A quanto pare il cane capisce quando siamo arrabbiati, e giustamente mantiene le distanze. A dirlo le evidenze di uno studio scientifico.
Siete convinti che Fido vi capisca? Avete pienamente ragione. A quanto pare il nostro amico a quattro zampe è bene in grado di comprendere le diverse emozioni che possono albergare in un essere umano. E se il cane capisce che siamo arrabbiati, mantiene una distanza di sicurezza. Questi i risultati di un esperimento scientifico.
Due lingue diverse…ma non troppo
Il cane e l’essere umano parlano due lingue del tutto diverse, e nessuno dei due riuscirà mai ad esprimersi con quella dell’altro. Questione di limiti fisici, e sostanzialmente invalicabili. Ma imparare a comprendersi, si può.
Ed è così da sempre, da quando l’amicizia tra cane ed essere umano è nata.
Col tempo le due specie hanno imparato a conoscersi, e a comunicare. Ovviamente, il linguaggio del corpo è uno strumento indispensabile nella comprensione reciproca. Le emozioni sono uno degli strumenti principali con i quali ci esprimiamo, quando non utilizziamo la parola.
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Il cane capisce che siamo arrabbiati: l’esperimento
Il cane capisce le varie emozioni che esprimiamo; e quando siamo arrabbiati tende a starci lontano. Chi vive con un animale d’affezione sa bene quanto possa essere acuta la sua sensibilità , e quanto riesca a percepire i nostri stati d’animo.
Ma quella che potrebbe essere un’impressione – o suggestione, direbbe chi non dà particolare peso alle capacità ed affettività degli animali – è in realtà un’evidenza scientifica.
Lo studio è stato condotto da un team composto da ricercatori dell’Università di San Paolo e quella di Lincoln: Natalia Albuquerque, Daniel Mills, Kun Guo, Anna Wilkinson e Briseida Resende – questi i loro nomi.
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L’esperimento ha visto come protagonisti 90 cani domestici. Gli animali hanno interagito con due persone a loro sconosciute, che, di volta in volta, hanno mostrato reazioni di felicità , di rabbia, o neutrali.
Successivamente veniva posto del cibo, facilmente accessibile ai cani, in prossimità delle due persone, che in questa seconda fase mostravano solo ed esclusivamente un’espressione neutra.
Ebbene, nella maggior parte dei casi i cani hanno preferito recarsi o farsi aiutare dalla persona che aveva manifestato felicità nel corso della prima fase dell’esperimento, evitando l’altra.
Questo significa che gli animali hanno effettuato la scelta sulla base della reazione precedente. Il cane, dunque, capisce se siamo arrabbiati o felici anche guardando semplicemente il nostro volto, ed è in grado di elaborare tale informazione per prendere delle decisioni future, quanto meno a breve termine.
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Antonio Scaramozza