Bonus per chi adotta i cani. Gli incentivi promossi dai Comuni

Foto dell'autore

By lotta75

Cani

@Getty images
@Getty images

Abbandonati, maltrattati, randagi, soli, prelevati dalla loro condizione e trasferiti dietro le gabbie di un rifugio, dove saranno protetti dalle insidie della strada, curati e alimentati. Ma la vita di un cane dietro alle sbarre gelide di un rifugio ĆØ sospesa. A loro mancherĆ  quell’affetto, la complicitĆ  e le attenzioni di una persona alla quale saranno sempre fedeli.

Un legame tradito, gesti irresponsabili che ricadono sui volontari, associazioni e sulla comunitĆ  stessa che deve provvedere a tutelare questi poveri animali. L’abbandono e il maltrattamento animale incide sul fenomeno del randagismo e sulle difficoltĆ  di gestione dei canili municipali. Negli ultimi anni molti Comuni hanno adottato nuove misure di sgravi per incentivare le adozioni e ridurre i costi: il “bonus cani”.

In un interessante articolo del Corriere.it, vengono ripercorse le diverse strategie messe in atto dai Comuni per la gestione dei canili, in ultimo lo sconto di 100 euro allā€™anno sulle Tari a chi adotterĆ  un cane randagio, a Vittoria, in provincia di Ragusa.
Il nuovo padrone, perĆ², dovrĆ  accettare di tenere con sĆ© la bestiola per un certo numero di anni e dovrĆ  acconsentire a controlli che il Comune condurrĆ  per verificare il buono stato di salute dellā€™animale.

Da Nord a Sud della Penisola, ci sono numerosi realtĆ  passando dai comuni di Poggio Rusco e Quistello, in provincia di Mantova, che danno un contributo fisso che spazia dai 200 ai 350 lā€™anno per il cibo e per le vaccinazioni del cane, passando da Pesaro che stanzia 150 euro lā€™anno per lā€™adozione di cani randagi, mentre Terni e Bisceglie prevedono uno sconto di 500 euro sulle tasse comunali.

Secondo il rapporto di Legambiente “Animali in cittĆ “, i Comuni in Italia spendono circa 250milion all’anno per il mantenimento di animali abbandonati in strutture pubbliche e un cane al Comune circa 4 euro al giorno, pari a 1500 euro l’anno.

Ecco che questo tipo di incentivi non solo mira a ridurre i costi, ma anche ad integrare le strategie di lotta al randagismo e agli abbandoni, richieste dalle associazioni animaliste.

 

Gestione cookie