La tecnologia compie passi da gigante in numerosi ambiti. Anche in quello che riguarda l’allevamento e la coltura di uova. Addirittura adesso ci sono espedienti in grado di consentirci di sapere quali siano le galline più adatte a fornire uova migliori in ambito industriale. In un allevamento piccolo, di carattere famigliare e privato, questi animali possono dare le uova fino ai 7 anni di età, e vivere poi fino ai 10. Ma nelle dinamiche dell’industria la situazione è molto diversa. E molto meno rosea. Le galline infatti, arrivate ai 18 mesi di età, vengono soppresse perché intorno a quel periodo, preceduto da un lasso di tempo di sfruttamento intensivo, inizia la loro fase di non produttività.
Insomma, due aspetti molto diversi si presentano a seconda se una gallina sia destinata a far parte di una catena produttiva o meno. E quindi dopo un solo anno e mezzo di esistenza gli esemplari coinvolti vengono soppressi. Ma adesso è sorta in Francia una start up che consente a parecchie galline di avere salva la vita. L’applicazione si chiama Poulehouse ed è stata fondata da Fabien Sauleman, Elodie Pellegrain e Sébastièn Neusch. I nostri, attraverso precedenti accordi stipulati con alcuni allevatori, acquistano le uova prodotte da galline in età avanzata e le commercializzano in un circuito biologico al prezzo di un euro l’una.
L’obiettivo è arrivare ai 50mila pezzi a settimana, per soddisfare una offerta di 2,6 milioni di uova all’anno. In totale ad oggi questo particolare settore del commercio può contare su una produzione di 15 miliardi di uova nel solo ambito inerente la Francia. Ma questa trovata può trovare via via sempre maggiore spazio grazie al fatto che garantisce totale sicurezza sulla produzione delle uova. A differenza di quanto accaduto nello scandalo Fipronil.
Si tratta di un insetticida che ha contaminato un elevatissimo numero di uova messe sul mercato. Invece con Poulehouse si dà un netto slancio alla ecosostenibilità, si consente ad animali anziani che in altri casi ci avrebbero rimesso le penne (è proprio il caso di dirlo) di sopravvivere e si è sicuri che quel che viene portato sulla propria tavola è sano. Intanto anche le povere galline finiscono nel bersaglio di ragazzini maleducati: l’ultima volta è successo proprio pochi giorni fa.
A.P.
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