A fine 2015, Legambiente ha lanciato un allarme sullo sterminio dei lupi in Italia (clicca qui), denunciando la morte non naturale di centinaia di esemplari, uccisi per mano dell’uomo.
In tal senso è stata promossa una petizione su Change.org per tutelare maggiormente questa specie in Italia, per cui viene sottolineato “il ruolo importante in natura” e il rischio d’estinzione.
A fine gennaio, il WWf aveva aspramente criticato l’ipotesi di abbattere alcuni esemplari di lupo, come previsto dal Piano d’azione nazionale della specie in via d’approvazione, che sta preparando l’Unione zoologica italiana per conto del Ministero dell’ambiente per mantenere una popolazione limitata per tutelare sia i lupi che l’attività umana.
“È vero che la ricolonizzazione di aree rurali da parte del lupo può costituire un problema per gli allevatori e i cacciatori, ma l’associazione è comunque fortemente contraria alla concessione da parte del ministero dell’Ambiente di deroghe alle norme che proteggono la specie per la sua conservazione di lungo periodo. Sebbene la popolazione nazionale del lupo possa essere in rapida ripresa, non esistono ancora dati scientificamente robusti sulla distribuzione e abbondanza del carnivoro in Italia che attestino il raggiungimento di una sua condizione sicuramente favorevole nel lungo periodo”, aveva spiegato l’associazione ambientalista, ricordando come “nel Piano del ministero si parla di due popolazioni arbitrariamente distinte, Alpina e Appenninica, solo ai fini gestionali e, grazie a un monitoraggio svolto secondo un protocollo condiviso dagli esperti, solo recentemente è stato confermato che sulle Alpi il lupo è ancora lungi da essere fuori pericolo. Ciò è dovuto anche al pesante impatto del bracconaggio e di altre cause di morte come le collisioni con autoveicoli”.
Fatto sta, per il Wwf è inaccettabile concedere alle Regioni la possibilità di abbattere alcuni esemplari, sia da un punto di vista di conservazione della specie ma è pericoloso anche per l’economia degli allevatori e per il contrasto al bracconaggio. L’associazione aveva riferito che “diversi recenti studi internazionali, condotti in aree dove il lupo è cacciato, confermano che uccidere degli esemplari può comportare per i sopravvissuti, oltre alla destrutturazione del branco a cui appartengono, anche la perdita della capacità di predare in gruppo la fauna selvatica, specie il cinghiale, con conseguente rischio di aumento degli attacchi alla fauna domestica”.
Ecco perché il Wwf propone di promuovere “metodi che escludono l’uccisione, accessibili anche grazie ai fondi messi a disposizione dall’Ue all’agricoltura come: la sorveglianza del pascolo, la presenza di buoni cani da guardia di razza pastore abruzzese-maremmano, le recinzioni fisse e mobili elettrificate”.
Intanto su Change.org è partita una petizione nella quale viene specificato che”Serve una legge a livello nazionale che impedisca lo sterminio di questi bellissimi animali. Siamo noi che abbiamo invaso il loro ambiente, noi dobbiamo proteggerli”.
Per firmare la petizione clicca qui
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