Lo squalo attacca l’uomo perché lo trova appetitoso: se non fosse così? Tutte le curiosità su questo animale marino da sempre visto come killer spietato.
Il film cult di Steven Spielberg lo ha fatto diventare un vero e proprio simbolo dl killer spietato che, attirato dall’uomo, non si dà pace fino a quando non lo ha divorato. Ma è davvero così o c’è altro da sapere sul fatto che uno squalo attacca l’uomo? A quanto pare non siamo così gustosi per questi enormi e spietati animali marini. E sebbene gli attacchi non tendono a diminuire e faremmo bene a metterci al riparo appena notiamo una pinna sospetta, può essere utile conoscere i risultati di alcune autorevoli ricerche scientifiche. Ecco tutto quello che c’è sapere sullo squalo che attacca l’uomo e perché.
Gli squali sono tutti uguali e pericolosi per l’uomo? A quanto pare esistono tra le oltre 500 specie di squali, quelli che possono anche vedere un essere umano in acqua e non attaccarlo. Inoltre sono anche animali a forte rischio di estinzione, così come conferma la IUNC (Unione internazionale per la conservazione della natura), che parla addirittura di un 30%. Il più temuto è sempre stato lo Squalo Bianco, eppure dalle statistiche pare che solo il 12% degli attacchi dall’uomo da parte di questi animali marini sia imputabile a lui, perché in alcuni casi sono vegetariani (Leggi qui: Non sono tutti pericolosi: lo squalo che ama mangiare vegetariano). Quindi di certo non è l’unico. Ecco quali sono gli squali più pericolosi per l’uomo e le caratteristiche principali per riconoscerli (ed evitarli).
Pensiamo di essere così irresistibile per questi animali marini? Benché di attacchi di squali se ne sentono a decine, purtroppo, il nostro sistema osseo non è molto digeribile per loro. Eppure mangiano l’umano, forse perché non hanno alternative? Dalle parole del prof. Scoresby Shepherd del South Australian Research Institute, a Port Lincol, pare che questi animali marini, che si nutrivano solitamente di pesci, si sono ritrovati con sempre meno di questo tipo di cibo. Infatti pare che i pesci siano in numero inferiore rispetto agli umani: quindi gli squali hanno dovuto adattarsi alla situazione. Questo cambiamento alimentare è stata dunque una necessità.
Secondo dati scientifici storici gli squali si trovano in acqua da almeno 400 milioni di anni, l’uomo da 50: quindi è di certo l’essere umano l’ospite nell’habitat naturale dell’altro. A quanto pare non siamo poi l’unico cibo per questi squali, soprattutto nelle varietà Tigre; pare che mangino qualsiasi cosa tra cui: targhe e altri pezzi di automobili, pezzi di barche e resti umani. In realtà i loro attacchi non sono altro che ‘assaggi’: per loro la carne umana è un sapore diverso e nuovo ma, abituati alla carne delle foche, quella umana è fin troppo magra per i loro gusti. Infatti pare che quando lo squalo mangia un pezzo di corpo umano, lo rigetta in acqua disgustato.
Se dobbiamo escludere la componente ‘gusto’, poiché a quanto pare il sapore della nostra carne non è gradita al loro palato, allora perché gli squali ci attaccano? Probabilmente la risposta è nella loro vista. E’ difficile capire la psicologia di questo imponente animale marino quando vedono un tranquillo bagnante o un avventuroso atleta sulla tavola da surf? Potrebbero attaccare per fame, oppure per difendere le acque da quello che percepiscono come minaccia oppure per difendere se stessi.
Con tutta probabilità dunque si tratta di un errore di ‘identificazione’: l’uomo che nuota o che è in equilibrio sulla tavola da surf somiglia, agli occhi dello squalo, ad una foca, il loro cibo preferito. Questo animale o leone marino sembra avere la stessa forma, almeno apparentemente. Infatti quando si accorge dell’errore, si allontana e non continua a mangiare.
E se fosse colpa dell’uomo? Talvolta infatti l’essere umano ha un comportamento non solo incosciente ma anche invadente. Spesso l’uomo si comporta come se il mare fosse di sua proprietà, senza considerare che non è altro che un ospite e, come tale, deve mostrarsi rispettoso del luogo e dei suoi abitanti.
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F.C.
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