Scandalo pulcini: l’altra faccia degli allevamenti intensivi. La denuncia di Animal Equality

Scandalo pulcini: l’altra faccia degli allevamenti intensivi. La denuncia di Animal Equality

pulcini

La scorsa estate era esploso il caso di crudeltà negli allevamenti di galline ovaiole in Francia, dove un’associazione animalista, la L214, nota per le sue battaglie, ha condotto un’indagine raccapricciante sul trattamento dei pulcini maschi negli allevamenti intensivi dove milioni di piccole creature vengono scartate dalla produzione in un modo più che crudele: ovvero vengono triturati da vivi o schiacciati con una pressa…

Uno scenario degli orrori che si è poi esteso e a distanza di qualche mese, sul tema interviene anche l’associazione Animal Equality che ha condotto un’indagine di due anni sul settore del pollame in Spagna, denunciando che si tratta di una catena alimentare che riguarda ben 36 milioni di cittadini europei.

L’indagine shock mostra le diverse fasi della catena di produzione del pollame, passando dagli incubatori, alla selezione dei pulcini destinati ad ingrassare velocemente per poi essere macellati.

Un sistema senz’anima, puramente meccanico in cui la vita di milioni di piccoli essere è considerata unicamente una merce. Ovviamente, anche in questo caso, i pulcini ancora vivi vengono scartati nella spazzature, morendo agonizzanti oppure raccolti in delle vasche dove vengono finiti a colpi di mazza di acciaio.

Una realtà terrificante che si perpetra nel silenzio dei mass media e all’insaputa di milioni di consumatori. Tra le scene più orrende documentate dall’associazione, quella di un ’operatore che come viene riportato “stacca a mani nude la testa di pulcini ritenuti inutilizzabili, o soffocati dentro sacchi di plastica perché malati”.

“Le immagini ottenute grazie agli investigatori di Animal Equality mostrano la crudeltà di un’industria che maltratta gli animali fin dal loro primo giorno di vita. I pulcini gettati vivi nei contenitori e schiacciati con le mazze è il simbolo estremo del trattamento disumano riservato a queste creature”, ha dichiarato Matteo Cupi, direttore esecutivo di Animal Equality in Italia.

Qui appresso il video dell’indagine. Sconsigliamo la visualizzazione a persone sensibili.

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