La malva è spesso un ingrediente delle nostre tisane serali ed è facile che cresca in giardino. Ma la tartaruga può mangiarla?
Se pensassimo di prendere in casa una tartaruga perché “tanto non è un animale dalle molte esigenze” sbaglieremmo alla grande. È vero che esiste dall’epoca dei dinosauri ma è altrettanto vero che si è dovuta adattare ad i cambiamenti dell’ambiente, compresa la presenza sempre più marcata dell’uomo, e perciò tanti sono i suoi bisogni. Non possiamo assolutamente pensare di rinchiuderla o tenerla come soprammobile né darle da mangiare la qualsiasi. Non tutte le piante sono adatte alla sua alimentazione, la malva lo è?
Come sappiamo, la tartaruga domestica è quasi esclusivamente un animale erbivoro, anche se per sua natura potrebbe mangiare un po’ di tutto.
Se avessimo la possibilità di avere un grande giardino da metterle a disposizione, di certo la nostra amica Melany ne sarebbe contenta: potrebbe curiosare tra le varie piantine ed assaggiarne un po’ qua e là, per non contare la tintarella di cui godrebbe nelle belle giornate, fonte di vitamina D per lei.
Si muoverebbe tanto e non rischierebbe quei problemi di digestione a cui è purtroppo predisposta. Ma se mangiasse qualche pianta tossica? Potrebbe accadere, perciò è sempre consigliato far attenzione a ciò che cresce nella zona in cui scorrazza la nostra Melany.
Il discorso sarebbe diverso se vivesse esclusivamente in un terrario: potremmo controllare ciò che mangia e focalizzarci sugli alimenti necessari al suo fabbisogno energetico, soprattutto verdure, frutta di meno e non di tutti i tipi.
In realtà nemmeno tutti i tipi di verdura vanno bene per Melany: il suo apparato gastrointestinale è in pratica identico a quello di una mucca ma la mole è ben diversa, il suo potremmo dire che sia una riproduzione in piccole proporzioni dell’altro.
Dunque ci viene il dubbio se la malva possa essere una delle verdure inserite nella dieta della nostra tartaruga, se cotta oppure cruda oppure da evitare proprio.
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La malva è una pianta della famiglia delle Malvaceae e possiamo subito dire che fa parte dell’elenco delle piante che la Melany può mangiare. Ovviamente va sempre inserita in una dieta equilibrata, senza sperimentarne una alla malva, tanto per seguire le mode.
La nonna, quando avevamo mal di pancia o di stomaco, ci faceva un decotto con la malva del giardino e subito stavamo meglio. Sono tante le proprietà di questa pianta e, di conseguenza, i benefici che apporterebbe alla tartaruga:
Mangiare la malva, dunque, farebbe solo bene alla tartaruga, cotta o cruda. Starà a noi preoccuparci che non ecceda: che il troppo stroppi si sa e troppa malva potrebbe comportare qualche scarica diarroica per Melany, ma non di certo un’intossicazione.
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La libertà per una tartaruga è tanto importante quanto per noi. Tenerla libera in giardino è senz’altro un bene per lei ma occorre che questo sia alla sua portata e senza che possa ferirsi.
È altrettanto vero che potremmo prendercene cura anche se avessimo una casa con al massino un balconcino: anche il terrario per la tartaruga è importante.
Il suo metabolismo è delicato ed ha bisogno di un’alimentazione specifica e ben equilibrata. Prima d’inserire un alimento nuovo nella sua dieta occorre che ci poniamo la domanda se, ad esempio, la tartaruga possa mangiare il basilico prima di darglielo.
Ogni nostro errore per la sua alimentazione si traduce in un effetto sulla nostra Melany: lei è molto ghiotta e mangerebbe ogni qualvolta ne avesse la possibilità. Non le è salutare perché potremmo poi avere una tartaruga obesa ed accorgerci forse tardi dei suoi problemi respiratori, dati dal fatto che è come se stia schiacciata nel guscio.
Non bisogna cedere dandole cibi molto grassi né pane e pasta da cui non trarrebbe nessun benefico e né tantomeno una fetta di dolce per concludere il pranzo: la tartaruga può mangiare cibo umano ma molto di quello che mangiamo noi è rischioso per lei, a volte tossico.
La nostra Melany ha quell’aspetto coriaceo datole dai suoi avi ma è un animale in grado di dare tanto affetto all’uomo. A noi resta solo il compito di preoccuparci del suo benessere psicofisico, coccolare la tartaruga come coccoleremmo noi stessi.
Michela
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