Che cosa dobbiamo aspettarci nel post-letargo della tartaruga? Tutte le malattie e le precauzioni da adottare quando si risveglierà dal sonno.
Una volta concluso il lungo periodo di riposo, cosa dovremmo aspettarci nel post-letargo della tartaruga? In realtà anche noi dovremmo fare alcune cose per rendere questo momento meno traumatico per l’animale: ecco infatti cosa dovremmo aspettarci, a quali malattie possibili far fronte e quali precauzioni è necessario prendere. inoltre qualche piccolo accenno al periodo stesso del letargo e alla condizione della tartaruga in quella fase di vita.
Il letargo della tartaruga: informazioni generali
In questa sua fase della vita la tartaruga sopravvive grazie alle sue riserve corporee e riducendo al minimo le attività vitali: è normale che abbia un calo del peso, e lo si potrà tenere sotto controllo pesandola periodicamente.
Dura da ottobre-novembre fino a marzo-aprile: sebbene si tratti di una fase naturale della sua vita non bisogna prenderla ‘alla leggera’ poiché durante il sonno potrebbe sviluppare malattie anche gravi. Per questo è consigliato non lasciar andare in letargo le tartarughe già malate o con ferite evidenti. Attenzione al falso letargo: una tartaruga lenta non può essere in stato letargico se la temperatura è alta, anzi rischierebbe di perdere la vita qualora non riuscisse ad esporsi al sole e a mangiare.
Post-letargo della tartaruga: possibili malattie
Nel corso del periodo che segue il letargo dovremmo fare molta attenzione ad alcuni campanelli d’allarme su possibili patologie della tartaruga, come:
- anoressia della tartaruga,
- lesioni del corpo e della corazza,
- ittero,
- RSN (o Sindrome del naso che cola),
- carenza di vitamina A,
- lesioni da freddo.
Queste malattie solitamente possono verificarsi solitamente quando le condizioni in cui si è svolto il letargo non sono state ottimali. Uno dei segnali più allarmanti a riguardo è proprio la mancata volontà di alimentarsi: se infatti la tartaruga non mangia dopo il letargo talvolta è il caso di preoccuparsi.
Post-letargo della tartaruga: precauzioni da adottare
Ci sono diverse cose che potremmo fare per rendere il momento del risveglio meno ‘traumatico’ per la nostra tartaruga, ovvero badare ad alcune sue esigenze fondamentali come quella di essere idratata e alimentata a sufficienza. Non a caso il veterinario potrebbe consigliare un bagnetto in acqua tiepida almeno una volta al giorno per 15 giorni dal risveglio che ha una doppia funzione: idratare appunto il suo corpo e indurla a defecare.
Con la defecazione infatti la tartaruga espellerà le tossine e le scorie che durante il sonno si saranno accumulate. Ovviamente potremo anche tenere sempre piena la ciotola dell’acqua fresca per far sì che possa bere quando vuole.
Per quanto riguarda l’alimentazione invece, in condizioni normali la tartaruga dovrebbe alimentarsi da sola entro una settimana dal risveglio, a meno che non sia in atto l’anoressia post-letargo. Potremmo stimolare la sua fame con erbe e piante di campo, per darle il giusto apporto di sali minerali e vitamine, evitando pane, carne o insalata.
Post-letargo della tartaruga: qualche ultimo consiglio
Oltre alle azioni appena elencate, vi sono anche alcuni accorgimenti da adottare per tenere sotto controllo la salute della tartaruga che riguardano la pulizia degli occhi, scongiurare la presenza di parassiti esterni e monitorare il suo peso.
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Una tartaruga troppo pesante o che cresce troppo non è comunque un buon segno poiché potrebbe voler dire che non riesce a defecare, quindi accumula cibo e peso in modo errato. Anche la parte di sotto del corpo, ovvero il piastrone, potrebbe essere soggetto a infezioni fungine e avere l’aspetto nonché la consistenza di pelle screpolata. Teniamo a portata di mano il contatto del nostro veterinario di fiducia e chiediamogli un consulto se noteremo questi segnali.