Qualità visive dei piccioni per individuare tumori umani

Qualità visive dei piccioni per individuare tumori umani

@Gettyimages
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“Sono sporchi e portano malattie, sporcano le nostre città e i balconi”. Ecco alcune delle espressioni più diffuse nella popolazione quando si parla del capitolo “piccioni”.

Questi volatili spesso e volentieri non sono molto amati. Eppure, nella storia, sono stati fondamentali, come ad esempio, utilizzati comeportatori di messaggi durante le guerre. Si tratta in realtà di una specie molto intelligente in grado di memorizzare e riconoscere ben 1.800 immagini, ma non solo. Infatti, Edward Wasserman, neuroscienziato della University of Iowa che ha condotto uno studio, in collaborazione con la University of California di Davis sulle potenzialità di apprendimento e il sistema visivo dei piccioni, pubblicato sulla rivista “Plos One”, ha tenuto a ricordare che “le ricerche svolte negli ultimi 50 anni hanno dimostrato che i piccioni possono riconoscere l’identità e le espressioni di un volto umano, distinguere le lettere dell’alfabeto, identificare capsule difettose di farmaci e persino distinguere tra un dipinto di Monet e uno di Picasso”.

Insomma piccole creature con un cervello piccolissimo che riescono a superare in molti casi alcune facoltà umane. Per approfondire e capire meglio le qualità e i limiti della vista dei piccioni, i ricercatori hanno deciso di metterli alla prova e così li hanno sottoposti ad un test che coinvolgeva immagini della radiologia.

Utilizzando un sistema di apprendimento che si basa sul condizionamento operante, i piccioni venivano ricompensati con del cibo ogni volta che riconoscevano correttamente la presenza (o l’assenza) di una lesione tumorale all’interno di una serie di mammografie. Se la radiografia presentava un caso sano, beccavano un quadrato giallo, altrimenti uno blu.

Il risultato è stato sbalorditivo per i ricercatori: l’esperimento è stato condotto inizialmente su quattro esemplari e ha dimostrato che la capacità di riconoscimento è salita dalla media del 50% all’84%, nel giro di due settimane. La percentuale è cresciuta invece al 99% quando gli animali venivano riuniti in gruppo per l’esercizio eseguiti da soli.

“Gli uccelli si sono rivelati incredibilmente capaci nel riconoscere la presenza di tumori al seno maligni nelle immagini, un compito complesso persino per un esperto osservatore umano, che impiega di solito anni per ottenere le capacità necessarie”, ha commentato Richard Levenson, ricercatore della Uc Davis e coautore della ricerca.

Secondo Levenson, si tratta di risultati che possono essere paragonati a quelli di specialisti e studenti di radiologia: “Questi animali”, potrebbero assistere realmente ricercatori e ingegneri nello sviluppo di strumenti sempre più innovativi”, ha poi concluso il ricercatore.

 

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