Come ogni nuovo anno, l’Associazione italiana difesa animali e ambiente (AIDAA) torna con i dati statistici sui furti di cani, confrontando le denunce presentate alle forze dell’ordine con i numeri delle richieste d’aiuto pervenute allo “sportello animali Aidaa”.
Secondo Aidaa prosegue il fenomeno di furti di cani di razza e nel 2016 si stima un aumento rispetto al 2015. Infatti, tra i casi segnalati risulterebbero oltre 32 mila furti nel 2016 contro i circa 30mila nel 2015.
Dati scoraggianti che si erano già delineati all’inizio dello scorso anno. Nel 58% dei casi, sottolinea Aidaa, si tratta prevalentemente di esemplari di piccola taglia, tra i quali si contano 1.200 chihuahua ed altre razze come i Cavalier King ma anche bouledogue francesi ed inglesi. Ma non solo. Tra le razze più minacciate dal fenomeno anche quelle di cani da caccia. I dati parlano chiaro e nel 70% dei casi si tratta di esemplari di piccola razza in età fertile. Ovvero, molti dei quali potrebbero essere poi destinati alla riproduzione negli allevamenti illegali, smistati anche in paesi esteri come in Romania, come ipotizzato in un’indagine condotta nel 2015. Oltre al traffico di cani di razza destinati alla riproduzione, all’accattonaggio, nel caso di cani di taglia grande, appartenenti ad alcune raze specifici si cela anche il fenomeno del traffico di cani da combattimento, quello degli animali da compagnia di lusso, fino ad una realtà crudele della vendita del cane per essere destinato come cavia nei laboratori dediti alla vivisezione.
Le regioni dove si sono verificati più furti sono Lombardia, Puglia, Lazio,Campania e Piemonte.
Nell’ottobre del 2016, lo sportello dei Diritti, aveva affrontato la questione del furto di cani, sottolineando che nel corso dell’anno erano aumentati, soprattutto quelli di razza. Tuttavia, veniva evidenziato come, in realtà, “il furto di animali non rientra fra i reati censiti nella banca dati delle Forze di Polizia, come invece accade per le automobili”. Per cui, nonostante esistono dei riscontri cartacei delle denunce presso i vari comandi, questi non vengono inseriti in un sistema banca dati comune che possa elaborare un preciso dato statistico. Lo sportello per i diritti aveva parlato anche di un nuovo fenomeno, il cosiddetto dognapping, ovvero quello del rapimento di un animali domestico per richiedere un riscatto economico, molto diffuso un altre nazioni come Francia e Germania.
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