Vediamo tutto ciò che c’è da sapere sulla riproduzione delle tartarughe terrestri grazie agli studi degli esperti.
Le tartarughe terrestri, come quelle acquatiche, sono rettili ovipari, cioè depongono le uova. Gli organi riproduttivi della tartaruga femmina sono due ovaie che producono gli ovuli, che cadono nei due ovidutti dove poi si formano albume e guscio.
Il maschio, invece, ha i testicoli che si trovano all’interno della corazza, e il pene che si trova alla base della coda, per questo motivo le tartarughe maschio hanno la coda più lunga.
La riproduzione delle tartarughe terrestri dipende dalla maturità degli esemplari. I fattori da considerare sono principalmente la taglia e l’età delle testuggini.
In natura le tartarughe raggiungono la maturità per la riproduzione a 5-7 anni mentre in cattività possono raggiungerla addirittura a 2 anni di età.
La riproduzione avviene in primavera nelle zone temperate e nelle stagioni umide nelle zone tropicali. Può essere singola o multipla durante l’anno.
L’accoppiamento è preceduto da un corteggiamento durante il quale la tartaruga maschio è molto aggressiva nei confronti della femmina, tanto da provocarle delle lesioni.
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Infatti, è molto importante non lasciare mai una femmina con un maschio in quanto lui potrebbe distruggerla. Per un allevamento ottimale senza scontri bisogna far sì che il maschio possa stare con almeno 6-7 femmine. L’accoppiamento avviene col maschio che si posiziona sopra la femmina.
Dopo l’accoppiamento, più o meno dopo 4–8 settimane avviene la deposizione, anche se varia a seconda della temperatura ambientale.
Le tartarughe terrestri depongono le uova in buche scavate nel terreno e le ricoprono con la terra. Prima di trovare il luogo dove deporre le uova, la femmina impiega molto tempo per trovare il posto giusto e scava finché non raggiunge la profondità desiderata.
Nel frattempo, la femmina non deve essere disturbata altrimenti interrompe la deposizione delle uova. A causa della mancanza di un luogo adatto, in cattività si può presentare un fenomeno di ritenzione delle uova.
Nelle regioni meridionali è possibile lasciare le uova nel nido e aspettare che i piccoli nascano. Invece, nelle regioni settentrionali è consigliabile posizionare le uova in un’incubatrice.
Per trasferire le uova in un’incubatrice bisogna, come abbiamo detto, prelevare le uova dal nido facendo attenzione a posizionarle nello stesso modo in cui le abbiamo trovate. Poi, occorre interrarle in un contenitore ricoperto parzialmente con 5 cm di torba e metterlo in un’incubatrice.
Esistono varie incubatrici in commercio, ma non è difficile costruirne una artigianale. Infatti, avrete bisogno solo di un contenitore isolante, per esempio un frigo portatile, un termoriscaldatore per acquario. Inoltre, è importante utilizzare un termometro e un igrometro che servono a stabilire la temperatura minima e massima e l’umidità presente nell’incubatrice.
Il coperchio del contenitore va chiuso sistemando sopra le uova una lastra di vetro o plexiglas messa in posizione obliqua, così la condensa si raccoglie senza cadere sulle uova.
Il tempo di incubazione dipende dalla specie, varia dai 60 giorni ai 6 mesi. Se la tartarughina è maschio o femmina dipende dalla temperatura: sotto i 28°C nasceranno maschi, sopra i 30°C la maggior parte saranno femmine. È consigliabile, però, non superare mai i 32°C.
Quando le piccole tartarughe nascono è opportuno spostarle in una sorta di terrario esposto al sole, con rifugi d’ombra.
Trascorsa la prima settimana, potranno essere spostate in una parte di giardino con il fondo fatto di torba, recintato bene, per evitare che fuggano, e una parte dove possano dormire.
Bisogna mettere una ciotola d’acqua per far si che le tartarughe possano bere. Ricordate che le piccole tartarughine devono essere alimentate con la stessa alimentazione delle tartarughe adulte.
M.D.
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