Troppe volte l’ego spropositato di alcune persone facoltose non ha limiti tanto più se si tratta di animali rari da possedere. Dai trofei di caccia di animali di grossa taglia ad esemplari vivi detenuti nelle proprie dimore per dimostrare il potere.
E’ il caso di un miliardario che nella città armena di Gyumri aveva creato un suo personale zoo privato con esemplari selvatici tra i quali una leonessa Maria di 7 anni, i suoi figli Geeta, 4 anni, e Zita, due orsi, Masha, 4 anni, e Grisha, 9 e due porcellini d’India. L’oligarca aveva acquistato gli animali per intrattenere i suoi ospiti per fare delle serate in tema “giungla”.
Come sempre, le belle cose ha un fine e l’oligarca ha perso buona parte dei suoi averi, dopo diversi scandali collegati ad affari con la mafia, abbandonando la sua casa e il suo zoo che è diventato per i media lo “zoo più triste del mondo“.
Le autorità locali sono state interpellate ma hanno declinato qualsiasi responsabilità rifiutandosi di prendersi carico degli animali.
Ma due anziani coniugi Hovhamnes e Alvina Madoyan, di estrazione povera, non hanno abbandonato quelle povere creature che stanno lentamente morendo di fame e che dietro le gabbie stanno perdendo ogni speranza, fissando lo sguardo verso il vuoto.
“Ho perso il mio lavoro e non ho più nulla. Mia moglie ed io stavamo camminando nello zoo deserto quando abbiamo sentito dei ruggiti terribili. Abbiamo trovato la leonessa e un suo cucciolo letteralmente con la bava alla bocca per mancanza di acqua. Io e mia moglie non possiamo sopportare di vedere creature di Dio che soffrono. Siamo andati a prendere acqua e abbiamo rimediato un po’ di carne da un macellaio locale”, ha raccontato Hovhamnes, spiegando che “per ora tiriamo avanti dando a questi animali tutto quello che riusciamo a raccogliere in giro, chiedendo alla gente di darci gli avanzi e tutto quello che possono. E per essere più vicini a loro, cinque mesi fa ci siamo trasferiti in un vecchio capannone accanto al recinto dei leoni. Facciamo quello che possiamo, ma non sappiamo come fare per trovare qualcuno che possa aiutarli come si deve. L’ex proprietario dello zoo è rimasto inguaiato in una contesa con i mafiosi locali e il governo non vuole essere coinvolto nella questione: alla fine chi ci rimette sono gli animali che soffrono. Ogni tanto servirebbe che un veterinario li controllasse, ma nessuno ha i soldi per pagare una visita adeguata”.
Grazie alla solidarietà di alcuni cittadini i due coniugi riescono a provvedere agli animali, ma per loro è un impegno costante: “Ogni mattina mi alzo presto per andare a cercare del cibo nel bosco per l’orso. Ma non è mai così scontato. Fortunatamente, alcune persone ci hanno dato delle oche e dei cereali per fare degli impasti da dare agli animali”, ha dichiarato Alvina.
Il caso ovviamente non è passato inosservato all’International Animal Rescue, che si sta impegnando affinché le autorità prendano a cuore il destino di quegli animali, garantendo il supporto dell’organizzazione nel trasporto degli esemplari: “Il destino di questi animali non dovrebbe dipendere dalla filantropia di una coppia di anziani che a malapena hanno abbastanza per se stessi. E’ fondamentale che vengano spostati in un luogo dove possano essere curati”, ha commentato un portavoce dell’organizzazione internazionale che si occupa della tutela e del recupero di animali selvatici.
Al momento, l’amministrazione comunale è riuscita a trasferire alcuni esemplari di scimmie nello zoo della cittadina, ma non intende prendersi carico degli esemplari più grandi come i leoni o gli orsi.
Secondo le ultime indiscrezioni la Animal Rescue avrebbe trovato uno zoo in Romania dove trasferire gli orsi, ma per il momento non vi è stata nessuna richiesta per i leoni che gli attivisti vorrebbero portare in dei paesi dove il clima è più appropriato alla loro natura.
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