Vietato allevare Bulldog inglesi e Cavalier King Charles, due delle razze brachicefale più conosciute: lo storico traguardo giunge dalle aule di un Tribunale, ma non italiano.
Molto spesso risulta difficile conciliare etica e commercio, in particolar modo laddove l’oggetto della compravendita sia un essere vivente. Come noto, le razze brachicefale, frutto di accurate selezioni elaborate al solo scopo di soddisfare un capriccio estetico dell’essere umano, soffrono di importanti problemi respiratori. Per questo motivo un Tribunale ne ha vietato l’allevamento.
Una figura a metà tra essere senziente e res: questo, in estrema sintesi, lo status dell’animale nell’ambito dell’ordinamento giuridico.
E dunque, se da un lato i nostri amici a quattro zampe godono di importanti tutele, in particolare per ciò che concerne il profilo penalistico e l’apposita legislazione che punisce i reati contro gli animali, dall’altro sono pur sempre configurabili alla stregua di un oggetto patrimoniale, che il proprietario può legittimamente alienare.
Ed è proprio la patrimonializzazione di tali esseri viventi che maggiormente cozza con la consapevolezza dell’individualità che li caratterizza e dei diritti che dovrebbero essere loro riconosciuti; e neanche gli animali d’affezione, la più privilegiata, probabilmente, tra le categorie, è esente dalle storture scaturenti dal dominio dell’essere umano.
Fra le tante, non si può non annoverare la creazione (e relativa conservazione) delle razze canine, che già di per sé costituisce una notevole intromissione dell’essere umano nel percorso evolutivo di una specie; pratica che ha assunto profili aberranti, ove la selezione ha avuto come unico scopo quello di soddisfare puri capricci estetici, a discapito della salute degli animali.
È il caso, ad esempio, delle razze brachicefale.
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Tra le più note razze brachicefale si annoverano il Carlino, il Boxer, il Bulldog inglese, il Bullmastiff, lo Shih Tzu, il Pechinese, il Cavalier King Charles ed il Boston Terrier. Gli esemplari di tali razze sono detti anche cani dal muso schiacciato.
In effetti sono caratterizzati da un’anomalia genetica: il cranio di tali animali si sviluppa maggiormente in larghezza che in lunghezza, dando luogo al peculiare aspetto che li contraddistingue, ancora oggi molto ricercato da molti amanti di animali.
Ma tale anomalia è fonte di notorie difficoltà respiratorie, che persistono per tutta la vita dell’animale; e a discapito della salute di esseri viventi e senzienti la selezione di tali razze, volta, di fatto, a soddisfare un puro gusto estetico, continua imperterrita, ben lontana dal piccolo limbo in cui etica e patrimonializzazione di animali possono incontrarsi.
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Ecco perché risulta storica la recente sentenza del Tribunale di Oslo, Norvegia, che ha vietato l’allevamento delle razze brachicefale Bulldog inglese e Cavalier King Charles.
La causa, promossa dalla Norwegian Animal Protection Alliance, ha portato alla logica conseguenza scaturente dal pacifico riconoscimento che l’allevamento di tali razze è incompatibile con il benessere dei relativi esemplari.
L’auspicio è che l’esempio norvegese possa prendere piede, in breve tempo, ben oltre i confini nazionali, fino a giungere nelle nostre aule di Tribunale.
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