Se ne abbiamo tanta paura è per una ragione: perché la vespa punge e cosa non dobbiamo assolutamente fare quando ne incontriamo una.
Tempo d’estate, tempo di punture di insetti. Tra questi un posto particolare lo occupano le vespe, le cui punture possono anche essere letali. Ma ci sono dei motivi precisi per i quali una vespa attacca più facilmente rispetto ad un’ape. A tal proposito: sappiamo distinguerle a prima vista? Tutto quello che c’è da sapere sulla fisionomia di questo insetto, sulla pericolosità e le cause delle sue punture. Infine saranno forniti anche alcuni consigli su come fare per evitare i suoi attacchi, senza rischiare di fare peggio quando una vespa punge.
Prima di arrivare a capire che una vespa è nei paraggi, perché ci ha già morso, vediamo in che modo è possibile riconoscerne una. Si tratta di un insetto particolarmente aggressivo, che colpisce più volte perché non perde mai il suo pungiglione. I colori che la caratterizzano sono le strisce gialle e nere, mentre il loro pungiglione è lungo, sottile e liscio: quest’ultimo è collegato ad una sacca che contiene del veleno, quello che provoca infezioni e allergie (Leggi qui: Differenza tra api e vespe: scopriamo le differenze tra questi insetti).
Se la mettiamo a paragone con un’ape, questo imenottero è meno peloso e la sua fisionomia appare più longilinea. E’ più facile confonderle con i calabroni, ma quello che può aiutarci a capire che si tratta di una vespa è sicuramente la dimensione più ridotta. Inoltre se le vediamo in sciami, è più facile che siano vespe.
In estate cosa c’è di meglio di stare stesi al sole e godersi una bella giornata? Ma ci pensano gli insetti, e in particolare le vespe, a rovinare il nostro relax: non a caso sono considerate molto più pericolose delle api (Leggi qui: Curiosità sulle vespe: preziose come le api ma considerate più pericolose). Perché spesso capita che questo colorato insetto si avvicini a noi proprio per succhiare il nostro sangue. Magari inavvertitamente possiamo minacciarle e loro, sentendosi in pericolo, reagiscono con le uniche armi che hanno: il loro pungiglione. Un altro motivo è la sopravvivenza dei loro piccoli: infatti, pungendo, esse andranno a caccia di afidi e altri simili per nutrirli. Questo accade soprattutto nel periodo tra fine estate e inizio autunno, quando vanno alla ricerca di frutta e sostanze zuccherine da portare al nido.
A differenze dell’ape però il fatto che il pungiglione non resta nel corpo della ‘vittima’, è fondamentale per capire che una vespa può pungere a più riprese, quindi non è detto che dopo la prima puntura si allontanino. Anzi è probabile che, avendo a disposizione ancora la preda, le restino accanto. Per questo è importante capire in che modo allontanarsi da questo insetto con molta cautela e magari mettersi al riparo da ulteriori attacchi.
L’evento spiacevole della puntura di questo insetto è piuttosto frequente e capita spesso in primavera-estate. Naturalmente bisogna non ‘facilitare’ loro il compito, stando lontani dai nidi. Infatti se avvertono il pericolo per loro e per i loro piccoli, attaccheranno immediatamente. Le punture delle vespe possono innescare solo una reazione locale moderata oppure una risposta allergica generale più severa. Nonostante questi insetti attacchino quando sono provocati e si sentono in pericolo, essi nidificano in posti siti vicino all’uomo; ciò rende più frequenti i possibili incontri. Le vittime più a rischio sono proprio coloro che amano o sono costretti a stare all’aria aperta. E il periodo migliore di caccia per questo imenottero è di sicuro l’estate, perché è proprio in quel periodo che per loro è più facile riprodursi.
Il caldo le induce ad uscire dai loro nidi e inoltre hanno molte più possibilità di trovare prede che appunto si godono le giornate all’aria aperta. Se vediamo zone di ombra, magri con acquitrini e altre pozze di acqua, siamo pur certi che potremmo incontrarne una. Ancora peggio se abbiamo in mano o con noi qualcosa che possa attirare la loro attenzione come frutta e altri cibi.
La reazione peggiore che può provocare una puntura di vespa è detta anafilassi: è una reazione sistemica in persone che hanno già subito almeno un attacco da parte dell’imenottero in questione. Lo shock anafilattico è una riduzione della pressione arteriosa, che può portare alla perdita di coscienza e nei casi peggiori anche alla morte per arresto cardio-circolatorio. Nei soggetti allergici già ad altri allergeni, potrebbero manifestarsi i seguenti sintomi:
Se vogliamo invece evitare di pensare alla reazione peggiore, dobbiamo almeno aspettarci che la parte colpita si gonfi e faccia male. La zona solitamente si fa rossa, si gonfia e prude, ma è meglio non toccarla per non aumentare il rischio di danneggiare la parte e infettarla maggiormente. I sintomi saranno visibili per 24-48 ore.
Per evitare che una vespa ci punga basterebbe stare lontano da lei e dal suo nido. Non è facile, direte voi, allora bisognerà fare attenzione ad alcuni fattori. Innanzitutto se ne distinguiamo una non è il caso di darsi alla fuga: va bene allontanarsi, ma con calma e moderazione. Meglio evitare di fare movimenti con le braccia e altre parti del corpo, perché potrebbe renderle ancora più aggressive. Evitiamo di indossare abiti colorati e profumi intensi; magari non passeggiamo con alimenti in mano perché potrebbero esserne attratte.
Se invece siamo state già vittime di una vespa dobbiamo cercare di detergere la parte colpita e magari rinfrescarla con dell’acqua fredda e impacchi di ghiaccio. Anche l’aloe e altri antistaminici possono essere molto utili. Se la reazione però appare molto più grave e si presentano i sintomi prima elencati, dovremo recarci al Pronto Soccorso il più presto possibile.
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