Hai adottato una tartaruga di terra? Ora devi trovarle un habitat adatto: ecco come deve essere quello ideale per le sue esigenze.
La tartaruga può usare il suo guscio come casa? Non è proprio così perché le testuggini hanno bisogno di un habitat nel quale si ricrei l’ambiente caldo e umido a cui sono abituate, con tanta luce e magari dove è possibile scavare e spostare un po’ di terra. Potremmo anche pensare di costruirne uno in casa da soli, ma l’importante è che abbia tutte le caratteristiche utili alla sua sopravvivenza tra cui dimensioni, caratteristiche e accessori.
Il fattore fondamentale nella scelta di un terrario o di altri habitat fatti per le tartarughe di terra, è che il luogo in cui la tartaruga si adatterà a vivere (si spera) dovrà essere caldo e asciutto, con un profondo substrato di terreno di almeno 25 cm, unito a sabbia e argilla. Il calore dovrà derivare o dalla luce solare diretta o una lampada specifica che emetta raggi UV-B, che favoriscono il rafforzamento della corazza stimolandone il calcio.
E’ vero che alcune specie, come le Testudo hermanni, Testudo graeca e Testudo horsfieldi, possono essere cresciute anche all’aperto nei periodi estivi, con temperature mai al di sotto dei 18°C. Ciò non vuole dire che le tartarughe hanno bisogno solo di sole, ma anche di giacigli all’ombra. Per questo il terrario deve essere almeno di 2 mq, o maggiore se gli esemplari che dovranno vivere insieme sono due o più.
Le suddette zone di ombra si possono creare con piccoli alberelli o una tettoia, che serva da riparo sia dal sole sia dalla pioggia. Altrettanto utile è mettere a disposizione della tartaruga una piccola pozza d’acqua profonda almeno un paio di cm. Meglio se il recinto non poggi su superfici pavimentate che, alla lunga possono dare problemi alle articolazioni e alla termoregolazione.
Se optiamo per un terrario da costruire in casa, ci sono alcune importanti indicazioni da seguire per evitare di commettere errori. Innanzitutto bisogna valutare lo spazio a disposizione: se è all’esterno, c’è abbastanza spazio per un recinto? Una volta risposto a questa domanda, pensiamo a procurarci tutto l’occorrente: una scatola di legno, che non sia di pino o di cedro che sono tossici per la tartaruga. Come dimensioni pensiamo che deve essere 8 volte circa più grande dell’animale (almeno 1,5 mq) o anche di più, ma non più piccolo.
Il fondo del recinto deve essere composto da sabbia e terra, insomma ricreando quelle montagne che si trovano in natura nel terreno. Il terriccio dovrà essere fine e asciutto, poiché un ambiente umido su cui si poggerà la tartaruga potrebbe causare raffreddore e malanni o problemi di respirazione. Sebbene non si tratti di una tartaruga d’acqua dolce, è necessario aggiungere all’interno del recinto una bacinella abbastanza grande per consentirle di fare un bagno. Per consentire alla tartaruga di scavare ma scongiurando il pericolo di una fuga, possiamo porre sotto al recinto una rete per galline.
Evitiamo la corteccia di albero che si può facilmente ammuffire; inutili anche fogli di giornali, pellet o sabbia assoluta che non trattengono l’umidità. Altro fattore fondamentale è la luce-calore: la temperatura non deve mai essere al di sotto dei 15-18 °C di notte e di 21-32 °C di giorno (un termostato interno può essere di grande aiuto). Il calore favorisce la sua digestione e in alcune zone può anche raggiungere i 35-37°C.
La lampada interna deve essere a raggi UV-B da almeno 5 watt. Bisognerà piazzarla al centro del recinto per illuminare tutta l’area attorno per circa 12-14 ore al giorno. Anche un umidificatore interno aiuterà a mantenere il livello di umidità intorno al 50-60%, soprattutto se si abita in posti freddi d’inverno. Accessorio fondamentale è l’acqua, contenuta sia nella vaschetta dove potranno bagnarsi ma anche da bere. Importante valutare anche l’alimentazione della tartaruga per evitare di somministrarle alimenti dannosi per la sua salute.
Tutti i supporti per il cibo dovranno essere colorati e comodi da utilizzare (ad esempio con bordi non troppo alti). Per costruire dei rifugi basteranno delle balle di fieno, che restano fresche anche nei periodi estivi, a differenza di tettoie in plastica che non lasciano passare aria. In alternativa vanno bene anche materiali come tufo, laterizio e cotto. Molto utile si può rivelare anche una rete metallica da mettere al di sopra del recinto per scongiurare l’attacco di uccelli rapaci, che potrebbero attaccarle e mangiarle. Erbe e rami non sono solo cibo ma anche degli strumenti utili per l’arrampicata della tartaruga: infatti se si ribaltano possono aggrapparsi all’erba e tornare dritte sulle zampe.
Se vi state chiedendo se è il caso di far convivere la tartaruga in casa insieme al cane o ad altri animali domestici, dovrete valutare anche quella tra la testudo e i suoi simili, magari nello stesso ambiente. Due o più esemplari avranno bisogno di spazio sufficiente per fare in modo che non si sentano oppresse. Inoltre anche la scelta non dovrà essere fatta a caso, bensì in base al sesso delle tartarughe: due esemplari maschi potrebbero facilmente litigare per il controllo del territorio. Anche se in un terrario ci sono più maschi che femmine la convivenza spesso non funziona: in questo caso meglio spostarle in due recinti diversi. Una volta spostata nel suo nuovo habitat, la tartaruga non dovrà essere ‘manipolata’ per qualche giorno, per darle il giusto tempo di abituarsi all’ambiente diverso.
Anche maschi e femmine non dovrebbero convivere: meglio che ci sia un solo maschio ogni 4-5 esemplari femminili. Altrettanto sconsigliata è la convivenza tra piccoli di tartaruga e adulti.
L’igiene corretta del recinto garantirà anche una salute migliore e una vita più lunga alla nostra tartaruga. Ogni giorno i contenitori dovranno abbondare di acqua e cibo freschi. Lo stesso substrato dovrà essere cambiato almeno una volta al mese, aggiungendo quello pulito sopra quando non è eccessivamente sporco. Meglio evitare di costruire nel recinto delle alture o mettere ostacoli che possano far capovolgere la tartaruga: se esposta troppo tempo a zampe all’aria (sul carapace) potrebbe morire. Infatti in questo caso lo stomaco comprime i polmoni e impedisce di respirare e sarà inevitabile portarla dal veterinario.
Il recipiente dell’acqua non deve essere troppo profondo poiché il rischio di annegamento è molto alto. L’umidità deve essere sempre tenuta sotto controllo: anche i fili di erba potrebbero trattenere delle goccioline e causare raffreddori e malanni alla tartaruga. La vegetazione all’interno del recinto non dovrà essere trattata con pesticidi o fertilizzanti chimici, che possono risultare sicuramente tossiche se ingerite.
Dato che le tartarughe hanno l’abitudine di espellere feci mentre bevono, l’acqua dovrà essere cambiata molto spesso per evitare che possa essere contaminata a lungo. Potrebbe essere una buona idea utilizzare dei macchinari che inviano piccoli getti di acqua fresca, a cui la testuggine può dissetarsi.
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F.C.
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