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Cani

Cane alla catena: cosa dice la Legge a riguardo

Si può tenere il cane alla catena o la Legge lo proibisce? Tutto quello che c’è da sapere sull’abitudine di tenere i cani legati con una catena di ferro.

Cane alla catena: cosa dice la Legge e le regioni più tolleranti (Foto Pixabay)

Quanto è triste vedere un cane legato alla catena, senza alcuna possibilità di muoversi, come se fosse un prigioniero? A parte la sua faccia mogia e l’angoscia di vederlo in quelle condizioni, ci siamo mai chiesti se è lecito che un cane sia costretto a stare così? Ecco cosa dice la Legge a riguardo e in che modo dobbiamo regolarci se ne troviamo uno in strada.

Cane alla catena secondo la Legge

Tutti gli articoli specifici sulla questione (Foto Pixabay)

Come in altre circostanze, come ad esempio quella che si chiede se il cane può entrare in Chiesa o no, anche in questa materia c’è poca chiarezza dal punto di vista legale. Ci sono di certo regole severe e sanzioni per chi maltratta il proprio animale, ma anche tenerlo legato alla catena rientra nell’elenco dei maltrattamenti? Su questo il quadro legislativo non è specifico, ma i comuni italiani se ne sono fatti carico e hanno provveduto, con grande sensibilità per l’argomento, a stilare delle proprie norme sul fatto di tenere il cane legato. A parte qualche eccezione, pare che tutti siano più o meno concordi nel non tenere un cane per la catena.

Se vogliamo appellarci alla Legge possiamo chiamare in causa l’art. 544 del codice penale che, seppur in maniera troppo generica, afferma che non si possono tenere animali in condizioni incompatibili con le loro caratteristiche etologiche. Ma in realtà se noi vediamo in strada un cane legato alla catena, non abbiamo il ‘permesso’ di liberarlo.

Quando liberare un cane dalla catena

Cane alla catena: quando è il caso di intervenire in suo soccorso (Foto Pixabay)

Sebbene non siamo tutelati dalla Legge nel liberare un cane, in quanto nessuna regola ufficiale vieta al padrone di tenerlo così, possiamo in realtà valutare la situazione nel complesso ed eventualmente intervenire. La sola cosa che ci consentirebbe di ‘avere ragione’ a liberare un cane dalla sua catena è la constatazione che il cane sia in una situazione di sofferenza.

Se la catena non è abbastanza lunga da consentire all’animale di sedersi, o di fare qualche passo, o di raggiungere la ciotola dell’acqua o la sua cuccia, allora possiamo intervenire. Inoltre la catena deve essere fornita di moschettoni, che allentano la presa ed evitano il rischio di strangolamento.

Cane alla catena: le regioni meno ‘rigide’

Sebbene ogni regolamento regionale e comunale prenda i suoi specifici provvedimenti in materia, la regola generale tende ad evitare di tenere il cane alla catena. Tranne in alcune regioni che sembrano più ‘tolleranti’ sulla questione.

La Lombardia ad esempio, nel 2017, ha introdotto delle novità sul tema: se ci sono ragioni sanitarie specifiche, certificate da un veterinario o temporanee per ragioni di sicurezza, il cane può stare alla catena.

In Piemonte invece il regolamento regionale del luglio 2004 afferma che la detenzione dei cani alla catena deve essere evitata, ma qualora fosse necessaria per specifici motivi, deve essere per periodi di tempo non superiori ad 8 ore.

Invece nella città di Bari il regolamento è ancora meno chiaro: ‘Se indispensabile, l’uso della catena deve comunque essere assicurato all’animale il libero movimento con possibilità di raggiungere comodamente i contenitori dell’acqua, del cibo ed il riparo… La lunghezza della catena non dovrà essere inferiore a cinque metri o maggiore in relazione allo spazio disponibile e tenuto conto del benessere animale. È comunque vietato l’uso del collare a strozzo’.

Le multe e le pene

Insomma sebbene in linea generale si tende a non tenere il cane alla catena, non vi è un unico regolamento valido per tutti. In linea generale però se non vi sono le condizioni che ammettono un simile comportamento allora si può arrivare a una sanzione di circa 5.000 euro. Inoltre anche il Codice Penale punisce la detenzione dell’animale tenuto a catena. La sentenza del 20 febbraio 2018 è emblematica: la Corte di Cassazione ha stabilito una pena di sei mesi di reclusione per il reato di maltrattamento di animali di cui all’art. 544 ter c.p. nei confronti di un uomo che ha tenuto un pastore tedesco isolato alla catena per vari giorni, in scarse condizioni igienico sanitarie, senza acqua né cibo e senza riparo nel mese di gennaio.

Con la sentenza del 6 luglio 2011 n. 26368 invece è stata assegnata una multa di 5 mila euro nei confronti di un sessantasettenne per aver tenuto i propri cani legati ad una catena troppo corta. Gli animali infatti presentavano abrasioni al collo.

Un po’ di buonsenso

L’animale soffre perché legato (Foto Pixabay)

Tenere il cane alla catena per un nostro egoismo o per impedirgli di fare danni in casa o all’esterno ci deve far riflettere su due cose: la prima è che un cane non è un giocattolo e, prima di adottarne uno, è necessario comprendere tutte le responsabilità legate alla nuova vita che si sceglie di accogliere in casa.

Il secondo aspetto da valutare che, per quanto possa essere o meno considerato un reato, deve essere sempre al primo posto il benessere dell’animale.

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F.C.

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Francesca Ciardiello

Laureata in Lettere moderne e in Forme e tecniche dello spettacolo, fin da piccola sono sempre stata affascinata dal mondo animale. In casa mia non sono mai mancati pesci rossi, tartarughe canarini e uccelli di ogni specie. Dal mese di Aprile 2022 sono iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Campania. Avere la possibilità di scrivere per Amoreaquattrozampe è ogni giorno un’avventura meravigliosa.

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Francesca Ciardiello

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