Come è possibile che un cane, per quanto lontano e disperso nel nulla, ritrova la strada di casa? La scienza ce lo spiega, ed il motivo è legato al pianeta Terra.
Se conosciamo un po’ i cani, abbiamo di certo avuto più di un’occasione in cui pensare che probabilmente hanno dei superpoteri. Il super udito, un olfatto potentissimo, la capacità di prevedere l’arrivo dei loro padroni, e tanto altro. E non ultimo, l’essere davvero adorabili. Ma una cosa che ancora non era stata perfettamente spiegata era come è possibile che un cane che si trova molto lontano dal suo padrone, ritrova la strada di casa. Sembra quasi che i nostri pelosetti abbiano una sorta di navigatore interno, e la scienza finalmente ci ha spiegato come funziona.
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Ritrovare la strada di casa senza GPS?
Se abbiamo mai visto un cane smarrito, che riesce a ritornare a casa, o se il nostro pelosetto almeno una volta si è perso ed è riuscito a tornare da solo, sappiamo di cosa parliamo.
La scienza finalmente ha scoperto la vera ragione dietro questo “superpotere” dei nostri amici a quattro zampe.
I cani sono capaci di ritrovare la strada di casa, per quanto si trovino lontani, grazie alla loro sensibilità al campo geomagnetico della Terra.
Una ricerca, condotta da un’Università della Repubblica Ceca, assieme a un’università della tecnologia in Virginia, hanno studiato questo fenomeno.
Come si è sviluppata la ricerca
Analizzando per tre anni i movimenti di quasi trenta cani, di oltre 10 razze diverse, gli studiosi sono riusciti a scoprire come si comportavano i pelosetti.
Ogni cane ha ricevuto un collare con navigatore GPS integrato. Inoltre, il collare conteneva anche una piccola telecamera per i ricercatori.
Una volta equipaggiati, i cani sono stati lasciati vagare liberamente in aree dove c’erano boschi, panorami naturali e alberi.
Dopo un po’ di tempo, i loro padroni, nascosti in modo che i cani non potessero vederli, hanno iniziato a richiamare i loro amici a quattro zampe. Che dovevano quindi trovarli.
Il comportamento dei cani
A quel punto, lo studio ha riscontrato alcuni fattori interessati legati al comportamento dei cani che dovevano ritrovare il loro padrone.
Innanzitutto, tutti i cani hanno iniziato a correre verso i loro proprietari correndo lungo l’asse magnetico Nord-Sud della Terra, un po’ come funziona una bussola.
I ricercatori, analizzando questo comportamento, hanno pensato che servisse ai cani ad orientarsi nel ritrovare la strada per il viaggio di ritorno.
Inoltre, la strada che hanno seguito al ritorno dal loro padrone, poteva essere di due tipi: la stessa traccia lasciata per arrivare fin lì (usando il tracciamento, quindi), o una strada completamente nuova (in esplorazione).
Il metodo di tracciamento è stato usato dal 59% dei cani, che si è quindi affidato al fiuto per ritrovare la strada di casa.
Un 32% dei cani, invece, si è orientato grazie a punti di riferimento, o ad altre informazioni visive, quindi usando la vista per esplorare la nuova strada.
Infine, nell’8% dei casi, c’è stato un mix di entrambi i metodi, usato dal cane per uscire dalla foresta e ritrovare il proprio padrone.
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L’esito dello studio
I ricercatori hanno quindi stabilito che c’è un importante ruolo dei segnali magnetici sul metodo che usano i cani per orientarsi, e va studiato approfonditamente.
La ricerca ha mostrato proprio che il campo magnetico del pianeta Terra viene usato dai cani per avere una visione “universale” in riferimento al luogo in cui si trovano.
Questi riferimenti sono essenziali per percorrere lunghe distanze in modo da ritrovare la strada di casa, e sono proprio questi che non conosciamo bene.
E in effetti, negli ultimi anni, abbiamo assistito a molti esempi di un cane che ritrova la strada di casa anche da grandi distanze: ora sappiamo come ci riescono.
F. B.