Oca Imperatrice: specie rare da cortile e da giardino ornamentale

Oca Imperatrice: specie rare da cortile e da giardino ornamentale

L’Oca Imperatrice, è tra le specie di oca più belle ed eleganti. Vediamo quali le caratteristiche di questa specie da cortile rara.

oca imperatrice
(Foto AdobeStock)

L’ Oca Imperatrice attrae l’interesse di tutti gli appassionati di uccelli ornamentali che adorano abbellire il loro cortile o perché no, anche il loro giardino, con questi meravigliosi esemplari rari.

Non solo ha un aspetto stupendo ma ha anche un’indole pacata. Conosciamo meglio le caratteristiche, le origini, l’habitat e cosa mangia l’Oca Imperatore.

Caratteristiche dell’Oca Imperatrice

L’Oca Imperatrice (Anser Canagica) è un uccello della famiglia Anatidae, misura dai 66 agli 86 cm.

oca imperatrice
(Foto AdobeStock)

Possiede un’apertura alare, piccola in relazione alla corporatura da ciò è possibile dedurre che non si tratta di una specie che migra per lunghe distanze.

Il piumaggio sia per il maschio che per la femmina è di color grigio cenere striato di nero su tutto il corpo (tranne per la testa e la parte posteriore del collo che sono completamente bianche).

Il becco è grigio cenere nella parte superiore mentre completamente nero nella parte inferiore, l’occhio scuro e le zampe giallo arancio.

L’Oca Imperatrice a differenza dell’Oca Lombardella e tante altre, è un uccello dal comportamento molto meno gregario, di solito preferisce vivere in piccoli gruppi familiari.

Infatti, ama stare in gruppo con il quale trascorre il tempo sui prati alla ricerca di cibo. L’ Oca Imperatrice è una specie monogama e la coppia è molto affiatata, molto spesso dura tutta la vita.

All’età di circa 3 anni raggiunge la maturità sessuale ed insieme al maschio costruisce il nido dove la femmina depone da 5 a 7 uova che cova per circa 33 giorni.

I piccoli, appena nati, seguono la madre alla ricerca del cibo. Non presenta alcun dimorfismo sessuale e la durata di vita media di quest’oca è di circa 25 anni.

Origini e habitat

L’Oca Imperatrice è originaria dell’Alaska e della Siberia del Nord; diffusa anche in molte isole del Mare di Bering.

Generalmente si trova sulle coste ma non è raro trovarla anche nelle zone umide dell’interno. Si tratta di una specie prettamente marittima e ama stare lungo laghi, lagune e anche sulle spiagge sabbiose.

Cosa mangia l’Oca Imperatrice

L’Oca Imperatrice è onnivora perciò molto variegata e anche in cattività non presenta particolari problemi di alimentazione.

Predilige erbe di vario genere piuttosto che granaglie o piccoli insetti e molluschi ma si nutre anche di germogli, bacche, sementi e non disdegna molluschi e lumache che recupera per lo più nei campi erbosi che predilige come habitat.

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Malattie comuni delle oche

L’Oca Imperatrice, come tutti gli esseri viventi di questo mondo è soggetta a malattie comuni in questi volatili. Le principali malattie delle oche sono:

  • aspergillosi: una malattia che si sviluppa nel tratto respiratorio di un animale a causa dell’ingresso di funghi muffa;
  • avvelenamento: è causato da del cibo avariato, una pianta velenosa o mangiare prodotti chimici. La malattia si manifesta rapidamente e c’è un’alta probabilità di morte;
  • Chlamydia e Pasteurellosi: è una pericolosa malattia virale. L’infezione può anche provenire da individui e attrezzature infetti.
  • Cloacite: anche detta infiammazione della mucosa della cloaca, può verificarsi con una carenza di vitamine A, E e D, nonché di mangimi minerali;
  • coccidiosi renale: colpisce l’intestino e i reni d’oca. Fondamentalmente, la malattia è caratteristica dei giovani animali di età inferiore ai 3 mesi. Gli uccelli possono rimanere indietro nello sviluppo, essere deboli;
  • disturbo digestivo: causata da un’alimentazione poco variata e provoca diarrea nelle oche, crampi al collo e persino paralisi;
  • enterite: caratterizzata da disturbi digestivi e si verifica a causa della scarsa alimentazione e dell’acqua stantia;
  • rachitismo: causato da un’esposizione insufficiente degli uccelli al sole, nonché da una diminuzione della vitamina D nel corpo.

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Ettore D’Andrea

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