Gli Stati Uniti sono da sempre un paese controverso quando si parla di armi. Da quelle parti è molto più facile reperirne rispetto che qui da noi in Italia. E pensate che addirittura in Texas, uno degli stati dove la detenzione di pistole, fucili ed affini è più diffusa, è stato aperto un vero e proprio ranch degli orrori. Qui si trovano animali esotici delle specie più svariate, come capre hymalayane, zebre, antilopi e via dicendo. E sono tutte a disposizione di chiunque sia disposto a pagare per ucciderli. Gli appassionati di caccia che si ‘divertono’ in questo modo e hanno la disponibilità economica per poterlo fare, si recano volentieri all’Ox Ranch. Dove per sparare al bongo, un particolare tipo di antilope dell’Africa, bisogna sborsare ben 35mila dollari, al cambio attuale quasi 30mila euro. C’è poi il thar, un ungulato, per il quale si richiedono soltanto 7500 dollari, circa seimila e trecento euro.
Nel listino sono compresi anche l’orice, una antilope di provenienza araba, per uccidere la quale occorre pagare un prezzo di 9500 dollari (8mila euro), e la sitatunga, un’altra specie di un’antilope che abita le zone paludose dell’Africa centrale e che è contraddistinta per la grossa corporatura. Puntarle il fucile contro e sparare richiede 12mila dollari (10mila euro). Senza dimenticare lo gnu, animale noto per essere apparso anche ne ‘Il Re Leone’. Ucciderlo per sport costa 15mila dollari (12mila e seicento euro). Dal film Disney però a quanto pare questa gente non ha imparato niente. Eppure i manager di questo grosso parco degli orrori si dicono stupefatti dalle critiche rivolte nei loro confronti. Ed anzi insistono sul fatto che loro stessi presiedono al preservare diversi animali. Ad esempio c’è la giraffa Buttercup, che in questo caso non ha prezzo. Spararle è vietatissimo.
Il posto prende il nome da Brent Oxley, il suo proprietario di 34 anni, ed è dotato anche di una pista di atterraggio per aerei privati oltre che di una serie di alloggi che si estendono per 24 km quadri. Invece gli animali hanno a disposizione circa 73 km quadri per poter vivere liberamente. Più dell’estensione dello zoo di Houston, sempre in Texas, per intenderci. Sarebbe tutto perfetto se non fosse che qui si spara a tutte le ore del giorno, in quello che per i fruitori di questa controversa struttura non è nient’altro che un campo da gioco. Ed ovviamente le proteste degli animalisti fioccano. Questi parlano di una gestione ripugnante della vita degli animali, e di un posto dopo l’etica e la legalità latitano.
Anna Frostic, della Humane Society of the United States, esprime preoccupazione per il fatto che specie non comuni di animali vengano allevati al solo scopo di fare soldi. La versione del ceo dell’Ox Ranch è la seguente: “Amiamo gli animali, perciò li cacciamo. La maggior parte di noi cacciatori sono più vicini agli stessi di quanto si possa immaginare. E pone l’aspetto sul fatto che sono presenti più antilopi in quel ranch ed in altri sparsi per il Texas che in altre loro zone native come l’India. Uno studio dell’università del Texas risalente al 2007 ha mostrato ai tempi che il mercato degli animali esotici fattura miliardi di dollari all’anno negli Stati Uniti. E dagli anni ’90 ad oggi il loro numero è aumentato a dismisura. Ma non certo per motivi cari agli ambientalisti ed agli animalisti.
Ed Ashley Byrne, direttrice della campagna di People for the Ethical Treatment of Animals, smonta le tesi dei responsabili dell’Ox Ranch bollandole come assurdità. La donna ha affermato che la caccia non ha nulla a che fare con la conservazione. E che quello dei dirigenti del controverso parco altro non è se non un tentativo di mitigare quanto di orribile avviene al suo interno. In tal senso è controversa anche la passione di una 12enne per la caccia: la giovanissima è ormai una esperta delle armi da fuoco e ha affermato che uccidere gli animali la diverte molto.
A.P.
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