Anni fa, Genova era comparso un cinghiale così socievole da essere diventato una piccola star tra gli abitanti del quartiere di via Carso.
La notorietà di Piero era arrivata al punto che qualcuno voleva dare al cinghiale la cittadinanza onoraria. Un esemplare molto affabile che conquistava tutti, anche i bambini della zona. Ma per Piero la strada era una minaccia così come i cacciatori. Così il simpatico cinghiale venne adottato dall‘Associazione Amici Animali Abbandonati che aveva predisposto in campagna un’area recintata dove custodire il piccolo Piero, a grandw soddisfazione dell’allora Assessore provinciale, Piero Fossati “felice che il cinghiale era stato messo in sicurezza”.
Purtroppo a distanza di un anno, nel 2010, in un blitz notturno ad opera di ignoti, il cinghiale è stato liberato e di Piero furono perse le tracce. Dopo mesi, Elvio Fichera, coordinatore dellAssociazione Amici Animali Abbandonati, aveva perso ogni speranza, commentando che “non lo vediamo da tempo, non abbiamo più trovato suoi segni, ormai ho un brutto presentimento. Le persone che hanno creduto di liberarlo dal recinto hanno ottenuto ciò che volevano. I cacciatori giurano di non essere stati, ma qualcosa è successo. Forse è stato intrappolato da qualcuno”.
A distanza di anni, lo spirito di Piero sembra essersi incarnato in un esemplare al quale è stato dato il nome di Martino che si aggirava trai viali dell’ospedale di San Martino. Grazie ad una mobilitazione tramite i social, il cinghiale è stato difeso al punto che il Sindaco Marco Doria ha dovuto ritirare l’ordinanza con la quale era consentito l’abbattimento del cinghiale. Il rifugio Miletta di Agrate Conturbia, in provincia di Novara, ha così avviato un’operazione per recuperare l’animale e metterlo in sicurezza nell’area faunistica gestita dall’organizzazione.
“Noi ora siamo quasi arrivati al Rifugio. Martino ha collaborato ed è entrato nella gabbia senza problemi. All’inizio contro di lui era stata emessa un’ordinanza di abbattimento, poi siamo riusciti a bloccare tutto. Gli agenti sono stati molto cortesi, lui forse è arrivato dai boschi sopra l’ospedale”, ha spiegato la responsabile del centro Alessandra Motta, che ha assistito personalmente alla cattura dell’animale per preservarne l’incolumità.