Fido non perde occasione per avere un contatto con noi? Ecco perché un cane vuole stare sempre in braccio e cosa vuole dimostrare.
E’ vero che un cane è come se fosse un figlio per molti padroni, ma è altrettanto vero che lo stesso Fido talvolta si comporta come un bambino. A prescindere dalle dimensioni, capita che il cane voglia dimostrare il suo affetto e sentirsi un po’ ‘piccolo’. Proprio per questo capita spesso che voglia saltarci addosso, accomodarsi sulle nostre gambe e noi, felici ma impotenti, saremo ‘costretti’ a coccolarlo come fosse un neonato (a prescindere dalla sua stazza o peso). Ecco quindi cosa vuole dimostrare un cane che vuole stare in braccio.
Alcuni padroni storcono il naso, poiché sostengono che un cane in fondo sia ‘sempre un cane’ e debba essere trattato come tale. Altri invece credono che adottare un cane significhi adottare un figlio e lo trattano come un essere umano. Quindi verrebbe da chiedersi: perché Fido si comporta come un piccolo umano? Probabilmente perché sono gli stessi padroni a trattarlo così. Questo processo di ‘antromorfizzazione’ del cane da molti è considerato un errore: secondo loro infatti non bisogna mai limitare l’istinto animale che tutte le creature, anche quelle che vivono in casa, dovrebbero sempre conservare.
Se un cane viene trattato come un bambino, probabilmente si abituerà ad una serie di attenzioni e soffrirà quando queste gli mancheranno; per giunta non sarà in grado di affrontare i pericoli della strada e tutto ciò che è al di fuori delle quattro mura di casa. Proprio l’istinto materno che riversiamo sui cani potrebbe renderli in realtà più vulnerabili e incapaci di reagire ai pericoli.
Vediamo ora perché il cane cerca questo tipo di contatto: le cause possono essere varie e conoscerle ci aiuterebbe non solo a capire i sentimenti che spingono il cane a comportarsi in quel modo, ma anche a capire magari dove sono i nostri errori (ed evitarli). Ecco tutti i motivi che spingono Fido a cercare sempre il contatto con il padrone.
La prima cosa che, giustamente, viene da pensare è che il cane voglia stare in braccio per ricevere e dare affetto al suo padrone. E’ una richiesta di protezione: il contatto fisico li aiuta a rassicurarsi ed essere più sereni. Questo comportamento è tipico dei cani Molossi che, a dispetto della stazza enorme, in realtà cercano sempre il contatto umano a causa di un fenomeno comportamentale noto come neotenia. In pratica crescendo e raggiungendo una maturità sessuale, gli animali che ne sono affetti non perdono alcuni caratteri fisici e mentali tipici dell’età infantile. Potremmo definirli dei veri e propri ‘bambinoni’ a quattro zampe. Siamo sicuri che sia una cosa buona e non il frutto di un errore nell’educazione di Fido?
Il cane potrebbe voler rimarcare il ‘dominio’ sul suo umano sia in presenza di altri cani ‘concorrenti’ sia nei confronti dello stesso padrone. Questa eccessiva volontà di controllo, di sottomissione è un disturbo del suo comportamento che dovremo assolutamente correggere in tempo, poiché potrebbe diventare un problema quando qualcuno (animale o umano) proverà ad avere un contatto con noi davanti al cane.
Di certo quando il cane cerca questo tipo di contatto fisico, si fida del padrone ed è certo che non gli farebbe mai nulla di male. Come quando il gatto ci mostra la pancia: esporre la sua parte più fragile e sensibile è segno di grande fiducia. Possiamo essere certi di aver creato un ottimo rapporto e fatto un ottimo lavoro per stabilire una relazione di fedeltà assoluta, che durerà probabilmente per tutta la vita (Leggi qui: Il cane si fida di noi: come capirlo e cosa fare per conquistarlo).
Quando un cane è nervoso o si sente in pericolo, potrebbe volere questo tipo di contatto, l’unico in grado di tranquillizzarlo. Capita spesso con i cani che hanno subito traumi e violenze, come ad esempio quello dell’abbandono (Leggi qui: Il trauma nel cane: dall’abbandono agli abusi e maltrattamenti): sentono che il padrone possa andare via da un momento all’altro e vogliono prevenire ogni intenzione di questo tipo. Naturalmente è segno di forte insicurezza, dovuto ad eventi passati che hanno reso più fragile il cane. A volte saranno proprio i padroni a prenderlo tra le braccia, quando lo vedranno piangere, tremare o abbaiare per paura. E spesso capiterà che, una volta preso in braccio, ogni segnale del genere sparisca.
Spesso il problema è far capire all’umano che un cane non vuole essere trattato come un bambino. Sarà necessario dunque interpretare una serie di segnali che il suo corpo ci invia: in caso contrario potremmo ricevere da parte sua una reazione anche violenta e sgradevole (Leggi qui: Cane nervoso: cause, sintomi e rimedi per farlo rilassare ). Infatti se proviamo ad afferrarlo ma il cane si allontana, oppure si chiude su se stesso, si lecca le labbra in segno di nervosismo o comunque cerca di scacciare il padrone, sarà meglio non insistere. Potrebbe addirittura sentirsi minacciato e aggredire (ma in fondo ci aveva avvertiti). Prima di provare ad afferrarlo, magari tendendogli una trappola, dovremmo chiederci se al cane piace essere abbracciato.
Lo stare in braccio non è segno di un comportamento sano: potrebbe essere controproducente sia nel rapporto con l’umano sia con gli altri esemplari animali. Un cane che si abitua ad un costante contatto col padrone, soffrirebbe di certo la sua mancanza e si abituerebbe a non socializzare con i suoi simili. Infatti Fido non si riconoscerebbe come ‘cane’, poiché troppo abituato ad essere trattato come un bambino.
Anche il padrone però potrebbe essere condizionato da questo rapporto ‘morboso’ col cane: dovrà essere sempre soggetto alle sue esigenze e soprattutto non avrebbe più alcun controllo sull’animale. Sarà il cane a ‘dominarlo’ completamente fino ad arrivare ad una completa inversione dei ruoli. Se la situazione però è già troppo ‘compromessa’ e da soli non riusciamo a far capire al cane che non deve comportarsi così, sarà necessario l’intervento di un educatore cinofilo.
L’esperto aiuterà il cane ad eliminare questa fastidiosa abitudine e a sentirsi ‘più cane e meno umano’. E’ probabile che verrà inserito in un programma di socializzazione con i suoi simili, proprio per fargli riscoprire le sue origini.
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