I ricci selvatici non si toccano! Vanno aiutati solo in caso di emergenza. Ma ecco in che modo bisogna prendersene cura se ne adottiamo uno.
Essendo selvatici, il ricci che vediamo in strada o su una montagna non potranno mai essere i nostri animali di compagnia: ciò vuol dire che prenderne uno e portarlo a casa con sé è un reato perseguibile per Legge. Quindi se ne trovassimo uno, che non necessita il nostro aiuto, bisogna lasciarlo lì dove è in quanto patrimonio dello Stato. Di seguito tutti i casi in cui è necessario intervenire e in che modo aiutare il riccio, evitando gli errori più grossolani e pericolosi per la sua salute.
Non si tratta di adottarne uno tramite un allevatore o, alcuni coraggiosi lo fanno, fidandosi dei forum online: è proibito raccogliere un riccio per strada poiché non ne conosciamo la provenienza. Oltre ad essere contro la Legge, questo nostro comportamento potrebbe mettere in serio pericolo l’animale e la sua prole. Infatti i piccoli spesso aspettano il ritorno della mamma per ricevere il cibo raccolto, oppure una femmina gravida potrebbe perdere la sua prole. Inoltre potrebbe facilmente avere dei problemi seri al momento del parto: quando la mamma è sottoposta a determinate situazioni di stress, il 99% dei piccoli infatti viene mangiato proprio da lei.
Se ci piace tanto questo animale puntiglioso allora è il caso di rivolgersi ad un allevatore fidato: essi conoscono perfettamente lo stato di salute del piccolo e di certo non affiderebbero in mani inesperte un riccio debilitato e in pericolo di vita. Alcuni sconsigliano gli annunci online proprio perché è difficile avere la certezza della sua provenienza, e allo stesso modo, anche alcuni negozi di animali potrebbero non saper consigliare quello giusto da adottare. Una volta accertata l’origine, bisogna attrezzarsi di tutto il necessario per accogliere in casa questo animale e donargli una vita serena e salutare.
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Abbiamo deciso di adottare un riccio e il grande giorno è vicino: come dobbiamo prepararci ad accogliere il nuovo membro della famiglia? Non si tratta di un cane o un gatto ma necessita ugualmente di cure ed è necessario rispettare le sue abitudini. Quindi armiamoci di pazienza per riuscire a dare al nostro amico puntellato il nostro più caloroso ‘Benvenuto’.
Se il nostro allevatore di fiducia lo ha abituato ad un determinato tipo di cibo, è necessario proseguire con la stessa dieta. Uno ‘svezzamento’ arbitrario non è consigliato in quanto il riccio potrebbe rifiutarsi di mangiare e avere problemi con la nutrizione. Ai ricci piace mangiare, quindi attenzione a non farli ingrassare troppo! Amano frutta, vegetali, uova e carne, ma anche i croccantini fatti apposta per loro (attenzione alla qualità). Sono velenosi per loro alcuni cibi come: la frutta secca, carne e verdure crude, alcuni frutti quali avocado, uva o uvetta, pane e tutti i cibi che contengono sale o zuccheri.
Il riccio ha bisogno di abituarsi al nuovo ambiente, quindi dagli il tempo necessario affinché abbia modo di scoprire il suo nuovo habitat (cioè la vostra casa). Inoltre è bene ricordare a tutti i componenti della famiglia, soprattutto ai piccoli umani, che non si tratta di un giocattolo: lasciamolo in pace almeno per i primi giorni per evitare di stressarlo ulteriormente. In fondo ha già cambiato casa: ha il diritto di starsene appartato e accettare la nuova situazione, no?
Il riccio avrà bisogno di molto spazio e di conseguenza anche la sua ‘cuccia’ dovrà essere abbastanza grande per consentirgli passeggiate su e giù per la gabbietta. Quindi è necessario che sia almeno di 45cm x 60cm, dovrà essere resistente per sopportare il continuo gironzolare dell’animale al suo interno, ben ventilata per evitare che possa avere problemi di respirazione. Infine è opportuno che all’interno della stessa gabbietta vi sia una sorta di alcova dove l’animale può rifugiarsi: solitamente queste strutture hanno una sorta di igloo al loro interno che serve appunto per dare riparo al riccio che vuole ‘isolarsi’. Puoi ricoprirne il fondo con trucioli di legno: ma attenzione che non si incastrino tra i suoi aculei!
Sarà necessario fare in modo che la tua casa diventi ‘abitabile’ per il riccio anche dal punto di vista della temperatura che deve oscillare tra i 21 e i 29 gradi. Una temperatura troppo alta potrebbe far collassare l’animale con un colpo di calore, mentre una troppo bassa potrebbe al contrario farlo andare in letargo e questo gli sarebbe fatale.
Evitiamo stanze troppo rumorose o alla portata dei bambini per posizionare la nostra gabbietta. Se inoltre abbiamo altri animali in casa, come cane, gatto o pappagallo, non lasciamoli mai da soli col riccio poiché potrebbero azzuffarsi. Allo stesso modo non apriamo continuamente la sua gabbia per dargli una ‘sbirciatina’: il riccio ha bisogno di riposo e potrebbe chiudersi in sé stesso, come meccanismo di difesa.
E’ vero che il riccio è Patrimonio dello Stato ma è altrettanto vero che se questo si dovesse trovare in condizioni di pericolo, è necessario il nostro intervento. Ecco quali sono i casi in cui non bisogna starsene con le mani in mano.
Se il riccio è ferito,
se ha infezione da pulci e zecche,
se è apparentemente debilitato e non riesce a camminare,
se si trova sul ciglio della strada o in altri luoghi dove corre pericolo.
Il primo intervento è fondamentale per la sopravvivenza dell’animale: dopo aver esplicato queste semplici pratiche però è necessario contattare una struttura che sia in grado di prendersi cura di lui. Una volta raccolto un riccio in strada infatti è opportuno contattare la Guardia Forestale, oppure l’Associazione SOS Ricci e altri centri di recupero animali selvatici più vicini in zona. Inoltre è bene fare attenzione che non vi sia un nido con dei piccoli nelle vicinanze: potremmo portar via la mamma ai suoi cuccioli, soprattutto nei periodi tra aprile e settembre, quando le mamme gravide vanno in giro alla ricerca di cibo. Ecco cosa fare quando vogliamo aiutarne uno.
Per proteggere le nostre mani dai suoi aculei ma anche per arrecargli meno danno possibile nel toccarlo è necessario avere a portata di mano dei guanti ben resistenti. Una volta preso in mano accarezziamolo con estrema delicatezza con movimenti molto lenti. Anche il volume della nostra voce dovrà essere basso e dolce per evitare di spaventare l’animale, inoltre se è ancora mezzo addormentato evitiamo di disturbarlo. Potremo parlargli quando sarà completamente sveglio.
Per evitare il rischi di ipotermia è bene che il riccio sia posto in una scatola, seppur di fortuna, con una borsa di acqua calda per riscaldare l’ambiente. Inoltre non dimentichiamo di dargli dell’acqua per evitare la disidratazione: è opportuno avere con sé una siringa, di quelle senza ago.
I ricci devono bere un latte speciale, l’Esbilac, o in alternativa una tisana al finocchio o latte di capra. E’ assolutamente vietato il latte vaccino, ovvero quello che si dà ai bambini, e anche tutti i derivati del latte poiché il riccio non digerisce il lattosio. Se siamo il riccio è in ipotermia evitiamo di dargli sostanze liquide fredde che potrebbero causargli una congestione.
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F.C.
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