animale; anche il linguaggio della coda di Fido era eloquente nell’esprimere il dubbio e la confusione dovuta al rifiuto.
Nell’altro caso, invece, gli animali aggiravano in minor tempo la barriera, data la volontà dello sperimentatore di voler condividere il cibo. Insomma, dallo studio sembra chiaro che i cani capiscono le nostre intenzioni; quantomeno quando si tratta di pappa.
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A. S.
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