Il cane deve rimanere solo diverse ore della giornata ma non accetta questa condizione di solitudine? Ecco 5 trucchi per aiutarlo a restare solo.
Siamo sinceri: i primi a vivere male il pensiero del cane solo a casa sono gli stessi padroni. E’ come se non si riuscisse mai a godere del tempo fuori casa perché si pensa sempre a come sta il nostro amico a quattro zampe. Avrà mangiato? Starà piangendo? E al mio ritorno mi accoglierà con freddezza o mi farà le feste come al solito? In effetti il cane non si diverte a stare senza di noi, ma di certo è una questione di abitudine. Soprattutto quando lasciarlo solo è l’unica soluzione possibile a causa del lavoro. Ecco come possiamo aiutarci e aiutarlo a vivere meglio questa condizione di solitudine.
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Non è solo una definizione: ‘da compagnia’ è l’espressione giusta per indicare la personalità che accomuna quasi tutti i cani. Sono animali che non amano la solitudine, e sono meno indipendenti degli amici felini, che spesso si ritagliano i loro spazi e tempi di solitudine all’interno della giornata. Quando si adotta un cane è importante considerare che raramente ama stare solo poiché, trattandosi di un animale da branco, è sempre stato abituato a seguire il resto dei suoi simili. Ci si muoveva in gruppo, in branco appunto, sia per esplorare la zona sia per cercare nuove prede…insomma la solitudine non è un concetto che gli appartiene! Ma trattandosi appunto di un’abitudine probabilmente per i primi tempi c’è qualche trucchetto da adottare per farglielo accettare gradatamente. Pensiamoci dunque quando dobbiamo scegliere l’animale domestico ideale.
Il cane, così come l’uomo, è un animale abitudinario: ciò vuol dire che, sebbene con non poche difficoltà, finirà per accettare questa condizione di solitudine nell’arco della giornata e non la vivrà come un trauma. Inoltre la percezione del tempo da parte del cane non è la stessa di quella umana: non nota lo scorrere delle lancette dell’orologio naturalmente, ma avverte alcuni segnali fondamentali. Il nostro odore ad esempio tende ad affievolirsi man mano che le ore passano, oppure le luci del giorno che lasciano spazio al buio della notte o anche il loro stesso organismo che sente la fame o la sete. Quindi se il cane non ci vede e per giunta non avverte più la nostra presenza nemmeno attraverso i profumi, potrebbe vivere una condizione di semi-depressione. Naturalmente molto dipende dal tempo che viene lasciato solo, ma soprattutto dal nostro atteggiamento: infatti il padrone spesso non si rende conto che sta a lui fargli vivere questa condizione con più serenità. Ecco come è consigliabile comportarsi per farlo abituare al distacco.
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Alcuni studi hanno confermato che i cani, ognuno naturalmente a modo suo, vivono la condizione del distacco improvviso dal padrone con atteggiamenti più o meno gravi. Vi sono alcuni che piangono, si avvicinano alla porta e la toccano con le zampe quasi a volerla aprire per andare alla ricerca del padrone. Altri invece, come indispettiti, aggrediscono mobilio, divani e tende: un po’ per la disperazione e forse anche per ‘punire’ il padrone che se ne è andato e lo ha lasciato solo. Alcuni possono cadere in uno stato di apatia profonda e non mangiano. Come stanchi dopo una passeggiata all’aria aperta potrebbero dormire tutto il tempo proprio per la noia, mentre altri preferiscono affacciarsi alla finestra e aspettare con ansia che il tempo passi prima di rivedere il padrone.
Non dipende solo dal nostro cane! Anche noi siamo responsabili in parte dello stato d’animo del cane durante la nostra assenza. Innanzitutto è fondamentale che noi stessi viviamo il momento dell’arrivederci con serenità e calma, proprio per non trasmettere al nostro cane l’ansia che ci pervade in realtà. Ricordiamoci che il cane avverte anche il nostro minimo cambiamento di umore, quindi è importante saper mascherare il nostro stato d’animo senza mostrargli le nostre vere preoccupazioni.
Non è un addio, ed è importante che il nostro cane non lo viva come tale. Quindi può sembrare strano ma la cosa preferibile in certi casi è non salutarlo con parole affettuose, baci e coccole: questo renderebbe l’evento ancora più ‘importante’ e, la volta successiva, il cane potrebbe capire che è state per andare via e stare male già prima che vi chiudiate la porta alle spalle. Quindi cosa fare prima di uscire? Semplicemente dando poca importanza alla cosa e facendogli vivere senza ansia il distacco, soprattutto se non è un evento eccezionale ma dovrà purtroppo diventare una consuetudine.
Il senso di colpa del padrone potrebbe suggerirgli di ‘addolcire’ la sua assenza con snack o giochini nuovi. Va bene trovargli un diversivo e magari mettergli nella cuccia o nel kennel un nuovo passatempo, ma è importante non darglielo né subito prima né appena tornati a casa, come se fosse un ‘premio di consolazione’. E questo per due motivi: il primo, come abbiamo detto, perché non dobbiamo ‘giustificarci’ per assentarci, il secondo perché il cane potrebbe approfittarsene. Fido infatti potrebbe capire che ci sentiamo in colpa e sfruttare questa situazione per ottenere ad esempio uno snack che rientra nei cibi proibiti, spesso non inserito nella sua normale alimentazione.
Prima di uscire non dimentichiamoci mai dei suoi bisogni: è fondamentale che il cane abbia sempre a disposizione una ciotola riempita con acqua fresca e un’altra con il cibo. Consideriamo anche questo nella scelta delle ciotole: è preferibile che siano in ferro in quanto mantengono meglio la temperatura dell’acqua, soprattutto nei periodi estivi, e la conservano sempre fresca e più gradevole. Invece per quanto riguarda la pappa, è preferibile non riempire troppo la ciotola con del cibo facilmente deperibile: meglio averne a disposizione due così da lasciargli sia cibo umido, che se non consumato a fine giornata potrebbe non essere più buono, sia cibo secco.
Sebbene alcuni siano più sereni a far rimanere il cane chiuso nel suo trasportino durate la loro assenza, in realtà è preferibile che il cane non si senta chiuso in gabbia: deve sentirsi libero di gironzolare per casa. Inoltre anche finestre e tende devono mostrare l’esterno: non serve chiudere le imposte o lasciarlo al buio. Anzi questo potrebbe solo peggiorare il suo stato di ansia da separazione: in fondo a chi piacerebbe essere lasciato solo per lungo tempo e per giunta al buio?
Chiediamo al nostro amico di fiducia o alla nostra gentile vicina di casa se, nell’arco della giornata, le è possibile passare a casa per dare un’occhiata al nostro cane. Spesso vicini volenterosi e cortesi possono diventare validi alleati nella gestione della sua ansia: magari fargli una breve visita di pochi minuti può fargli solo del bene. Naturalmente è fondamentale che il cane conosca la persona, altrimenti potrebbe confonderlo con qualche malintenzionato e addirittura aggredirlo fisicamente o abbaiando e disturbando il resto del vicinato.
Vi sono alcuni cani che non riescono ad accettare questa condizione di solitudine e neppure col passare del tempo riescono ad abituarvisi. In questi casi allora è fondamentale contattare un esperto: un educatore cinofilo o un etologo potrebbero aiutarci nel far abituare il cane alla nostra assenza. Proprio per evitare che la viva come un dramma, e anche per tranquillizzarci sul suo stato d’animo quando non siamo a casa, è importante che l’esperto ci dia alcune dritte.
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F.C.
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