Adottare un Hokkaido: pro, contro e padrone ideale di questa razza

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By Francesca Ciardiello

Cani

Adottare un Hokkaido: 3 contro

E’ sicuramente dotato di tante qualità ma, come tutti i suoi simili (e non) anche di difetti tali che potrebbero far cambiare idea su di lui a potenziali padroni desiderosi di averne uno: ecco quali sono.

Hokkaido che corre
(Foto AdobeStock)

Si annoia facilmente

Per quanto tranquillo e indipendente, l’Hokkaido ha bisogno di essere continuamente stimolato, soprattutto se le sue giornate le trascorre da solo. La noia potrebbe trasformarsi in frustrazione e addirittura farlo diventare distruttivo: se non vogliamo trovare la casa sfasciata al nostro ritorno, sarà il caso di tenerlo sempre attivo e impegnato.

Può scappare facilmente

Questo è un ‘problema’ che potremmo riscontrare nella maggior parte dei cani da caccia: infatti per istinto e DNA questi esemplari sono portati a vedere negli altri animali spesso una preda da cacciare e, di conseguenza, partono alla sua cattura. Questo li porta ad allontanarsi da casa e a superarne ben oltre i confini. Per questo motivo è opportuno recintare bene gli spazi all’aperto e tenerlo sotto controllo, rispettando sempre però le sue esigenze.

Non adatto come primo cane

Pare che questo cane giapponese sia fatto apposta per la popolazione locale e solo per essa, nel senso che potrebbero esserci problemi quando un padrone di un’altra cultura vorrà prendersene cura e per una questione di abitudini sia per un fatto caratteriale. E poi bisognerà essere precisi ed esperti nella sua educazione per evitare che prenda il sopravvento e non si lasci ‘comandare’.

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Adottare un Hokkaido: il padrone ideale

Sicuramente un Hokkaido avrà non solo bisogno di un padrone esperto e dal polso fermo ma anche di uno disposto a farlo socializzare con i suoi simili fin da cucciolo e con gli altri umani: infatti questo è un aspetto fondamentale per una corretta integrazione dell’animale in casa e anche sul campo di lavoro.

Hokkaido
(Foto AdobeStock)

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Servono affetto e pazienza ma soprattutto coerenza nel gestirlo: un padrone approssimativo, con poco tempo a disposizione e soprattutto con poca forza di volontà, non dovrebbe averne uno. Infine, ma non meno importante, dovrà essere una persona attiva, sportiva e dinamica, che lo accompagni nelle sessioni di lavoro e di gioco: non a caso non è adatto alle persone anziane o cagionevoli di salute, che non riuscirebbero a stargli dietro.

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