Perché si dice: ‘Avere una remora nel fianco’? E quanto conta il fatto che la remora si attacca agli squali? Cosa c’è da sapere su questo pesce.
‘Avere delle remore’ è un’espressione piuttosto comune e trova la sua origine proprio in questo pesce. Infatti la particolarità di questo animale marino è sicuramente quella di attaccarsi agli squali: ma perché lo fa e come ci riesce? Nell’articolo che segue proveremo a rispondere a queste domande. Non mancherà un accenno alle spiegazioni dei modi di dire che ormai sono entrati nella forma colloquiale giornaliera. Tutto quello che c’è da sapere sul perché la remora si attacca agli squali, o ad altri animali marini, e come si traduce questo suo comportamento.
La remora: conosciamola meglio
Il suo nome racchiude il segreto della sua fama: dal greco “echein” ( che significa “trattenere”) e “naos” (ovvero “nave”). Nella Naturalis Historia di Plinio racconta che l’esito della battaglia di Anzio nel 31 a.C. è stata determinata dalla presenza di questi pesci. Questi ultimi infatti furono da impedimento alle manovre delle navi, rallentandole: sebbene la storia non sia accertata. Col tempo questa sua caratteristica è stata sfruttata dai pescatori per la pesca delle tartarughe. Una volta catturata, la remora è legata a una corda dalla coda e la rilasciano in mare per far sì che una tartaruga si attacchi ad essa (Leggi qui: Le tartarughe mordono: ecco perché e cosa fare).
Una remora nel fianco
Si tratta di un pesce che appartiene alla famiglia delle Echeneidae, tipica delle acqua dei mari tropicali e temperati. Questo pesce è famoso per la sua abitudine di attaccarsi agli squali o ad altri animali marini, come balene e delfini. Da qui deriva la comune espressione: ‘Avere una remora nel fianco’. Questo pesce, lungo circa 40 cm, ha un dorso dotato di una sorta di ventosa, della quale si serve per attaccarsi ai pesci ma anche alle imbarcazioni. Di certo rappresenta un peso per coloro che dovranno trascinarla, sebbene il suo peso possa risultare irrisorio per una balena o per una barca. Però il fatto stesso di attaccarsi a ‘qualcos’altro’ l’ha resa famosa come ‘ostacolo, freno’.
Infatti lo stesso Manzoni l’ha utilizzata come metafora di ‘ostacolo’ che rallenta il movimento o che comunque frena: insomma questo suo comportamento si è guadagnato una connotazione negativa. Sebbene prima si pensasse che questo pesce fosse una sorta di sciacallo, che si cibava delle carcasse di altri animali, in realtà la sua attività si limita ad attaccarsi alle prede per farsi semplicemente trasportare in una nuova zona di caccia. In un certo senso è come se ‘usufruisse di un passaggio’ gratuito e senza troppi oneri da parte di chi la tiene attaccata.
Insomma la ‘remora’ si traduce in un forte dubbio, un inceppo o un impedimento morale nel fare una determinata azione. A volte significa anche esitazione o pudore nel fare qualcosa.
Come e perché la remora si attacca agli squali
Questo pesce non si attacca solo agli squali ma anche ad altri animali marini, e lo fa con un sistema ‘a ventosa’. Infatti il suo dorso è dotato di una sorta di ventosa appunto che si attacca alla pelle e al corpo dell’animale prescelto.Ma come ci riesce? Questa ventosa si sviluppa intorno ai sei mesi di vita e ha una forza che non va in proporzione alla stazza del pesce ed è in grado di sostenere un peso molto superiore. Le motivazioni alla base di questo gesto sono sostanzialmente due.
- richiedono un flusso costante di acqua per respirare, quindi gli animali più grandi e veloci e si muovono ad una velocità superiore e per tempi più lunghi.
- si nutrono: gli animali ‘ospitanti’ sono fonte di cibo con i parassiti irritanti, con i resti del pasto di quell’animale e anche le sue feci.
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F.C.