Cani a catena e sui balconi: norme più rigide

Cani a catena e sui balconi: norme più rigide

Vittime di abusi, esposti a rischi e pericoli letali. L’appello per tutelarli

E’ una forma di maltrattamento che passa spesso e volentieri in secondo piano. Eppure, concerne centinaia di migliaia di cani, detenuti in condizioni non idonee a catena o sui balconi, vittime di incidenti a volte letali.

All’indomani dell’annuncio del Ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha riguardo ad un pacchetto di norme mirate ad inasprire le pene a chi maltratta o abbandona gli animali entro l’estate 2019, Lorenzo Croce, presidente dell’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente, accende i riflettori sul tema degli animali a catena, detenuti in gabbia o sui balconi.

Croce ha ricordato che ci sono “oltre 500.000 cani tenuti alla catena, e almeno altri 700.000 che vivono in maniera quasi perenne sui balconi, spesso stretti e che con l’arrivo dell’estate si moltiplicano le segnalazioni di cani lasciati sotto al sole sui balconi anche a 40 gradi e senza alcun riparo se non a volte delle tende che anziché produrre ombra aumentano notevolmente la calura percepita”.

Molti casi di cronaca hanno mostrato gli effetti pericolosi e devastanti per i cani, spesso lasciati senza acqua e cibo, vittime di malori e che arrivano addirittura a lanciarsi dai balconi. Situazioni spesso segnalate alle forze dell’ordine per cercare di trovare soluzioni per i condomini e per i cani.

A questo scenario drammatico, prosegue Croce, “si uniscono almeno altri trecentomila cani tenuti chiusi in gabbie o piccoli recinti sotto il sole, pratica questa avvezza soprattutto ai cacciatori che tengono i loro cani in capanni in campagna senza mai o quasi farli uscire Si tratta di situazioni note a tutti, che da anni le associazioni animaliste, ma in alcuni casi anche le stesse organizzazioni dei cacciatori hanno denunciato”.

L’appello di Croce è quello che “il governo trovi il coraggio di affrontare la questione in maniera definitiva dichiarando illegittimo il tenere i cani alla catena, ed anche sui balconi nelle ore di maggiore caldo, e per oltre cinque ore consecutive inserendo queste pratiche tra i reati di maltrattamento con una semplice integrazione all’articolo 544 del codice penale (maltrattamento di animali) e che questi reati vengano perseguiti penalmente”.

Tuttavia, come ben sottolineato dal presidente Aidaa, le norme non sono sufficienti. Vi è la necessità di monitorare le situazioni e questo a partire dalle autorità locali, come i Comuni. “A parte qualche comune virtuoso che ha emesso ordinanze di divieto a tenere i cani sul balcone pena multe salatissime – come nel caso del Comune di Verona-, la situazione rimane indefinita, da qui l’appello al presidente dell’ANCI e ai sindaci di città e paesi italiani a predisporre da subito ordinanze rigorose e inflessibili per vietare di tenere i cani alla catena, sui balconi e nei capanni isolati al sole cocente durante i periodi di maggiore calura estiva, ed almeno nelle ore centrali della giornata”.

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C.D.

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