È salvo Bruce, il camoscio che aveva vissuto sulla propria pelle la tragedia del devastante incendio di un mese fa in val di Susa. I roghi avevano portato distruzione e morte nei boschi piemontesi, causando numerosissime vittime tra gli animali. Molti di loro erano fuggiti riuscendo in questo modo a salvarsi, nonostante su di loro incomba anche il pericolo rappresentato dalle doppiette dei cacciatori. Per molti altri però non c’è stato niente da fare, altri ancora sono rimasti feriti. Per quanto riguarda Bruce, si tratta di un giovane esemplare di camoscio che adesso è stato preso in consegna dal personale veterinario del Canc, il Centro Animali Non Convenzionali situato a Grugliasco, in provincia di Torino. Purtroppo il bellissimo animale ha inalato molto fumo e sulle zampe e la bocca ha presentato dei segni di forti bruciature a causa del fuoco.
Chi lo ha preso in cura afferma che il mammifero potrebbe avere subito delle lesioni importanti alle vie respiratorie. Fino ad oggi il camoscio è stato nutrito grazie all’utilizzo di un sondino. Inoltre ci sono state delle ferite e dei danni anche agli occhi, non si sa ancora se provocati dal calore fortissimo sprigionato dalle fiamme o se per altri motivi, come ad esempio una malattia. Si pensa che Bruce non sia riuscito a lasciare la zona della val di Susa colpita dall’incendio anche a causa dei suoi problemi agli occhi. Questa condizione deficitaria non gli avrebbe consentito di orientarsi. Come Bruce, altri animali selvatici sono stati trovati nei boschi ormai distrutti, tutti preda di una difficilissima situazione. Il dolore è incommensurabile per tutti loro.
Proprio a causa degli incendi che hanno devastato per ultimo varie aree della val di Susa ma non solo, era stata inoltrata nei giorni scorsi da diverse associazioni animaliste una precisa richiesta alle autorità governative locali, regionali e nazionali affinché si faccia qualcosa per tutelare gli animali. WWF, LIPU, ENPA ed altri movimenti che si battono in favore dei diritti degli animali e dell’ambiente hanno chiesto una sospensione od un posticipo delle date ufficiali della nuova stagione della caccia. Sparare ai tanti animali in queste condizioni nelle zone devastate dagli incendi potrebbe avere degli effetti nefasti, quando invece andrebbe favorita in certi casi una crescita della popolazione di certe specie decimate dagli episodi sfavorevoli.
AGGIORNAMENTO – Purtroppo è giunta notizia che Bruce è morto. Gli operatori che lo hanno curato con tanto amore hanno diffuso una nota: “Dopo averci dato qualche speranza, avendo iniziato a mangiare un po’ di verdura fresca, ieri il crollo e…stanotte Bruce è andato sul ponte dell’arcobaleno a lottato da vero montanaro, con tenacia, resistenza e coraggio, ma il fuoco e i suoi annessi (calore, cenere, esalazioni..) avevano lesionato troppi organi e alla fine ha deciso di lasciarsi scivolare via. Ora è senza dubbio felice… in distese verdi che nessuna mano cattiva potrà mai più bruciargli sotto le zampe…su rupi piene di sole dove nessun proiettile potrà mai fermare la sua arrampicata e i suoi salti acrobatici. Grazie Bruce per averci fatto capire cosa vuol dire lottare per vivere e se non ce l’hai fatta non è stato né per colpa tua né nostra che veramente abbiamo fatto oltre l’impossibile! Addio guerriero delle rupi infuocate!”.
A.P.
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