Esistono o sono esistiti rettili marini? Quali sono e in che modo si sono evoluti fino ad arrivare ai giorni nostri: tutto quello che c’è da sapere.
Siamo abituati a vederli strisciare o comunque ad immaginarli su superfici asciutte, ma di certo non capita di vederli sguazzare in acqua. Però non si può dire che non siano mai esistiti i rettili marini, che sono anche gli antenati di quelli che possiamo vedere ai nostri giorni. Ma cosa ci resta di questi meravigliosi esemplari? Solo qualche fossile, di cui per giunta abbiamo scarse immagini. Ma sappiamo che sono esistiti e che hanno dato vita poi, con le varie evoluzioni, ai rettili che possiamo trovare nella natura selvaggia o anche nei negozi più forniti di animali di questo genere. Vediamo quali sono i rettili marini e che caratteristiche avevano.
Sarebbe meglio dire: ‘quali erano’ dato che gran parte delle specie acquatiche dei rettili ha ormai lasciato il posto a due attuali categorie di rettili che vivono i nostri giorni. Infatti per cercare le origini dei rettili marini dovremmo fare davvero un viaggio nel tempo, quando le caratteristiche della terra erano notevolmente diverse (Leggi qui: Quali sono i rettili? Origine, evoluzione e classificazione). Anche questi animali marini però avevano, a loro volta, subito delle mutazioni per adattarsi all’ambiente acquatico.
Questa trasformazione fisica riguarda gli arti che avevano preso la forma di pinne, più adatte a nuotare, ma anche un corpo idrodinamico e dunque in grado di muoversi meglio in un ambiente liquido e le mandibole più lunghe e dotate di denti forti. Infine anche la coda pare essersi adattata all’acqua.
Tutto ciò che sappiamo su questi particolari animali è frutto di ricerche che negli anni hanno dato ottimi risultati, nonostante gli scarsi reperti trovati. Con uno studio approfondito su essi è stato chiaro che questi rettili marini si erano adattati all’ambiente acquatico anche per quanto concerne l’alimentazione. Infatti questi esemplari, ormai scomparsi, si nutrivano di pesci, ma anche di molluschi e di erbe o alghe di mare.
In quale periodo storico possiamo collocare le loro origini? Già nel Triassico, per poi proseguire nel Giurassico e nel Cretacico. Insomma la loro storia occupa un’intera era geologica, quella Mesozoica e con la fine dell’ultimo periodo (il Cretacico appunto) pare si siano del tutto estinti, tranne che per due tipologie di rettili sopravvissuti fino ai giorni nostri e che scopriremo in seguito. Per comodità si è preferito suddividerli in specie, che presenta ciascuna le sue caratteristiche. Conosciamoli più da vicino.
Ecco quali sono le specie principali di rettili marini, di cui abbiamo scarsi ritrovamenti di fossili ma che possiamo collocare nei vari periodi dell’Era Mesozoica.
Quali sono gli animali che vivono i nostri giorni e che possono ricordarci più da vicino i rettili marini, loro antenati? Sicuramente i coccodrilli e i cheloni. I primi infatti appartengono ad una specie adattata all’ambiente marino. Hanno una testa triangolare, con occhi sporgenti, narici alla fine della mascella e il corpo ricoperto di squame. La lunghezza, così come il peso, variano dal metro ai 7 metri e dai 20 ai mille kg per ciascun esemplare.
Sono rettili molto veloci sia in acqua sia in superficie, e questo di certo rappresenta un’ottima arma per la caccia. Col tempo hanno sviluppato anche capacità vocali, fino a produrre suoni simili a ruggiti e muggiti nella stagione dell’amore. Infine altri animali, discendenti dagli antenati rettili marini, sono i cheloni che comprendono tartarughe e testuggini (Leggi qui: Tartarughe di terra o di acqua: caratteristiche e differenze).
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F.C.
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