Hai trovato un cane per strada e vuoi portarlo a casa con te? Scopri come adottare un cane senza microchip e qual è l’iter da seguire.
Abbiamo visto un cane randagio e ci siamo perdutamente innamorati di lui? Può capitare ma non basta semplicemente portarlo a casa con noi e prendersi cura di lui. Dobbiamo seguire un iter per fare in modo che risulteremo effettivamente i proprietari dell’animale. Ovviamente bisogna mettersi in regola con la burocrazia e, principalmente, far impiantare il microchip al nostro amato amico a quattro zampe. Vedremo brevemente anche quali sono i vantaggi dell’inserimento di questo dispositivo nel corpo dell’animale e come far per adottare un cane senza microchip.
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Così come accade spesso per i termini ‘proprietario e padrone’, anche questi due termini sono considerati, erroneamente, alla pari di sinonimi (Leggi qui: Essere proprietario di un cane: come dimostrarlo secondo la Legge). Eppure ci sono caratteristiche ben precise che distinguono l’affido dall’adozione. Il primo infatti riguarda quei cani che solitamente sono al centro di vicende giudiziarie, indagate dalla Procura della Repubblica (naturalmente non per ‘colpa’ loro). Si tratta di cani posti sotto sequestro, nell’attesa che il proprietario venga condannato o scagionato. In pratica non è possibile stipulare un atto di passaggio di proprietà dell’animale, almeno fino a quando il processo non sarà concluso (Leggi qui: Passaggio di proprietà del cane: qual è l’iter e cosa sapere).
E’ tristemente noto che i cani, e in generale gli animali, vengano considerati per la Legge alla pari di Res, di cose, e che vengano trattati legalmente come beni mobili. Tutti gli eventuali provvedimenti nei confronti del cane in affido, come ad esempio operazioni chirurgiche urgenti, dovranno essere approvate dalla Procura della Repubblica dietro certificato di urgenza rilasciato dal veterinario.
Dunque l’adozione è quando si hanno tutte le carte in regola per diventare effettivi proprietari di un cane che non appartiene a nessuno. Ecco cosa c’è da sapere per far sì che l’adozione sia burocraticamente e legalmente completa.
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La risposta è: assolutamente sì. Non c’è nulla di male nel volersi prendere cura di un cane che è stato abbandonato o non ha mai vissuto in una casa. Ma naturalmente non è possibile portarlo semplicemente a casa con noi: bisogna ‘renderlo noto’ anche alla Legge. In riferimento a tale situazione vi è la Legge 281 del 1991, ovvero la ‘Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo’. Essa prescrive un iter preciso prima di poter essere ‘liberi di portare’ a casa il cane’. Ecco cosa bisogna fare se si trova un cane senza microchip, passo per passo.
Da questo momento si aprono due diverse strade da percorrere: la prima è quella in cui si dovesse scoprire che l’animale ha già il microchip. In questo caso sarà ricontattato il legittimo proprietario e riconsegnato a lui. Nel caso in cui il cane però non appartenesse a nessuno, dovrà essere portato in canile in attesa di essere sottoposto alla procedura di inserimento del microchip (Approfondisci qui: Cosa rischia chi non mette il microchip al cane? Cosa stabilisce la legge).
Portare a casa un cane randagio equivale ad un furto e si è passibili di denuncia per appropriazione indebita. Ancora peggio se, una volta accertato che il cane ha il microchip, farglielo sostituire con uno nuovo: si tratterebbe di illecito penale che coinvolgerebbe non solo l’aspirante proprietario ma anche il veterinario che si è prestato a tale operazione.
Se il cane risulta già appartenere a qualcun altro però non tutte le speranze sono perdute. Infatti il cane smarrito, che è scappato o che comunque si è allontanato dal proprietario, dovrà essere posto in canile per almeno 60 giorni. Questo è il periodo di tempo a disposizione del proprietario per reclamare il suo animale. Trascorsi questi giorni, il cane potrà essere messo in adozione.
Inoltre il cane momentaneamente ‘in attesa’ di ritrovare il suo legittimo proprietario potrà essere posto in affido: infatti, entro quei 60 giorni, possiamo attivare la procedura di affido a patto che, qualora dovesse ‘riapparire’ il vecchio padrone, dovremo restituirlo a lui.
Si tratta di un dispositivo che, di fatto, registra il cane all’Anagrafe canina grazie ad un numero, ai dati segnaletici dell’animale e i dati del proprietario. In pratica serve a risalire al proprietario dell’animale qualora Fido si fosse smarrito o per accertarsi della reale appartenenza dell’animale a quella persona. Il microchip al cane è stato introdotto nel 1991, al posto del ‘vecchio’ tatuaggio.
E’ un provvedimento assolutamente obbligatorio oltre che necessario per ritrovare il padrone e per avere dati certi sulla distribuzione canina sul territorio italiano. E’ assolutamente indispensabile quando, nel corso delle vaccinazioni, bisogna emettere una ricetta veterinaria elettronica per il cane (Leggi qui: Vaccini del cane: quali sono gli obblighi e come funzionano). L’operazione di microchippatura è piuttosto rapida e indolore per l’animale, e non risulta alcuna sofferenza post-operatoria. Qualora si volesse approfondire l’argomento, questo è l’articolo specifico: Microchip al cane: cosa è, a cosa serve, costi e curiosità.
Francesca Ciardiello
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