La corrida è una sfida impari, a senso unico: ovvero nonostante vinca nell’arena contro il torero, l’animale viene in ogni modo abbattuto. Un incontro che dal punto di vista delle percentuali, la morte di un torero equivale alla morte 20mila tori.
Nel recente dramma che si è verificato in Aragona, nell’arena di Teruel dove il giovane torero Victor Barrio è deceduto dopo le ferite inflitte dal toro, Lorenzo, si apprende che non solo il giovane esemplare di quattro anni d’età e di 529 chili sarà ucciso ma anche, secondo la tradizione, la stessa stirpe da cui discende. Secondo quanto è stato comunicato oltre all’abbattimento di Lorenzo, nell’allevamento da cui proviene saranno uccisi anche la madre che ha generato il toro “assassino” e il padre.
Sul tema è intervenuto anche Paul Watson, fondatore di Sea Shepherd, noto animalista che sta conducendo battaglie in tutto il mondo. Watson ha definito la condanna a morte della madre di Lorenzo una crudeltà ulteriore che segue soltanto una vicenda in cui un animale ha solo cercato di difendersi da un uomo che voleva ucciderlo in un’arena.
Il caso ha sollevato diverse polemiche e resta l’incognito di quanto ha riportato il quotidiano spagnolo El Pais che scrive che la madre di Lorenzo sarebbe già stata soppressa qualche giorno prima della tragedia, per l’età avanzata.
El Pais scrive che “la estirpe de Lorenzo, el toro asesino, termina con él. Como manda la tradición, el ganadero de Los Maños, de casta Santa Coloma, mandará al matadero a su madre, la vaca Lorenza”, ovvero che la tenuta de Los Manos manderà al macello la madre.
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