Si torna a parlare dell’Alabama rot, una malattia che colpisce i cani e che sta seminando paura soprattutto in Gran Bretagna. La fobia è alta, anche nel nostro Paese, per cui andrebbero chiariti alcuni elementi. Alcuni veterinari del Regno Unito in questi mesi hanno lavorato alacremente per cercare una soluzione a questa che rischia di diventare una vera e propria epidemia mortale. David Walker, che ha seguito i casi, ha ammesso: “La causa dell’Alabama Rot, è ancora sconosciuta e purtroppo non vi è alcun modo per evitare che un cane contragga la malattia”.
Quello che finora sappiamo per certo è che le razze più esposte al contagio di questa malattia sono Labrador e Cocker Spaniel. Nel 90% dei casi questo contagio porta alla morte dell’animale, per complicazioni varie che vanno poi ad influire sui reni. Quello che preoccupa sono i rischi per l’Italia e da questo punto di vista si possono rassicurare gli amici dei cani: al momento non è stato registrato alcun caso e l’epidemia sembra essere circoscritta.
L’Alabama Rot è nota anche come Vasculopatia glomerulare cutanea e renale (CRGV). Il primo caso risale addirittura agli anni’80 negli Stati Uniti e precisamente in Alabama. Da qui deriva appunto il nome, a cui viene fatto seguire il sostantivo ‘rot’, che significa marciume. Nel Regno Unito la malattia arriva a dicembre 2012: da allora 112 cani sono stati uccisi in maniera praticamente fulminante. Se si volesse paragonare a una malattia che colpisce l’uomo, possiamo dire che ha molti aspetti in comune con la meningite.
A provocare l’Alabama Rot è quasi sicuramente il batterio Escherichia coli o una tossina da esso prodotta. La malattia si manifesta attraverso lesioni cutanee che appaiono su gambe, corpo, bocca o lingua. Altri sintomi sono ulcere e ferite di vario genere, macchie rosse e gonfiore sulla pelle. Spesso si ha a che fare con un’insufficienza renale acuta, che in pochi giorni toglie la vita al cane.
La malattia si presenta tra i mesi di novembre e giugno. Si sospetta che quindi si diffonda soprattutto nelle zone boschive fangose. Non ci sono però delle certezze, per cui è difficile anche fare prevenzione. Non è ancora nemmeno chiaro se si tratti di una malattia trasmissibile da cane a cane oppure no. In ogni caso, uno dei consigli è quello di lavare i propri animali domestici, soprattutto dopo delle passeggiate nei boschi.
GM
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