Lo sciacallo è un animale che ritroviamo spesso nei film e nei cartoni animati. Riconoscibile molto per il particolare aspetto simile alla volpe.
Queste che tratteremo sono schede destinate ai bambini, per aiutarli ad apprendere particolari argomenti che nello specifico trattano di animali. Non saremo ne’ i primi ne’ gli unici a trattare questo argomento, ma con l’aiuto di foto e paragrafi semplici, cercheremo di incuriosire e stimolare il bambino, aiutandolo anche visivamente ad assimilare la materia.
Oggi andremo a ricostruire, illustrare e rappresentare quello che è l’animale il cui nome è sinonimo di approfittatore.
Lo sciacallo appartiene alla famiglia canide, così come i lupi, i coyote, le volpi e i cani domestici. Esistono tre specie di sciacalli, lo sciacallo comune ( Canis aureus ), lo sciacallo a strisce ( Canis adustus ) e lo sciacallo col dorso nero o gualdrapa ( Canis mesomelas ).
Ragion per cui anche le caratteristiche variano a seconda della specie, in genere misurano circa 38-50 cm di altezza alla spalla, hanno una lunghezza del corpo compresa tra 70 e 86 centimetri e pesano tra 7 e 15 kg. Nello specifico abbiamo:
Comunque con caratteristiche simili ai cani, ma più piccolo e più slanciato, il muso più stretto e più appuntito, la coda è meno lunga ma è folta e sul finale diventa più scura, fino a diventare nera.
A livello comportamentale è un animale territoriale e monogamo, può vivere da solo, con un partner o in piccoli gruppi che comprendono maschio e femmina dominanti, la prole e alcuni individui della precedente cucciolata.
Per comunicare emette un improvviso strillo seguito da altri più brevi, in successione, e risponde solo ai richiami dei membri della sua famiglia, ignorando quelli degli estranei. La sua cattiva reputazione deriva anche dal fatto che mangia carcasse.
A seconda della specie, lo sciacallo predilige un habitat relativo ad essa e perciò deserto, le pianure erbose e le savane aperte. Lo sciacallo comune si trova generalmente nei deserti, nelle steppe e nei deserti semi-aridi, lo sciacallo col dorso nero si trova nelle foreste e nelle savane e lo sciacallo a strisce preferisce paludi, terre arbustive e montagne.
Ecco perché è possibile vederlo in tutta l’Africa centrale e meridionale. In Europa vive solo lo sciacallo dorato, arrivato nel sud-est dopo l’ultima glaciazione. Anche in Italia è presente da oltre trent’anni, anche se è quasi sconosciuto: sceso dalla Slovenia, si è insediato in Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Trentino-Alto Adige.
L’attuale distribuzione della specie nell’Italia nord-orientale copre le regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto e parte della regione Trentino-Alto Adige, e sembra essere in rapida espansione, predilige ambienti umidi, letti fluviali e boschi riparati.
Lo sciacallo raggiunge la maturità sessuale tra 1 e 2 anni e può riprodursi in ogni momento dell’anno. La femmina può dare alla luce fino a sei cuccioli dopo un periodo di gestazione di circa 75 giorni. Ogni cucciolo pesa 200-250 grammi alla nascita. Durante i primi 10 giorni, i cuccioli sono ciechi e non possono aprire gli occhi.
Sono i genitori ad occuparsi della loro alimentazione e quasi sempre tocca al maschio andare a caccia, mangiare velocemente tutto ciò che trova per poi tornare dai cuccioli, rigurgitarlo e la femmina provvede a sminuzzare il tutto per i cuccioli. I cuccioli restano nei cespugli per le prime settimane, dopodiché seguiranno i genitori per imparare la caccia e il comportamento territoriale.
A 4 mesi poi vengono svezzati e a 8 mesi sono abbastanza grandi da lasciare i genitori e stabilire i propri territori, anche se a volte ritornano per aiutare i genitori con le nuove cucciolate, in modo tale da sperare che sopravvivano. La durata media di vita di uno sciacallo è di circa 10-12 anni.
Lo sciacallo è onnivoro, la sua grande adattabilità e lo spiccato opportunismo alimentare sono le sue caratteristiche vincenti. Si può nutrire di frutta, di insetti, di invertebrati, di mammiferi (dai piccoli roditori sino alle gazzelle) e di carogne.
Ma è particolarmente abile nella caccia ai roditori, che catturano col tipico “balzo della volpe”. Procedendo a salti verticali tra le erbe alte, individuano la preda che afferrano con un tuffo, imprigionandola con le zampe anteriori. Anche un cucciolo di un mese, se aiutato da un adulto, può occuparsi di un topo. Contrariamente a molti altri predatori, per cacciare lo sciacallo usa indifferentemente vista, udito e olfatto.
E proprio per questo l’olfatto, particolarmente sviluppato) sembra aiutarli durante il periodo riproduttivo delle grandi mandrie di antilopi. Uno sciacallo può seguire a lungo un’antilope femmina, attendendo il momento in cui questa dopo il parto espelle la placenta, cibo estremamente nutriente.
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Raffaella Lauretta
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