L’aspergillosi nel pappagallo, è una malattia frequentemente diagnosticata in questo uccello. Vediamo quali le cause, i sintomi e il trattamento.
Ciò che provoca l’aspergillosi nel pappagallo è un fungo chiamato “Aspergillus”.È presente nell’ambiente in cui gli uccelli vivono, in polvere di piume e escrementi. Le sue spore vengono inalate e colpiscono le vie aeree, colpendo i polmoni e le sacche d’aria.
Tuttavia, può anche infettare qualsiasi organo. L’aspergillosi nel pappagallo sano, di solito non riesce ad avere la meglio, poiché riescono a reagire molto bene contro le malattie in generale. Ma quando l’esposizione è forte o sono già presenti altri problemi di salute che in particolar modo colpiscono il sistema immunitario, in quel caso l’aspergillosi trova terreno fertile e l’animale subisce la contaminazione.
A favorire l’insediamento del fungo sono i seguenti fattori: stress, consumo di arachidi sgusciate, carenza di vitamina A, parto, antibiotici e alimentazione sbagliata del pappagallo. L’aspergillosi, inoltre, si diffonde quindi facilmente in ambienti destinati all’allevamento e nei soggetti giovani in quanto il sistema immunitario ancor non ben sviluppato.
I sintomi che si presentano nel pappagallo appaiono solo gradualmente e una volta che si notano, spesso la malattia ha già raggiunto uno stadio abbastanza avanzato. Esiste una forma acuta, ma colpisce principalmente gli esemplari giovani, perché il loro sistema immunitario non è ancora del tutto ben funzionante.
Il primo sintomo evidente è l’alterazione della voce, successivamente compaiono difficoltà respiratorie. A questo punto è cosa buona consultare immediatamente un veterinario aviario, perché nei casi più gravi ciò può rivelare un improvviso peggioramento delle condizioni generali e portare a morte improvvisa. I principali sintomi sono:
Se si interviene in tempo il trattamento risulterà efficace se preso in una fase precoce dell’infezione. In alcuni casi, l’aspergillosi è spesso fatale perché i primi sintomi visibili, purtroppo sono visibili abbastanza tardi, quando l’uccello è già molto debole. In caso di dubbio, consultare il veterinario aviario.
Il veterinario laddove sia necessario, somministrerà ossigeno al pappagallo e tratterà i problemi secondari, come le carenze vitaminiche, che indeboliscono le difese immunitarie del corpo dell’animale. Tutto questo con le dovute precauzioni in quanto l’animale non deve percepire alcuno stress, in modo da non peggiorare le condizioni del pappagallo.
Come in tutte le patologie la prevenzione fa una buona parte e permette di evitare il rischio di contaminazione, mantenendo sempre asciutti cibo e rifiuti, gabbie e secchielli del pappagallo sempre puliti ed evitando di offrire noccioline all’animale. Di buon supporto è stabilire una dieta equilibrata, perché è ovvio che uno psittacida che consuma solo semi di girasole svilupperà carenze significative.
Infine, come è logico che sia, tenere sempre i soggetti colpiti lontani dagli altri compagni piumati per non diffondere la malattia. L’accumulo di feci, cibo e umidità dalla ciotola d’acqua favorisce notevolmente la crescita di funghi su questo tipo di rifiuti. Disinfettare regolarmente tutte le ciotole. Per chi lavora o custodisce uno di questi animali deve fare attenzioni alle mani che devono essere sempre pulite quando si viene a contatto con loro.
La stessa attenzione dovrebbe essere presa per gli stivali quando gli uccelli sono vivono nella voliera. Di fondamentale importanza è intervenire con il mettere in quarantena l’animale infetto per non contaminare gli altri. Ricorda che la visita annuale aiuta a identificare il problema in anticipo e ad intervenire rapidamente.
Raffaella Lauretta
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