Il latte ai cani fa bene o crea problemi al suo organismo? Tutto quello che bisogna sapere su uno degli alimenti più inseriti nelle diete.
Da sempre nell’immaginario di ogni padrone che vuole prendersi cura del suo cucciolo gli offre da bere l’alimento che per eccellenza nutre anche i neonati umani, il latte. Eppure crescendo questo alimento potrebbe non solo non essere più ‘utile’ alla crescita come lo era all’inizio della vita ma potrebbe addirittura risultare dannoso per l’organismo. Ecco dunque perché è importante sapere tutto prima di dare latte ai cani e chiedersi se fa bene oppure no.
Genericamente si sa che il latte fa bene, ma quali sono le sue proprietà? Di sicuro possiede nutrienti utili, anzi fondamentali, per la crescita e lo sviluppo dei piccoli appena nati (siano essi umani o animali) e in particolare è composto da:
Ma in cosa si differenziano i mammiferi nell’assunzione del latte? Non solo nella frequenza delle poppate ma anche nella composizione stessa del latte che ingeriscono. Infatti se vi sono cuccioli che creano un rapporto di legame profondo con la figura materna, relazione che va oltre il semplice nutrimento, noteremo che essi sono quasi sempre attaccati alle mammelle e succhiano molto frequentemente.
Di conseguenza il latte delle mamme di questi cuccioli non sarà grasso e sarà poco proteico, poiché il nutrimento non sarà occasionale, bensì molto frequente; al contrario vi sono altri cuccioli che fin da piccolissimi si distaccano dalla madre per procacciarsi il cibo da soli, dunque si nutrono alla mammella in maniera più sporadica.
E’ in quest’ultimo caso che il latte sarà più grasso e nutriente, proprio perché in poche occasioni, dovrà saziare e soddisfare a sufficienza le esigenze dei cuccioli più ‘indipendenti’. Infatti se il primo tipo di latte è molto acquoso, il secondo invece è più ‘pesante’ e dunque anche meno digeribile del primo.
Molti esperti sostengono che si tratti di età, ovvero che una volta divenuti ‘grandi’ e adulti i cani non abbiano più bisogno del latte, esattamente come noi umani una volta cresciuti. Il lattosio, composto da glucosio e galattosio, diventa il ‘problema’: infatti il cane cucciolo di cane possiede un enzima (la lattasi) che lo smaltisce ma che da adulto non avrà, poiché si sarà abituato anche ai cibi solidi.
Condannare però del tutto l’alimento latte però non è giusto, poiché ci sono alcune razze canine (i pastori e i bovari) che non perdono mai questo enzima e dunque continuano a digerirlo benissimo. Ma fa male? Il problema è proprio questo, poiché non si tratta di gusto: i cani sono onnivori e non avrebbero problemi a ingerirlo ma in seguito potrebbero iniziare a manifestare alcuni sintomi molto significativi di qualcosa che non va a livello gastrointestinale: episodi di diarrea e flatulenza nel cane.
Premesso che se è sempre stato abituato a quello di mucca, sarà difficile somministrargli del latte di origine vegetale, benché gustoso e digeribile, come ad esempio quello di mandorla, di soia o di riso. Partendo proprio da quest’ultimo prestiamo attenzione allo stato di salute del cane prima di dargliene, poiché non è adatto a cani col diabete o per quelle razze canine pigre, che quindi non lo smaltiscono facilmente.
Povero di grassi e con poche calorie, il latte di soia non va bene per i cani che hanno problemi di tiroide; infine quello di mandorla sembra la scelta migliore (non a caso è inserito spesso nella dieta ipocalorica di un cane per prevenire l’obesità). Fa bene alle ossa, al cuore, alla flora intestinale, alla vista e perfino all’apparato cerebrale.
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