Il mercato economico mondiale ha sicuramente dei pregi ma anche dei difetti. La presunzione da parte di chi vede solo gli interessi prevale purtroppo in ogni scambio commerciale. Nel caso del commercio di animali vivi, ovvero di esseri senzienti, tuttavia, ci sono elementi che non possono e dono devono essere consentiti.
L’organizzazione internazionale CIWF (Compassion in World Farming), fondata nel lontano 1967, da un allevatore, produttore di latte, preoccupato dalla crudeltà degli allevamenti intensivi e dalle conseguenze sul benessere degli animali, da anni si occupa di denunciare la violenza perpetrata dall’industria e dallo sfruttamento degli animali. In tal senso sono stati fatti molti progressi e nel settore dell’allevamento come anche nel trasporto degli animali vivi, sono state approvate delle leggi di tutela del benessere degli animali. Tuttavia, gli sforzi non sono mai abbastanza e come sempre, c’è chi specula, violando le leggi e la salute degli animali.
Ecco perché molte organizzazioni animalisti sono vigili e monitorano costantemente il fenomeno per poter continuare a proteggere gli animali e far valere i loro diritti.
CIWF ha appena diffuso una video inchiesta sul trasporto via mare degli animali vivi, promuovendo una petizione affinché “la Francia cessi qualsiasi attività di esportazione di animali vivi al di fuori dei propri confini Europei, sia per via marittima che via terra”.
L’inchiesta è stata condotta da due note associazioni, la Animal welfare foundation e la Tierschutzbund Zürich, in un arco di tempo che spazia dal 2014 al 2017, nella quale sono documentate le attività di bene nove imbarcazioni che si occupano del trasporto di animali vivi via mare e che, in base alla regolamentazione europea non avevano i requisiti per essere autorizzate a tale trasporto. Navi con destinazioni verso paesi in cui la regolamentazione del paese è meno severa e che non rispettano in alcun modo la vita degli animali.
Molte imbarcazioni erano navi cargo trasformate per trasportare animali vivi. Le strutture non sono adeguate per garantire la sicurezza del bestiame sia durante le ore di navigazione che nelle procedure di carico e scarico: “Rampe troppo rigide, angoli retti pericolosi per gli animali, impianto d’illuminazione inadeguato, ventilazione e sistema per abbeverare gli animali scadente, spazi sovraffollati e non adeguati per accogliere gli animali”, denuncia Ciwf, ricordando che “in base al Regolamento (CE)1/2005, (CE) 1/2005, queste imbarcazioni non potevano essere autorizzate al trasporto di animali vivi”.
La stessa organizzazione internazionale evidenzia inoltre che i tragitti durano di media dai 5 ai 10 giorni, a volte anche 15 giorni. Non vi sono limiti nella durata del trasporto né per il riposo degli animali esposti a temperature elevate e umidità tanto da essere spesso colpiti da malattie respiratorie. Uno scandalo vero e proprio considerano che a bordo delle navi non vi sia un veterinario responsabile della protezione animali per garantire un minimo di controllo e cure urgenti per gli animali feriti.
“I più deboli muoiono durante il tragitto e vengono gettati fuori bordo dopo essere stati sventrati in modo che la loro carcassa affondi più rapidamente”, scrive Ciwf, denunciando inoltre che le etichette di identificazione vengono strappate dalle orecchie degli esemplari in modo che non possano essere riconosciuti.
Ciwf chiede che le istituzioni garantiscono la sicurezza e il benessere degli animali. Per farlo, è necessario cominciare a cambiare un sistema, quello del trasporto di animali vivi per lunghi tragitti che di certo è una violenza istituzionalizzata sugli animali.
Non abbiamo avuto il coraggio di visualizzare integralmente il filmato della video inchiesta, procedendo attraverso frame e fermo immagini. La crudeltà che trapela da queste immagini impone sicuramente una riflessione e non deve essere consentita o giustificata in alcun modo.
Per firmare la petizione clicca qui
C.D.
+++ATTENZIONE IMMAGINI FORTI NON ADATTE A PERSONE SENSIBILI+++
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