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Animali in città, V rapporto di Legambiente: mancanza di controlli a livello nazionale

Come ogni anno da cinque anni, Legambiente ha presentato il V rapporto “Animali in città” con il quale viene monitorata la presenza dei 4zampe  nelle città, cani e gatti, in 91 capoluoghi di provincia, in base ai dati fornite delle amministrazioni e da 73 aziende sanitarie su 149 contattate. Una panorama non ancora soddisfacente a livello nazionale, per cui come sottolineato l’unica scusa potrebbe essere collegata all’aumento di animali d’affezione per cui siamo passati da 6 milioni di cani registrati all’anagrafe nel 1999 agli 8 milioni attuali, laddove vengono stimati in realtà ben fra i 15 e i 18 milioni i cani nelle famiglie.

CLASSIFICA ANIMALI D’AFFEZIONE REGISTRATI PER CITTADINO– Nel nuovo rapporto, l’associazione ha stillato la classifica delle città in base ai cani registrati all’anagrafe e il numero di residenti, dalla quale spunta che Terni e Forlì vantano il maggior numero di cani per abitanti, pari a 3,5 cani per cittadino, laddove la media nazionale è di un cane registrato ogni 7,8 cittadini. Seguono Bologna, Ferrara, Parma, Cremona, Lecco, Monza e Perugia.

livello nazionale la Asl Umbria 2, che comprende Terni, Spoleto, Foligno e Orvieto, ha una media di un cane ogni 2,5 persone, mentre il Friuli Venezia Giulia registra 1 cane ogni 4,2 cittadini e in fondo alla classifica, la Calabria con un cane registrato ogni 22,3 cittadini. Tra i capoluoghi, Grosseto ha un cane registrato all’anagrafe ogni 341 cittadini, Avellino 1 ogni 722, Asl Sassari 1 ogni 3,6, Asl Roma A 1 ogni 22,8, Roma F 1 ogni 49,6.

Per quanto riguarda le colonie feline si registrano ad Arezzo, una colonia ogni 12,5 cittadini,  una ogni 20 cittadini a Massa, mentre Asti è in fondo alla classifica con 1 colonia ogni 1913 cittadini.

La Asl di Fabbriano vanta una colonia ogni 22,5 20 cittadini, seguita da Napoli, una ogni 23 cittadini e in fondo alla classifica spunta la Asl di Nuoo con una colonia ogni 7949 cittadini .
SPESA SANITARIA– Per quanto riguarda la spesa sanitaria delle amministrazioni, a livello nazionale si aggira a 250 milioni di euro annui e il record  dato disponibile è nazionale e gira intorno a quota 250 milioni di euro annui.  Potenza  assicura la cura di un animale d’affezione ogni 21 cittadini, seguita Terni con un controllo su animali ogni 45 abitanti. Maglia nera a Novara  con un controllo ogni 21 mila abitanti e la Asl Milano 1 dichiara di farne uno ogni 95mila abitanti.

Rispetto alle colonie feline, solo il 60,43% dei comuni dichiara di monitorarle (15.445 colonie, con oltre 160.742 gatti e 7.958 cittadini impegnati), mentre tra le aziende sanitarie solo il 71,23% dichiara di monitorare le colonie feline presenti nel proprio territorio (23.869 colonie per 185.333 gatti.

La maggior parte delle aAsl assicurano di intervenire contro il maltrattamento degli animali (86,3%) e di aver fornito lettori microchip al proprio personale (95,89%).

Ma anche secondo i conti emerge che non vengono fatti controlli a sufficienza: l’Asl Milano 1 recupera 562,2 euro a controllo laddove la Usl Modena soli 0,35 euro a controllo.

RANDAGISMO- Per riguarda l’efficienza nella gestione dei canili e di riassegnare i cani quei cani, grazie al lavoro di Comuni e Asl, Frosinone e Ancona, dominano la classifica dove per ogni nuovo ingresso vi è la sistemazione di due esemplari, cosi come a Bolzano e Lucca. Mentre Trapani è in fondo alla classifica con ogni 30 nuovi ingressi al canile, riesce a sistemare un solo esemplare e Nuoro che assegna un cane ogni 11 nuovi ingressi.

Da un punto di vista dei capoluoghi, su 91 amministrazioni comunali solo 35 (il 38%) hanno una performance valutata “sufficiente”, mentre 8 capoluoghi (Verona, Ferrara, Cremona, Monza, Bologna, Lecco, Perugia, Parma) hanno un risultato “buono” e solo 2 città (Terni e Modena) registrano una performance “ottima”. Per quanto riguarda le Asl, anche in questo caso solo 35 aziende su 73 hanno un risultato sufficiente, pari al 48% del campione, 12 con performance “buona” e solo 2 (Savona e Brescia) col massimo dei voti.

Per quanto riguarda la sterilizzazione dei cani e dei gatti la media nazionale è della sterilizzazione di un cane ogni 4,8 entrati nei canili, mentre per i gatti i dati parlano di 1 ogni 8,2 presenti nelle colonie.

CITTA’ A MISURA DI CANI– Il dossier ha anche considerato le aree dedicate ai cani nelle città. In questo caso, la maglia nera va a Taranto dove risulta una sola area cani per 218 km. Pordenone conta invece su un’area dedicata ai cani ogni 2,5 km, Siena un’area ogni 7,9 km e Salerno ogni 59 km.
Infine, per quanto riguarda le norme comunali, l’89,01% dei comuni dichiara di avere un regolamento per la corretta detenzione degli animali in cittàe e l’accesso ai locali pubblici e negli uffici con i quattro zampe è regolamentato in 2 Comuni su 3.

COMMENTI– Ermete Realacci, presidente Commissione Camere e Ambiente in occasione della presentazione del V Rapporto nazionale di Legambiente, come riporta il Sole24ore, ha sottolineato che “in Italia abbiamo un cane regolarmente registrato ogni 9 cittadini, sui quasi 250 milioni di spesa pubblica di settore, o ancora le performance troppo spesso non sufficienti di comuni e Asl contro randagismo e sofferenza dei nostri amici a quattro zampe. Di fronte a politiche e servizi troppo disomogenei sui territori, alla mancanza di una strategia nazionale, alla carenza di informazione e di controlli, c’è ancora molto da fare per migliorare l’azione contro randagismo e abbandoni, per il benessere dei nostri animali da compagnia e non solo”.

Legambiente, ha proseguito Realazzi ha evidenziato delle proposte precise a partire dal “confronto e il dialogo fra le associazioni dei cittadini, le professioni, i Comuni e le Regioni, insieme all’esempio che arriva dalle esperienze positive già diffuse nel Paese, sono la strada giusta da percorrere per spostare in avanti l’asticella della convivenza civile nel nostro Paese. Tanto più che il nostro rapporto con gli animali è anche una buona misura del tasso di civiltà della società, il tratto di un nuovo umanesimo di cui c’è molto bisogno”.

Infine, conclude il presidente della Commissione Ambiente Camera, “il Parlamento ha dato recentemente un segnale chiaro varando, nell’ambito del Collegato ambientale, il divieto di pignoramento degli animali da compagnia. Un’assurdità anche dal punto di vista giuridico e amministrativo. Sono certo che, al di là della mia personale sensibilità, il Parlamento sia pronto ad esaminare ulteriori proposte in materia che venissero anche da Legambiente”.

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