Tutto pensava tranne a ritrovare nel proprio giardino quella creatura strana. E’ quanto accaduto ad una veterinaria neozelandese, Maria Lombard che ha scattato la fotografia di quell’essere particolari del quale era rimasto solo lo scheletro.
Al momento del ritrovamento la donna è rimasta shoccata: lo scheletro di una creatura più lunga di due metri che si avvicinava alla sagoma di un serpente. Non riuscendo a capire di che animali si trattasse, la Lombard ha condiviso la fotografia in rete chiedendo aiuto e suggerimenti per capire a che specie appartenesse e forse se fosse pericoloso oppure no.
Nel giro di pochi giorni, la Lombard ha ricevuto la risposta sperata: lo scheletro apparteneva alla Pastinaca, un pesce di acqua dolce piuttosto comune in Australia e Nuova Zelanda. Molto probabilmente, lo scheletro ritrovato era vecchio e per questo era rimasta solo una parte che poteva facilmente far pensare ad un serpenti sconosciuto dalle dimensioni e forme particolari, simili a quelle di un drago sotto marino.
Inutile dire che il caso aveva sollevato un polverone in rete e lo scheletro particolare era stato oggetto anche di piccoli approfondimenti con titoli allarmisti del tipo: “Bizarre, dragon-like sea creature discovered on New Zealand beach”, ovvero “Stranezze, una creatura marina dalle sembianze di un drago trovata lungo una spiaggia della Nuova Zelanda”.
Fortunatamente il mistero è stato svelato. In rete, resta comunque la testimonianza e le immagini piuttosto impressionanti della “creatura”. Come ricorda il national Geographic, il pastinaca è tratta di uno dei pesci di acqua dolce più grandi del mondo: le dimensioni medie sono di quesi due metri e mezzo di larghezza per 4,3 di lunghezza per la femmina.
Esemplari che arrivano a pesare tra i 360 e i 600 chili e che hanno una vita media di oltre 30 anni. In Thailandia, nel 2009, è stato catturato un pastinaca che i ricercatori hanno stabilito avesse 36 anni.
Questa specie presenta una lunga spina sulla schiena che può arrivare fino a 38 centimetri che il pesce usa come difesa, iniettando un veleno che può arrivare anche ad uccidere. Fortunatamente, ci sono stati pochi casi in cui gli umani sono rimasti feriti.
C.D.
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