Avevo sottovalutato il pericolo ma per fortuna sono riuscita a salvargli la vita: come ho protetto il mio cane dalla processionaria in giardino.
Belle le passeggiate all’aria aperta, ancor più per chi, come me, ha la possibilità di far giocare il proprio Fido in giardino. Eppure avevo sottovalutato un grave rischio, costituito dalla processionaria in giardino, un insetto apparentemente innocuo che poteva mettere in serio pericolo la salute del mio dolce cagnolino. Perché è rischio far entrare Fido a contatto con questo insetto: è allarme in Italia!
Vorrei poter tranquillizzare tutti i proprietari di animali domestici che, come il mio, hanno uno spazio verde davanti casa dove poter giocare: purtroppo anche il nostro giardino potrebbe rappresentare un rischio per la sua salute e dobbiamo esserne coscienti. Innanzitutto dobbiamo essere sicuri di avere una rete e una recinzione salda e integra, per evitare che Fido scappi e possa perdersi: a noi è successo, perché appunto era riuscito a fare un buco nella rete, quindi attenzione!
Passiamo ora a quelli che rendono il giardino un posto meraviglioso: piante, fiori, erba e funghi. Sicuramente renderanno bellissimo l’ambiente ma purtroppo potrebbero essere pericolosi se ingeriti dal nostro amico a quattro zampe. Infatti è bene avere chiari quali sono le piante tossiche per il cane per evitare di piantarle. E dopo una bella innaffiata o una pioggia rigenerante, attenzione al fango e acqua stagnante, luoghi ideali per la proliferazione di virus e microbi.
Infine facciamo attenzione ai pesticidi e ai prodotti che tutti utilizziamo per la cura e la pulizia del nostro spazio verde: mettiamoli sotto chiave in casa e prediligiamo i prodotti naturali anche per la cura delle nostre piante e fiori, per tutelare la salute del nostro cane.
Purtroppo è già scattato l’allarme in Emilia Romagna e numerosi dermatologi sono stati chiari: dobbiamo tenere lontani i nostri animali dalla processionaria di pino, quell’insetto che tutti riconosciamo grazie alla lunghezza del corpo e alla peluria che lo ricopre interamente. Il caldo improvviso che è scoppiato in tutta Italia ha favorito la proliferazione e la crescita del numero di insetti del genere, che molti credevamo innocui.
Si tratta di un lepidottero pericoloso non solo per i nostri amici animali ma anche per gli alberi di pino, ma ho scoperto a mie spese che il mio cane stava davvero per rischiare la sua stessa vita. E’ difficile controllare un cane quando è all’aperto, anche perché nel nostro giardino ci sentiamo alquanto tranquilli di lasciarlo andare liberamente. Ma quando è venuto a contatto con uno di questi lepidotteri ha iniziato a mostrare dei sintomi che ho scoperto essere molto comuni in questi casi, come:
Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento sul tema >>> Cosa fare se il cane lecca la processionaria? Ecco quello che dovresti sapere
Sebbene la sua presenza sia propria della primavera, il caldo anomalo degli scorsi mesi ha accelerato la crescita di questi lepidotteri nei giardini fin dal mese di febbraio! Insomma è bene riconoscere una processionaria in natura ed evitarne la proliferazione in giardino ma anche prestare attenzione a possibili ulcere, simili a scottature del nostro Fido: infatti quando la pelle del mio cane è entrata in contatto con questo lepidottero ho preso subito del ghiaccio per dargli sollievo, ma è ovvio che solo questo non poteva essere curativo.
Nel mio caso si trattava di una lesione a livello dell’epidermide, tanto è vero che ho notato zone arrossate e pruriginose, ma purtroppo il mio Fido l’aveva anche assaggiata! Quindi le ustioni si sono presentate sulla lingua e per giorni non è riuscito a mangiare. L’ho portato immediatamente dal mio veterinario di fiducia perché i rischi che mi erano stati descritti potevano essere devastanti: poteva subentrare una necrosi del tessuto fino alla caduta di pezzi di lingua e, qualora l’ustione avesse raggiunto l’apparato gastrico, c’era il rischio di ulcere perforanti.
In altri casi ho scoperto che se la processionaria viene inalata dal cane, il rischio è che sia compromesso l’intero apparato respiratorio: quindi facciamo attenzione e siamo in allerta per le successive 24-72 ore dopo un eventuale contatto.
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