Quando un cane piange i motivi possono essere diversi: ecco come interpretare i sintomi di un malessere e come aiutarlo
Un cane che piange vuole dirci qualcosa: il linguaggio canino è naturalmente differente da quello umano. Spesso i segnali sono difficili da interpretare in quanto un elemento potrebbe essere frutto di più cause: sta all’umano indovinare qual è quella corretta e correre ai ripari.
Lacrime, mugolii e guaiti sono spesso sintomi di un malessere interiore, come nel caso del cucciolo che vuole attirare l’attenzione della madre.
Ciò innescherà in lui un meccanismo di lamento-soddisfazione che si verificherà ogni volta che avvertirà un bisogno da appagare. Oppure alla base del pianto potrebbero esserci necessità fisiche: fame e sete in primis potrebbero tormentare il nostro cane fino a farlo piangere di disperazione.
CANE CHE PIANGE DI DOLORE
La coda è bassa e lo sguardo è perso nel vuoto: meglio chiamare immediatamente il veterinario e fargli sentire la nostra vicinanza con coccole alle zampe e sulla testa. Se trema, è bene coprirlo con una copertina di cotone.
CANE CHE PIANGE DI SOLITUDINE
Capita spesso ai cuccioli, dopo il distacco dalla mamma, di soffrire di solitudine. L’ambiente nuovo e gli affetti con i quali convivere gli saranno ancora estranei. Quando crescerà potrebbe soffrire allo stesso modo per l’assenza del padrone: in fondo un cane ha sempre bisogno di attenzioni!
CANE CHE PIANGE PER PAURA
I cani che subiscono traumi corrono il rischio di non superarli mai. Alcune situazioni potrebbero richiamare alla mente situazioni di forte disagio e stress psicologico, cui reagiscono piangendo. Altrettanto frequente è piangere per la paura di rumori forti o fastidiosi, come i botti di Capodanno o un motore in accensione.
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Una volta che il veterinario avrà escluso malesseri fisici, tutto ciò che resta da fare dipenderà da noi. Ecco una serie di piccoli accorgimenti per provvedere alle esigenze del cane e consolare il suo pianto. Se si tratta di un cucciolo appena arrivato in famiglia, diamogli il tempo di ambientarsi: serviranno dai due ai tre mesi perché avverta familiarità con la nuova casa e la famiglia. Se il cane soffre della ‘sindrome dell’abbandono’ è necessario non essere l’unico oggetto del suo interesse: riempiamo la stanza di giochi e distrazioni, così quando saremo costretti ad allontanarci lui sarà impegnato con altro. Evitare di procurargli stress emotivo inutile: se vediamo che una situazione lo mette a disagio, semplicemente non creiamola. Fare attenzione alle sue esigenze: preoccupiamoci che la ciotola dell’acqua sia sempre piena e ricordiamoci dei suoi pasti.
E’ naturale che il padrone dovrà impiegare del tempo per conoscere il suo cane e capire le sue esigenze: non abbiate fretta di imparare e non avvilitevi se vi sembrerà i non soddisfare i suoi bisogni. Date tempo al vostro rapporto e di certo i risultati arriveranno.
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F.C.
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