Il Parlamento italiano, adeguandosi alle direttive dell’Unione europea sull’argomento, ha deliberato lo stop all’uccisione dei pulcini maschi.
Una decisione storica, un ulteriore tassello da aggiungere al sempre più grande mosaico che tratteggia la lotta per i diritti degli animali. Entro il 2026, in Italia sarà vietata l’uccisione dei pulcini maschi all’interno degli allevamenti intensivi. Ripercorriamo le tappe della vicenda.
Quanto vale una vita
Sei miliardi di vite spezzate. Questo è il tragico bilancio con cui ogni anno dovrebbe convivere chi alimenta e si serve dell’industria delle uova, dove la vita di un pulcino maschio vale meno di niente: non sarà mai una gallina ovaiola, né ha una carne appetibile per i gusti del mercato.
E allora, una volta nati, vengono condotti tra le braccia della morte, che assume le sembianze di un boia metallico che tritura o soffoca degli esseri che si sono appena affacciati alla vita. Scarti inutili di un sistema sempre più rapido e feroce, che è riuscito a trasformare in industria perfino la vita animale. Quaranta milioni dei 6 miliardi di vittime vengono uccise nel nostro Paese.
Ma entro il 2026, in conformità a quanto disposto dalle direttive dell’Unione Europea sull’argomento, sarà sancito lo stop definitivo all’uccisione dei pulcini maschi.
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Una storica decisione
Il Parlamento italiano ha approvato in via definitiva la misura, proposta all’organo legislativo con un emendamento alla Legge di delegazione europea 2021 presentato dall’Onorevole Francesca Galizia (M5s), con la collaborazione dell’associazione Animal Equality; emendamento che è stato approvato prima al Senato, nel giugno del 2021, e successivamente, a dicembre 2021, alla Camera dei deputati.
Sui termini di attuazione della decisione non vi sono dubbi, o almeno non dovrebbero esserci; entro il 2026 lo stop all’abbattimento dei pulcini maschi dovrà diventare definitivo.
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Per quanto riguarda le modalità di realizzazione dell’intervento, invece, probabilmente si ricorrerà a tecniche non invasive che permettono di individuare il sesso dei nascituri prima della schiusa delle uova (come la spettrofotometria, attualmente utilizzata in Francia). I pulcini, dunque, non nasceranno; le uova verranno distrutte prima.
Allo stato delle cose pare sia l’unico punto di incontro possibile, l’unico compromesso attuabile tra le esigenze di profitto dell’industria delle uova, e quelle di civiltà che l’essere umano ha il dovere di perseguire.