Può capitare di imbattersi nei ricci all’interno del proprio giardino: ecco come capire se sono morti o sono in letargo.
Famosi per i loro aculei pungenti e affilati, i ricci sono animali notturni appartenenti alla classe dei mammiferi. Al pari di orsi, ghiri e criceti, anche i ricci vanno in letargo: ecco perché se li troviamo in giardino non dovremmo mai spostarli, credendo che siano morti.
Questo grazioso animaletto è particolarmente diffuso nei boschi e nelle zone coltivate, sia di collina che di montagna.
Al pari delle talpe, si tratta di un esemplare insettivoro, che si nutre prevalentemente di scarafaggi e millepiedi, ma non disdegna neppure invertebrati e piccoli serpenti.
Esattamente come la talpa, poi, anche il riccio vive all’interno di una tana scavata nel terreno, a circa 50 centimetri di profondità.
Tra le caratteristiche più curiose del riccio, c’è il fatto che si tratta dell’unico insettivoro ad andare in letargo: scopriamo di più su questo fenomeno.
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La fase del letargo, per la sopravvivenza dei ricci, è di fondamentale importanza: in questa fase dell’anno in cui il clima si fa particolarmente rigido e il cibo scarseggia, infatti, questi piccoli mammiferi vanno incontro a un lungo periodo di riposo, supportati dalle grosse scorte di grasso che utilizzano come fonti di energia.
Il letargo per questo animale insettivoro ha inizio tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre. Il lungo periodo di riposo si conclude a primavera inoltrata: solitamente i ricci si risvegliano alla fine di aprile.
Durante questi mesi, le attività vitali degli esemplari di questa specie si riducono al minimo: il cuore passa da 180 battiti al minuto ad appena 8, la temperatura scende da 36 a 5 gradi.
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Anche il respiro si fa flebile: se in piena attività il mammifero emette 40/50 atti respiratori al minuto, in questa fase i respiri si riducono a 3 o 4 nello stesso lasso di tempo.
Per questo, è molto facile che dei ricci in letargo vengano ritenuti morti. La raccomandazione degli esperti, quindi, è di lasciarli dove si trovano, evitando di spostarli, svegliarli o, ancora peggio, seppellirli.
Il letargo è un processo di cui questi animali hanno un grande bisogno. Per questo, non dovremmo ostacolarlo in alcun modo.
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