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Rettili marini: quali sono e come si sono evoluti nella storia

Esistono o sono esistiti rettili marini? Quali sono e in che modo si sono evoluti fino ad arrivare ai giorni nostri: tutto quello che c’è da sapere.

Rettili marini: cosa ci raccontano i fossili (Foto Pixabay)

Siamo abituati a vederli strisciare o comunque ad immaginarli su superfici asciutte, ma di certo non capita di vederli sguazzare in acqua. Però non si può dire che non siano mai esistiti i rettili marini, che sono anche gli antenati di quelli che possiamo vedere ai nostri giorni. Ma cosa ci resta di questi meravigliosi esemplari? Solo qualche fossile, di cui per giunta abbiamo scarse immagini. Ma sappiamo che sono esistiti e che hanno dato vita poi, con le varie evoluzioni, ai rettili che possiamo trovare nella natura selvaggia o anche nei negozi più forniti di animali di questo genere. Vediamo quali sono i rettili marini e che caratteristiche avevano.

Rettili marini: quali sono

Fossile del Cretacico (Foto Pixabay)

Sarebbe meglio dire: ‘quali erano’ dato che gran parte delle specie acquatiche dei rettili ha ormai lasciato il posto a due attuali categorie di rettili che vivono i nostri giorni. Infatti per cercare le origini dei rettili marini dovremmo fare davvero un viaggio nel tempo, quando le caratteristiche della terra erano notevolmente diverse (Leggi qui: Quali sono i rettili? Origine, evoluzione e classificazione). Anche questi animali marini però avevano, a loro volta, subito delle mutazioni per adattarsi all’ambiente acquatico.

Questa trasformazione fisica riguarda gli arti che avevano preso la forma di pinne, più adatte a nuotare, ma anche un corpo idrodinamico e dunque in grado di muoversi meglio in un ambiente liquido e le mandibole più lunghe e dotate di denti forti. Infine anche la coda pare essersi adattata all’acqua.

L’era geologica e le loro origini

Il mostro di Loch Ness in Scozia (Foto Pixabay)

Tutto ciò che sappiamo su questi particolari animali è frutto di ricerche che negli anni hanno dato ottimi risultati, nonostante gli scarsi reperti trovati. Con uno studio approfondito su essi è stato chiaro che questi rettili marini si erano adattati all’ambiente acquatico anche per quanto concerne l’alimentazione. Infatti questi esemplari, ormai scomparsi, si nutrivano di pesci, ma anche di molluschi e di erbe o alghe di mare.

In quale periodo storico possiamo collocare le loro origini? Già nel Triassico, per poi proseguire nel Giurassico e nel Cretacico. Insomma la loro storia occupa un’intera era geologica, quella Mesozoica e con la fine dell’ultimo periodo (il Cretacico appunto) pare si siano del tutto estinti, tranne che per due tipologie di rettili sopravvissuti fino ai giorni nostri e che scopriremo in seguito. Per comodità si è preferito suddividerli in specie, che presenta ciascuna le sue caratteristiche. Conosciamoli più da vicino.

Rettili marini: le specie principali

Ecco quali sono le specie principali di rettili marini, di cui abbiamo scarsi ritrovamenti di fossili ma che possiamo collocare nei vari periodi dell’Era Mesozoica.

  • Notosauri: hanno vissuto solo nel Triassico, data che il loro corpo non era riuscito ad adattarsi all’ambiente acquatico. Infatti avevano arti troppo corti, oltre a una coda e un cranio troppo lunghi. Erano anche dette le ‘Foche del Triassico’, poiché avevano abitudini simili alle foche appunto. Si nutrivano di pesci e usavano la coda per spostarsi e compiere movimenti.
  • Placodonti: anche essi sono vissuti solo nel Triassico; erano privi di collo lungo ma anzi in generale il loro aspetto era piuttosto tozzo e goffo anche nei movimenti. In un certo senso ricordavano le odierne tartarughe, anche perché potevano anche spostarsi sulla terraferma. Erano anche piuttosto lunghi con il loro metro e più di lunghezza. Ma la caratteristica principale riguarda i loro denti: piatti e a punta, molto utili per rompere i gusci dei molluschi di cui si nutrivano. Sono questi ultimi, i denti, a dare loro il nome: ‘placodonti’ infatti vuol dire ‘dente a placca’.
  • Ittiosauri: apparsi alla fine del Triassico, sono sopravvissuti per tutta l’Era Mesozoica. Da alcuni studi è apparso probabile che essi si siano evoluti negli odierni delfini e balene. Il loro corpo poteva raggiungere anche i 16 metri di lunghezza; i loro arti erano pinne con un numero imprecisato di dita e falangi. Il muso era a punta e le mascelle avevano denti conici per catturare le piccole prede. La caratteristica che colpisce è di certo la conformazione dell’occhio molto grande, i grado di vedere anche alle basse profondità. Non si sa ancora per quali ragioni gli ittiosauri si siano estinti.
  • Plesiosauri: collo lungo e lunghe pinne ma quasi assenza totale di coda. Hanno vissuto tra il Triassico e il Cretacico superiore. Nel linguaggio popolare la loro specie viene definita ‘Nessie’, ovvero quelle creature che vivono nell’immaginario collettivo e che hanno un collo molto lungo, che si nutrivano del fondale delle stesse acque dove nuotavano.
  • Mososauri: lucertole marine del Cretacico superiore, con gli arti che si erano evoluti in pinne corte ma molto utili. Nella variante dei Mosasaurus la lunghezza raggiungeva i 17 metri e il corpo aveva la forma di una botte. Gli occhi erano grandi ma i bulbi oculari non erano così ben sviluppati da poter cacciare prede marine a basse profondità. Si nutriva probabilmente di pesci, ma anche di tartarughe, e simili di piccole dimensioni. Si pensa che la coda si concludesse con una biforcazione finale, come quella degli squali.

Come si sono evoluti i rettili marini

I rettili marini: la loro evoluzione in coccodrilli (Foto Pixabay)

Quali sono gli animali che vivono i nostri giorni e che possono ricordarci più da vicino i rettili marini, loro antenati? Sicuramente i coccodrilli e i cheloni. I primi infatti appartengono ad una specie adattata all’ambiente marino. Hanno una testa triangolare, con occhi sporgenti, narici alla fine della mascella e il corpo ricoperto di squame. La lunghezza, così come il peso, variano dal metro ai 7 metri e dai 20 ai mille kg per ciascun esemplare.

Sono rettili molto veloci sia in acqua sia in superficie, e questo di certo rappresenta un’ottima arma per la caccia. Col tempo hanno sviluppato anche capacità vocali, fino a produrre suoni simili a  ruggiti e muggiti nella stagione dell’amore. Infine altri animali, discendenti dagli antenati rettili marini, sono i cheloni che comprendono tartarughe e testuggini (Leggi qui: Tartarughe di terra o di acqua: caratteristiche e differenze).

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F.C.

Francesca Ciardiello

Laureata in Lettere moderne e in Forme e tecniche dello spettacolo, fin da piccola sono sempre stata affascinata dal mondo animale. In casa mia non sono mai mancati pesci rossi, tartarughe canarini e uccelli di ogni specie. Dal mese di Aprile 2022 sono iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Campania. Avere la possibilità di scrivere per Amoreaquattrozampe è ogni giorno un’avventura meravigliosa.

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Francesca Ciardiello

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