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Tigna nel porcellino d’India: le cause, i sintomi e la cura

Tigna nel porcellino d’India: un’infezione che colpisce pelo, pelle e unghie. Vediamo di che tipo di infezione si tratta e come curarla.

Tigna nel porcellino d’India. (Foto AdobeStock-Amoreaquattrozampe.it)

Data l’enorme presenza di porcellini d’India, come animali domestici, nelle famiglie di tutto il mondo, diventa necessaria una conoscenza più approfondita in merito al comportamento e alle malattie di questo simpatico roditore.

Tra le malattie, anche se forse è quello meno diffusa, in questo articolo ci occuperemo della tigna nel porcellino d’India.

La tigna, come dicevamo, per quanto rara in questo animaletto, tende ad ogni modo a manifestarsi in animali giovani o più anziani, gravidi o con un sistema immunitario compromesso.

Vediamo, quindi, cosa causa questa condizione, quali segnali si manifestano e come curare la cavia affetta.

Cause della tigna nel porcellino d’India

La principale causa di tigna nella cavia è l’organismo Trichophyton mentagrophyte.

Porcellino d’India in cura. (Foto AdobeStock-Amoreaquattrozampe.it)

Si tratta di un organismo zoonotico, il che significa che può essere trasmesso dagli animali all’uomo (e viceversa) attraverso il contatto diretto o il contatto con un ambiente contaminato.

La tigna può verificarsi nella cavia stressata, perché tenuta in un ambiente sovraffollato o in un ambiente non igienicamente adatto a roditori.

Tale organismo è presente nel suolo e può essere trasportato da animali o esseri umani.

Tuttavia, non è il solo portatore di tigna nel porcellino d’India, anche altri microrganismi meno comuni possono esserne causa nelle cavie, e sono: Trichophyton behamiae e Microsporum canis.

Sintomi

I segnali che si manifestano nella cavia colpita da tigna si individuano prettamente sul corpo e riguardano per lo più pelle e pelo del porcellino d’India.

I sintomi dell’infezione nel porcellino d’India, possono includere:

  • croste ai margini delle lesioni;
  • infezioni del letto ungueale (rare nelle cavie);
  • macchie irregolari di perdita di pelo;
  • macchie pruriginose o non pruriginose a seconda delle infezioni secondarie;
  • pelo ruvido;
  • rossore o infiammazione su viso, piedi e tronco/dorso.

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Diagnosi

Per poter diagnosticare la tigna nella cavia, il veterinario dovrà eseguire dei test specifici sull’animale.

Cavia a controllo. (Foto AdobeStock-Amoreaquattrozampe.it)

Partirà, quindi da uno studio citologico, o analisi cellulare del pelo.

Tale studio, avviene strappando una piccola parte di peli, per poi guardarli al microscopio per individuare lieviti, batteri, acari/pidocchi, altri parassiti e spore di funghi/dermatofiti dentro e sopra il fusto del pelo.

Per confermare la tigna, il veterinario dovrà eseguire una coltura fungina con un campione di pelo che verrà poi lasciato per almeno 10-21 giorni in coltura per vedere se il fungo cresce.

Un altro test, capace di individuare la presenza di tigna, è il PCR che analizza i peli per cercare il DNA fungino.

I risultati di questo test, rispetto all’altro arrivano molto più velocemente, come infatti sono disponibili in 3-5 giorni.

Infine, potrebbe eseguire anche la biopsia della pelle e il test per l’infezione fungina, ma spesso non è indispensabile.

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Trattamento della tigna nel porcellino d’India

Stabilita la diagnosi di tigna, il veterinario potrà procedere con la somministrazione di antimicotici orali o antimicotici topici (shampoo o spray).

Il trattamento può durare da 1 a 6 settimane, a seconda della terapia scelta.

Nel frattempo, durante e dopo la cura, è fondamentale migliorare le condizioni igienico-sanitarie dell’ambiente e della gabbia del porcellino d’India.

Disinfettare le superfici dure e la gabbia una volta alla settimana anche per prevenire la reinfezione.

Ridurre lo stress e predisporre la quarantena per tutti i nuovi esemplari, che si vogliono introdurre, per 30 giorni prima di inserirli e consentire loro il contatto.

Infine, offrire del fieno di buona qualità, pellet commerciali e integratori di vitamina C. per porcellino d’India.

Ricordatevi sempre di lavarvi le mani dopo la manipolazione o eventualmente indossate i guanti durante il processo di trattamento.

Raffaella Lauretta

Sono una giornalista pubblicista, con una passione profonda per gli animali. Sono regolarmente iscritta all'Ordine dei Giornalisti. Scrivo articoli su problematiche di salute degli animali, curiosità e argomenti legati alla promozione dell'adozione responsabile degli animali domestici. Nel tempo libero amo fare volontariato nelle strutture e rifugi per animali meno fortunati.

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