Conosci tutte le rane velenose esistenti in natura? Ecco come riconoscerle e starne alla larga per evitare spiacevoli conseguenze.
La rana è solitamente un animale simpatico dalla bocca larga, ma alcune di esse possono nascondere non poche insidie per chi vi entra in contatto. Alcuni di questi esemplari sono tutt’altro che innocui e possono addirittura provocare la morte dell’uomo. Basti pensare che le loro potenzialità sterminatrici sono da sempre conosciute dall’uomo, perfino da quelli indigeni, che utilizzavano il veleno prodotto da questi anfibi per cospargerlo sulle frecce da scagliare e uccidere in modo atroce gli avversari che ne venivano colpiti. Vediamo in che modo possiamo riconoscere il loro aspetto per starne alla larga, evitando conseguenze talvolta letali.
Cosa sappiamo delle rane? In realtà in molti si accontentano di sapere che vivono negli stagni o in ambienti umidi; molti invece si divertono a tenerne in casa in piccoli stagni artificiali costruiti apposta per le loro esigenze (scopri la differenza tra rane e rospi). Ma cosa sappiamo del loro corpo e di come si difendono dagli attacchi esterni? Eh si, perché anche le rane corrono dei rischi e devono naturalmente difendersi con ogni mezzo a loro disposizione. Uno di questi è di certo il veleno che solo alcune specie, sono in grado di produrre. Questa potente sostanza velenosa fuoriesce dalle ghiandole della loro pelle. Questo veleno si produce ogni volta che un predatore cerca di avvicinarsi loro con fare minaccioso. Come le rane, anche le salamandre hanno questa potenzialità difensiva.
Sappiamo che hanno bisogno di ambienti umidi per vivere, fatti di acqua ma anche di terra. Non a caso è estremamente facile trovarle nei luoghi boschivi che ricoprono l’America del Centro e del Sud. Nonostante le loro dimensioni piuttosto ridotte, spesso di pochi centimetri, esse riescono a difendersi emanando questo veleno che, spesso non è letale per gli altri animali ma li tiene solo alla larga.
Di piccole dimensioni, talvolta di pochi centimetri, queste rane hanno delle ghiandole in grado di produrre sostanze che producono la sostanza di cui abbiamo accennato prima. Se per l’uomo può essere velenosa, nel caso degli altri animali, essa serve solo a ‘darsi’ un sapore disgustoso. Infatti quando questo liquido viene fuori la rana assume inevitabilmente un sapore amarognolo o comunque non gustoso per i predatori, che di conseguenza sono portati a non mangiarle. In questo modo le rane non saranno più delle prede appetitose agli occhi dei predatori, ma anfibi dai quali stare alla larga poiché non commestibili.
Ma ciò che a noi interessa è la tipologia di rana che risulta velenosa per l’essere umano e che bisogna riconoscere appunto per non toccarla. Se ne annoverano almeno cinque, ma in che modo riconoscerle? La prima cosa a cui prestare attenzione è naturalmente il colore del corpo. Solitamente i loro colori sono molto accesi e brillanti: anche questo risulta un ottimo deterrente per tutti coloro che provano ad avvicinarsi. La pelle dai vividi colori spaventa i malintenzionati e li tiene lontani.
Ora vediamo quali sono le rane più pericolose al mondo e tutte le loro caratteristiche per riconoscerle.
Il Madagascar ospita questa specie di rana, che dal nome probabilmente non riesce ad esprimere tutta la sua pericolosità. Già dall’aspetto risulta piuttosto inquietante rispetto alle altre: le sue dimensioni infatti raggiungono i 10 centimetri di lunghezza e il peso si aggira intorno ai 200 grammi. Per nostra fortuna, bisogna andare proprio e solo in Madagascar per vederla.
Cosa indica il suo nome? Naturalmente il colore del suo corpo, di un rosso vivo e brillante. Talvolta però questo manto purpureo può presentare delle macchie scure, quasi nere, ma sono in alcuni esemplari e solitamente sotto il mento. Questa specie di rana è sì velenosa ma non è mortale per l’uomo. Al massimo, qualora vi entrassimo in contatto, potremmo accusare prurito e reazioni allergiche.
Definire una sola di queste rane è impossibile, poiché si tratta di una ‘grande famiglia’ che ne comprende almeno un centinaio. La loro origine è nelle terre comprese tra Costa Rica e Bolivia. Il nome stesso rimanda alla pluralità e vividezza dei loro colori. Un’altra loro particolarità consiste nell’essere in attività nelle ore di luce del giorno, e no durante la notte come molte loro ‘affini’. Purtroppo alcune sono in via di estinzione, ma in realtà la loro famiglia va via via allargandosi, comprendendo sempre nuove e più pericolose specie.
Questa tipologia di rana è diversa dalle altre, poiché vive in ambienti umidi ma preferisce non stare tanto in acqua. Le terre da cui proviene sono quelle della zona compresa tra Argentina, Bolivia e Paraguay: questo territorio è detto del Gran Chaco. Non è particolarmente vivace, tanto che si muove molto lentamente da un ramo all’altro e salta con molta poca energia. Questi suoi movimenti ‘rallentati’ rispetto alle altre sono infatti un problema anche per la sua pelle: infatti essa perde poca umidità, che resta dunque intrappolata su tutto il suo corpo. Insomma non è la tipica rana che vive negli stagni, bensì sugli alberi.
Perché nel suo nome si accenna alla freccia? Perché il veleno di questa specie di rana veniva utilizzato dagli indigeni per cospargerne le punte delle frecce usate per la caccia e la difesa. Si tratta di una tipologia di rana molto aggressiva, che vive nel Suriname fino al Brasile. Non è assolutamente grande di dimensioni: infatti è così piccola da non superare spesso i 50 millimetri. Studi hanno dimostrato che questo veleno rimane attivo fino a due anni dopo che è stato sparso sulla punta delle frecce. Ma se si trovano in cattività queste rane non saranno più velenose.
Ha una personalità molto territoriale e difende appunto il suo posto con il veleno che emana: la sua violenza viene indirizzata non solo agli animali predatori ma anche alle stesse rane che convivono nello stesso territorio. Infine il colore indicato dal suo nome è appunto il blu, ma con delle sfumature del viola e talvolta delle macchie nere che rendono ancora più particolare questo esemplare.
Dalle coste della Colombia arriva la rana dorata, le cui dimensioni sono maggiori rispetto a quella ‘freccia blu’ di cui abbiamo parlato prima. Si tratta infatti di una rana lunga dai 60 ai 70 mm. Si cibano di insetti, ovvero mosche, grilli, formiche, termiti e coleotteri. Il nome descrive il suo colore, che non è semplicemente dorato ma un bel mix di giallo, verde menta e sfumature arancio. Qual è la sua particolarità? Quella di avere il primato di rana più velenosa al mondo (approfondisci quali sono gli animali più pericolosi al mondo). Un solo grammo del suo veleno è in grado di sterminare decine di uomini. Inoltre il suo effetto intossicante persiste anche dopo che l’uomo ne è stato colpito.
Anche in questo caso gli indigeni hanno pensato di utilizzare il veleno di questa Phyllobates terribilis per le frecce da indirizzare ai loro nemici. In particolare il popolo indigeno colombiano degli Emberá ne ha fatto questo pericoloso uso. La scomparsa delle foreste pluviali ne ha messo in crisi però l’esistenza: infatti vengono considerate una specie in via di estinzione.
Non è escluso che gli studi di medicina porteranno all’utilizzo di questo veleno a scopi curativi: infatti pare che la versione sintetica di uno dei composti del veleno possa avere effetti analgesici.
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F.C.
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