Hai comprato un pappagallo ma non sai se è maschio o femmina? Ecco come riuscire a determinare facilmente il sesso del pennuto.
Spesso chi compra un pappagallo lo sceglie per i suoi colori e le altre sue caratteristiche, ma non bada al sesso del pennuto. Quindi spesso lo si porta a casa senza sapere se si tratta di un maschio o di una femmina: ma come si fa a capire da soli il suo sesso? Alcune specie lo dimostrano con caratteristiche esteriori, come le dimensioni, il colore e il comportamento, mentre di altre non lo si può dire solo guardandole dall’esterno. La prima macro distinzione sarà quindi tra pennuti che mostrano il loro dismorfismo sessuale a prima vista e quelli che hanno bisogno di un’analisi un po’ più approfondita.
Quando si sceglie un pappagallo è necessario conoscerne il sesso non tanto per soddisfare una semplice curiosità, ma anche per capire in che modo gestirli e garantire loro una vita sana ed equilibrata. Una volta stabilito il sesso del pennuto si potranno fare alcune previsioni circa la calcificazione o la deposizione delle uova, si sapranno prevedere i cambiamenti comportamentali nella pubertà e favorire la riproduzione quando abbiamo una coppia di pappagallini di sesso opposto. Infatti adottare una coppia favorisce a ricreare le condizioni di vita del loro habitat naturale.
Il cosiddetto ‘dismorfismo sessuale’ prevede l’insieme delle caratteristiche morfologiche tra esemplari della stessa specie ma di sesso opposto, di due forme opposte. Ecco quali sono le specie che mostrano nei caratteri esteriori l’appartenenza a un sesso piuttosto che a un altro.
Pappagalli ondulati: dal latino Melopsittacus undulatus distinguono i maschi della specie dalle cocorite attraverso la colorazione della cera (membrana che ricopre gli orifizi nasali sopra il becco). Nel maschio è blu acceso mentre nelle femmine passa dal celeste al marrone.
Calopsita: in questa specie le femmine hanno delle linee scure sulle penne delle ali e la coda nella zona ventrale. Nei maschi invece non vi sono linee, bensì un colore omogeneo ed uniforme.
Eclecti: i maschi della specie hanno un piumaggio verde brillante e becco arancione, mentre le femmine hanno una grande varietà di colori come il rosso e il blu con un becco nero.
Parrocchetto dal collare e grande alessandrino: nel primo caso dopo circa un anno e mezzo di vita, nel secondo caso invece dopo ben tre anni dalla nascita si potranno individuare alcune caratteristiche fondamentali. I maschi hanno un evidente collare sotto la gola e attorno al collo, mentre le femmine si presentano in un unico colore.
Parrocchetto splendido: i maschi hanno una fascia rossa che si staglia evidente sul petto, mentre le femmine ne sono prive.
Parrocchetto di Barraband: la femmina non presenta le caratteristiche distintive del maschio, ovvero fronte e parte sottostante alla gola gialli e una macchia rossa sul collo.
Cacatua alba: l’iride della femmina è rossiccio-marrone, mentre nel maschio è nera.
Nel caso in cui il dismorfismo non fosse evidente, per capire se il pappagallo è maschio e femmina sarà necessario sottoporlo ad un’operazione di ‘sessaggio’ chirurgico o all’esame del DNA.
Il pappagallo sarà sottoposto ad anestesia generale e con una tecnica endoscopica si potranno osservare le gonadi. Alla fine dell’operazione il veterinario chirurgo apporrà un anello e in base alla sua posizione si potrà determinare il sesso del pennuto: se è a destra il pappagallo sarà maschio, se è a sinistra invece, femmina. La determinazione sessuale serve principalmente a coloro che hanno intenzione di creare un allevamento, oppure per coloro che già posseggono un allevamento e hanno bisogno di queste informazioni sulla nidificazione e la gestione.
Il metodo endoscopico inoltre ha il vantaggio di far conoscere lo stato di salute generale degli organi interni dell’animale: si possono individuare ad esempio infiammazione dei sacchi aeriferi, micosi, dimensioni del fegato, o disturbi dell’apparato digerente.
Questo moderno metodo di rilevazione del sesso sfritta la diagnostica molecolare e parte dal prelievo di un campione di sangue, di piume o addirittura una piccola porzione di guscio dell’uovo prelevato alla schiusa. Di solito si sceglie questo secondo metodo quando età e condizioni fisiche del pappagallo non lo consentono, ovvero quando l’endoscopia e l’anestesia sono sconsigliati. Ma nei risultati è piuttosto limitato in quanto non fornisce ulteriori informazioni sulle gonadi e sullo stato riproduttivo dell’animale.
Questo metodo è piuttosto facile e veloce, e spesso non occorre l’intervento del veterinario: ma di certo il suo risultato non è del tutto affidabile. Il pappagallo dovrà essere posto a pancia in giù e palpare le ossa pelviche, sopra l’ano. Nel sesso femminile si dovrebbe avvertire una separazione tra le ossa dal pube fino a mezzo centimetro o più: questo è lo spazio da dove fuoriesce l’uovo. Se questo spazio non c’è si tratterà, con molta probabilità, di un maschio.
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F.C.
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