Il cane Corso, un molossoide gigante
Le razze canine si sono evolute nell’arco dei secoli arrivando a una classificazione in base a diversi criteri. Fu il veterinario francese Pierre Megnin alla fine dell’Ottocento a delineare una prima suddivisione in quattro gruppi detti anche “famiglie” in base alla morfologia del cane: lupoidi, braccoidi, molossoidi e graioidi. Alle quali si sono aggiunte altre famiglie quali Bassottoide e Volpinoide come i Volpini e Piccoli Spitz. Ogni famiglia ha un’ulteriore suddivisione in base alla taglia, per cui si parlerà di taglia piccola, media, grande o gigante oltre 80 cm.
Da un punto di vista della morfologia, il Cane Corso rispecchia tutti i parametri del molossoide: testa rotonda, voluminosa, mentre le orecchie sono piccole. Il muso è più corto del cranio, le labbra sono abbondanti e infine la dentatura a un tipo di chiusura a tenaglia o prognata. Il manto può essere di diversi colori: Nero, Fulvo chiaro, Grigio, Nero striato, Marrone tigrato, Rosso.
Inoltre, come tutti i molossoidi che siano di taglia grande o piccola, ha una muscolatura molto sviluppata, forte e resistente.
A questa famiglia appartengono razze da combattimento come i dogo o il cane corso come pure molossoidi di montagna, cani imponenti tra i quali si annoverano il Cane da montagna dei Pirenei, Pastore del Caucaso, Pastore dell’Asia Centrale, San Bernardo, Pastore fonnese, Mastino spagnolo. Infine, vi sono anche i molossoidi di taglia piccola come Bulldog inglese e francese o il Carlino.
Il molossoide è una razza canina che si distingue per la sua tenace e coraggio. A differenza dei luoghi comuni, non si tratta di cani dall’indole violenta o aggressiva che viene purtroppo esaltata per l’addestramento dei cani da combattimento.
Trattandosi di un cane dalla muscolatura sviluppata, il Cane Corso come tutti i molossoidi, è robusto e atletico, pieno d’energia e giocherellone.
Il cane corso stabilisce un forte legame con il padrone e con la sua famiglia, percepita come branco. Tanto che viene spesso influenzato dall’umore e dallo stato d’animo del padrone. Un rapporto empatico che porta il cane corso ad essere molto protettivo e al contempo ricerca molto il contatto fisico.
Grazie alla sua intelligenza, legata al senso di protezione, il cane corso si rivela un cane estremamente vigile e presente verso quello che accade intorno alla sua famiglia e alla casa. Un comportamento ereditato dal passato per cui era stato addestrato e selezionato per la guardia e la difesa della proprietà.
L’educazione e l’addestramento del cane corso non può prescindere dal tenere conto del carattere e dell’indole di questa razza considerando inoltre la mole e la sua forza fisica per cui anche nel gioco può rivelarsi violento. Un cane che si presta sia a vivere in famiglia che per la guardia e la difesa.
Per cui è necessario innanzitutto garantire il benessere psicofisico del cane con attività fisica. Meglio avere un grande giardino per farlo sfogare oppure riservare lunghe passeggiate quotidiane con attività per il cane.
Trattandosi di un cane con spiccate qualità da guardia e da difesa è necessario educarlo fin da cucciolo se viene fatto crescere all’interno di una famiglia. Iniziare a correggerlo fin da piccolo e portare il cane alla socializzazione con altri cani fin da cucciolo. Questo aspetto è fondamentale perché per la sua forza potrebbe rivelarsi molto violento nel gioco con altri cani. Il cane corso così come durante la fase di svezzamento con la madre e quella di socializzazione con i fratelli, deve proseguire l’educazione fino all’età adulta. Inoltre, trattandosi di una razza selezionata per sorvegliare e difendere la proprietà e per attaccare gli intrusi, la fase di socializzazione deve tenere conto di questo aspetto. L’addestramento influirà sul comportamento del cane nei riguardi di estranei e di altri cani o animali.
Di conseguenza, il carattere del corso è diverso tra gli esemplari cresciuti in famiglia e quelli addestrati per la guardia o difesa. In ogni modo, è sempre un cane equilibrato e tranquillo, raramente nervoso.
Oltre alla socializzazione il cane corso deve essere addestrato all’obbedienza. Una macchina da guerra che in ogni momento deve rispondere al comando. La sua forza in nessun caso deve essere sottovalutata.
Ha un carattere versatile e un temperamento adatto all’addestramento. Per cui può essere addestrato a diverse mansioni: difesa, guardia o custodia del bestiame. In alcuni casi, viene anche usato per la caccia grossa.
In famiglia si rivela un cane molto affettuoso e attendo nei riguardi dei bambini.
Il Cane Corso nasce dal molosso italiano Mastino Napoletano usato anche in ambito militare. Rischiò l’estinzione dopo la Seconda Guerra Mondiale e la razza fu ripresa da un allevatore svizzero, Piero Scanziani.
Rispetto al Mastino Napoletano, il cane Corso è di taglia inferiore. Inizialmente fu chiamato Dogo di Puglia, poi solo recentemente, nel 1988, fu registrato con il nome di Cane Corso.
Tutti i molossoidi tipo dogo sono usati come cani da combattimento. Tra queste razze rientrano il Corso, il Mastino Inglese o Napoletano, il Fila Brasileiro, ma anche cani da compagni come il Boxer o il Dogue de Bordeaux.
Come nella maggior parte dei cani da combattimento, da caccia, da difesa, da guardia o da pastore, anticamente veniva praticato il taglio delle orecchie con finalità pratiche e non estetiche.
La coda e le orecchie era una sicurezza per la salute del cane. Sia per il cane da caccia che inseguendo prede poteva riportare danni alle parti del corpo più esposte e delicate così come per i cani da guardia che rischiavano di essere morsi da roditori rischiando gravi infezioni. Lo stesso per i cani da combattimento o da difesa, veniva praticata e purtroppo ancora oggi nell’illegalità viene ancora effettuato il taglio delle orecchie e della coda per evitare che il cane nemico potesse aggrapparsi con facilità a una parte del corpo.
Per molti anni, il taglio della coda e delle orecchie furono inseriti negli Standard di alcune razze che prevedevano sia le amputazioni oppure anche coda e orecchie integre. Tuttavia, grazie all’impegno delle organizzazioni animaliste, la legge ha vietato le amputazioni trattandosi di una pratica con la quale veniva inflitta una sofferenza inutile provocata all’animale per soli fini estetici.
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C.D.
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