Chi vuole in casa un animale famoso per il suo cattivo odore? Ecco cosa c’è da sapere per chi vuole adottare una puzzola come animale domestico.
Talvolta delle passioni possono risultare davvero incomprensibili per alcuni padroni, eppure c’è chi vorrebbe adottare una puzzola come animale domestico. In tanti si preoccupano di eliminare il cattivo odore causato dal cane in casa oppure dal gatto, per altri invece il buon odore non deve essere una prerogativa nella scelta dell’animale, a quanto pare. Infatti la puzzola o moffetta è nota soprattutto per l’olezzo che usa come arma di difesa. Sebbene si mostri simpatica e affabile, questo animale selvatico in realtà nasconde un carattere molto poco socievole. Ecco tutto quello che c’è da sapere prima di adottare una puzzola e perché è sconsigliato averne una in casa.
Se pensiamo alla puzzola, o detta anche moffetta, la prima cosa che ci sembra di sentire è il suo cattivo odore (Leggi qui: La puzzola: caratteristiche, habitat, riproduzione e alimentazione). Magari non ne abbiamo mai vista una, ma è talmente famoso il suo cattivo odore, che ci sembra di riconoscerlo! Infatti la sua caratteristica più nota è di certo il cattivo odore che emana e che usa come arma in caso di minaccia e pericolo. Non ama stare in compagnia sebbene, in alcuni casi, riesce anche ad essere un buon animale per il suo padrone. Conosciamola meglio per valutare bene l’idea di averne una in casa.
Di certo non è una scelta comune quella di voler adottare una puzzola, ma non sarebbe il primo caso di puzzola che vive come un animale domestico o di compagnia. A dispetto della sua fama solitaria e schiva, questo animale può anche dimostrarsi socievole con il suo padrone. Vi è la specie americana, la moffetta, che pare più avvezza a diventare un compagno di vita rispetto alle altre specie. Quindi non è impossibile che riesca ad adattarsi ad un ambiente che non sia la natura. E’ ovvio che prendersi cura di una puzzola le consentirà una vita più serena: infatti in natura la sua vita media si aggira intorno ai 4-5 anni, mentre in cattività la durata può raddoppiare e addirittura triplicare.
Trattandosi però sempre di un animale selvatico è assolutamente sconsigliato portarne una a casa. E’ un animale che ha bisogno comunque dei suoi spazi, magari di tronchi e cavi di albero in giardino, ma è molto faticoso per lei adattarsi ad una gabbia. In fondo tra tanti animali abituati a stare in casa, perché incaponirsi con uno che ama la sua libertà?
Tra i lati negativi vi è il fatto di poter andare contro la Legge: infatti è necessario informarsi sulle norme vigenti nel Comune di appartenenza. Le leggi statali infatti possono variare da luogo a luogo e anche la considerazione dello stesso animale può cambiare: per alcuni è un animale selvatico, per altri un animale esotico. Quindi bisogna informarsi sui vari permessi e assicurazioni speciali per detenere una puzzola in casa. Di certo è illegale, oltre che dannoso per la salute dell’animale, prenderne una in natura e portarla con sé.
Il fatto di emanare un cattivo odore non è una probabilità, è una certezza. Una puzzola si difende così: non arreca nessun danno e di certo non è mortale, ma è efficace nel tenere lontano il pericolo. Ma da dove viene questa puzza? Dalle ghiandole anali, che si nascondono sotto la sua coda. Non si tratta di gas ma di un liquido dalla consistenza oleosa, che viene spruzzato ad una sì distanza notevole (può raggiungere anche i 3 m).
Se pensiamo di adottare una puzzola o moffetta e tenerla in una gabbia, prendiamo in considerazione un altro animale. Non potrete mai tenerla in una gabbia, ma dovrà avere a disposizione un suo giardino o comunque uno spazio con del terreno in cui potrà divertirsi a scavare buche e canali. Ciò non vorrà dire rinunciare comunque ad una cuccia, che servirà all’animale come luogo di riparo. Inoltre facciamo bene attenzione che non vi siano vie di fuga, perché una puzzola che si perde non saprebbe ritrovare la via di ritorno a casa.
Facciamo attenzione alla sua alimentazione: deve essere nutrita più volte al giorno e sempre con alimenti specifici (facciamoci consigliare da un esperto o un addetto alle vendite competente). Non diamo loro il cibo per gatti o destinato ad altri animali, poiché potrebbe risultare troppo grasso per la loro dieta. Essa prevede un apporto di 60/70 % di proteine magre. Alla pappa è possibile aggiungere noci, cereali e yogurt. Come snack una tantum possiamo utilizzare dei pezzi di frutta fresca, ma senza esagerare. Beve poco ma devono sempre averla a disposizione. Per quanto riguarda la salute, è opportuno vaccinarla contro la tempera e i vermi. La cosa più difficile sarà trovare un veterinario esperto in questo tipo di animali.
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F.C.
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